REPRESSIONE BRUTALE CONTRO UNA MANIFESTAZIONE PACIFICA A OAXACA




Il Consiglio Indigeno Popolare di Oaxaca "Ricardo Flores Magon" (CIPO-RFM) ha deciso di rivendicare, durante la giornata del 10 maggio dedicata alle mamme, tutto ciò che al loro popolo non viene concesso e tutte le ingiustizie che invece devono subire quotidianamente. Durante una manifestazione pacifica hanno chiesto alle autorità che non si dimentichino di loro, della loro fame, della povertà in cui vivono, dei loro figli, della loro richiesta di giustizia, di libertà, terra, educazione, cibo e lavoro.

Tratto dal comunicato delle madri Magoniste di Oaxaca: Dopo aver iniziato le nostre attività il 7-8 maggio, dopo aver dormito per due notti sulla fredda pietra della strada di fronte al palazzo governativo, dopo aver ascoltato per tutta la notte i bambini tossire e con la paura per la diarrea e la febbre che inizia a colpirli, abbiamo raccolto tutta il nostro orgoglio di madri e spose indios e abbiamo deciso di continuare la nostra lotta…
Il giorno 9 in più di 800 madri magoniste abbiamo marciato davanti alla procura generale di giustizia. Con noi come armi, solo il nostro coraggio, la nostra voce e la verità di chi vede i propri figli morire di malattie curabili e li vede nutrirsi di alimenti che non coprono il loro bisogno per crescere sani. Abbiamo trovato un palazzo di giustizia vuoto, senza procuratore, ma abbiamo incontrato molti personaggio vestiti di nero a con armi in mano. Quando abbiamo deciso di avvicinarci alla porta e bussare perché ci sentissero, ci hanno iniziato a picchiare con manganelli, quei codardi poliziotti. Con molta paura abbiamo subito visto il tetto del palazzo riempirsi di uomini neri con fucili e quelli che erano alle finestre ci hanno fotografato e filmato; senza dubbio molte di noi saranno così schedate come delinquenti e in poco tempo saremo represse, sequestrate e torturate. Così le autorità rispondono alle richieste delle madri Magoniste.
Nel pomeriggio dello stesso giorno abbiamo sfilato fino alla Camera dei Deputati e, cantando e gridando giustizia, salute, terra, educazione e cibo, siamo arrivate fino al recinto legislativo. Qui, nella nostra lingua (Mixteco, chinanteco, zapoteco), abbiamo denunciato la repressione di poche ore prima, ma i deputati non ci hanno ricevuto; non hanno voluto parlarci, riceverci o mostrarci rispetto alcuno, così siamo tornate al presidio davanti al palazzo governativo, dove siamo rimaste tutta la notte.
Il giorno della festa della mamma una decina di uomini hanno cantato, ci sono stati dei discorsi e un invito a continuare a resistere in lotta. Il regalo dei nostri compagni è l'appoggio che ci danno, e noi tutte troviamo rifugio e conforto fra le braccia dei nostri figli, ci siamo abbracciate tra di noi e così è iniziata la nostra giornata. Come regalo ai nostri uomini abbiamo chiesto l'appoggio per organizzare un'azione urgente, ribelle. Così insieme a noi, hanno okkupato i balconi del palazzo, davanti agli occhi pieni di odio dei poliziotti e della squadra di operazioni speciale, e osservati da molti giornalisti e fotografi.
I nostri fratelli si sono appesi ai balconi del palazzo di governo, con striscioni appesi al collo e al petto che inneggiavano a Giustizia, Terra e Libertà. Dopo questa azione, più di 30 Madri si sono estratte del sangue e con esso hanno scritto le stesse rivendicazioni sulle pareti del palazzo.
Mentre si preparava questa azione politica pacifica, all'interno del palazzo di governo, una dozzina di poliziotti stavano picchiando selvaggiamente i nostri compagni. Noi da fuori con paura e coraggio abbiamo solo potuto gridare, gridavamo Giustizia Terra e Libertà in appoggio ai nostri compagni che si sacrificavano per la nostra richiesta di giustizia. Dopo due giornate di lotta ci sono alcuni feriti, ma il peggio è che ora siamo costretti a vivere col rischio di essere attaccati brutalmente nella notte; il nostro campo è già stato accerchiato dalla polizia. Per noi ora sarebbe periodo di semina, ma non possiamo nemmeno allontanarci per andare a lavorare. Come sempre accade, oggi, alcuni quotidiani dello stato hanno riportato i fatti in maniera molto diversa dalla realtà. Ci incolpano di violenza e di aggressività; e rispondono alle nostre domande con una azione penale contro i dirigenti del CIPO-RFM. Chiediamo ai popoli del mondo, ai nostri fratelli e sorelle indios, ai lavoratori tutti, appoggio per far cessare le menzogne, la diffamazione e perché siano date risposte alle nostre domande. Vi invitiamo a lottare:
-Per i diritti delle donne; ad essere trattate come persone. Ad avere una casa, un lavoro, salute, educazione, ad avere diritto alla terra, ad occupare posizioni di responsabilità nelle comunità, a non essere picchiate, a decidere quanti figli vogliono, al riconoscimento dei figli, e a far si che esistano dei progetti di sviluppo che permettano educazione e formazione delle donne.
-Per la messa in pratica degli accordi di San Andrés e contro l'incarcerazione di chi lotta per i propri diritti.
-Perché si tolgano le leggi che vanno contro l'esistenza del nostro popolo.
-Per la consegna dei fondi per lo sviluppo del nostro popolo e che siano rispettati i nostri progetti di trasporto, di produzione, di agricoltura organica e contro il transgenico e il furto della nostra biodiversità.
-Perché si risolva il problema agrario di San Isidro Aloapam, si dia terra per vivere alla gente di Huatulco e termini la repressione contro i nostri popoli da parte di paramilitari, polizia e autorità municipali, statali e federali.
-Perché venga data una risposta alla nostra domanda di salute, cibo, lavoro, formazione, progetti produttivi, strade, luce acqua, scuole,… E che si faccia giustizia contro Jacobo Chàvez, presidente municipale di Tanetze de Zaragoza per sequestro, tortura e tentato omicidio a 46 nostri/e compagni/e e per essere uno dei capi dei paramilitari.
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