I
MEGAPROGETTI IDROELETTRICI DEL PPP
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Questo bollettino è stato redatto sulla base di informazioni e ricerche di CIEPAC (Centro de Investigaciones Económicas y Políticas de Acción Comunitaria)
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Alcuni
mesi fa, nell'aprile del 2002, il Commissario Presidenziale del Messico
per il Piano Puebla Panama (PPP), Florencio Salazar, ha dichiarato al
parlamento centroamericano: "Sarò chiaro: non esiste nessun progetto,
non c'è nessuna intenzione di costruire una diga idroelettrica sul fiume
Usumacinta, semplicemente perché le comunità del Petén non la vogliono".
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Il PPP ha
promesso consultazioni pubbliche per la realizzazione dei Megaprogetti
e di rispettare le culture indigene. I governi hanno firmato il Trattato
169 della OIT sui diritti dei popoli indigeni e tribali. Da parte sua,
il presidente Fox ha promesso che non si sarebbero costruite opere che
gli indigeni non volessero. Secondo le dichiarazioni di Marta Prione nell'articolo pubblicato su Prensa Libre de Guatemala e nel Bollettino del Commercio e dello Sviluppo del 13 luglio del 2001, dagli anni '60 è noto l'interesse per la costruzione di una diga idroelettrica sul fiume Usumacinta. "Inizialmente, il progetto era stato proposto dal Messico e per qualche ragione è sempre stato trattato con gran segretezza", ricorda l'articolista ed aggiunge "che si trattava di una rete di grandi dighe da Sayaxché fino alla diga finale in Piedras Negras, punto in cui il livello del fiume raggiunge il suo livello massimo di 25 metri in inverno, e il livello minimo di circa 45 metri in estate".
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Il beneficio del progetto andrebbe in maggior misura al Messico mentre il danno toccherebbe al Guatemala, dato che l'inondazione partirebbe dalla nostra parte, per poi scendere; il Messico utilizzerebbe la sua parte di energia e comprerebbe quella del Guatemala, o la venderebbe a El Salvador". Oltre all'impatto irreversibile a livello ecologico sul poco che resta delle selve mesoamericane, lo spostamento di abitanti indigeni e quindi il loro impoverimento avverrà nel quadro di una maggiore presenza militare nella regione. Non dimentichiamo che il municipio di Ocosingo, in Chiapas, e la regione del Petén in Guatemala, sono fra le regioni più militarizzate della mesoamerica. Questo assicurerà che il progetto possa essere concesso a stranieri attraverso il Guatemala, in concreto alla multinazionale spagnola Union Fenosa, padrona della società DEORSA che possiede il monopolio del servizio di erogazione dell'energia elettrica nel nord del Guatemala, caratterizzato da un cattivo servizio ai clienti, da frequenti interruzioni della fornitura e alti prezzi al consumo. Sul versante messicano, invece, è presente un ostacolo costituzionale, anche se la Carta Costituzionale viene costantemente violata: "Solo i messicani per nascita o per naturalizzazione e le compagnie messicane hanno il diritto di proprietà su terre, acque e loro annessi e di ottenere concessioni per lo sfruttamento di miniere o acque. Lo stato potrà concedere lo stesso diritto a stranieri, sempre che si convenga di fronte alla Segreteria per le Relazioni di considerare patrimonio nazionale detti beni e di non invocare la protezione dei relativi governi per quanto in riferimento, pena, in caso di non osservanza del trattato, la perdita, a beneficio della Nazione, dei beni che erano stati acquisiti in virtù del trattato stesso. Per un territorio di cento chilometri lungo le frontiere e di cinquanta lungo le spiagge, per nessun motivo gli stranieri potranno prendere possesso diretto di terre ed acque". (Art. 27 della Costituzione Politica del Messico). L'acqua è
la seconda fonte di generazione di energia elettrica in Messico. Per questo
è richiesta la costruzione di dighe, di edifici per le turbine, il generatore
ed i trasformatori e locali di controllo. Le installazioni devono alla
base della diga per approfittare dell'energia potenziale dell'acqua. Anche
se per qualcuno, come riflesso della mancanza di un'informazione trasparente
e sincera da parte dei governi, le dighe sull'Usumacinta possono essere
solo turbine nelle cascate d'acqua che non implicano l'inondazione di
terre, in realtà questo tipo di dighe sfrutta la corrente del fiume affinché
ricada nelle turbine. Benché i laghi che si formano per le dighe sono
generalmente piccoli, sono lo stesso causa d'impatto ambientale a seconda
della loro estensione. Monti Aguirre della Rete Internazionale dei Fiumi
(IRN) conferma che ci sono vari esempi di questo tipo in Africa, per esempio
in Namibia con la diga Rua Cana Falls e un altro progetto della Banca
Mondiale chiamato "Lower Kahensi Project". Per Monti Aguirre anche la
diga Belo Monte nell'Amazzonia brasiliana appartiene tecnicamente a questo
tipo di diga "che richiede un flusso costante d'acqua in un laghetto 'relativamente'
piccolo. Questo progetto senza dubbio porterà danni a circa 28 gruppi
indigeni dell'Amazzonia, ad abitati rurali e ad un centro urbano (Altamira)".
Ci sono anche altri progetti che vedremo più avanti dove si sfrutta la
caduta dell'acqua forzandola attraverso tunnel e il torrente o la cascata
cessa di rilasciare acqua lungo tutto il suo percorso, il che causa impatti
ambientali a valle della diga. Grazie alla notevole portata dell'Usumacinta, 70.100 milioni di metri cubi compreso il contributo preveniente dalla diga Salto de Agua sul torrente Tulijá che attraversa tutto il municipio di Salto de Agua, ogni metro di carica-invaso fornirebbe 150 milioni di kW/h che equivalgono a un risparmio di 250.000 barili di combustibile all'anno, "fatto determinante per scegliere la altezza della diga secondo l'area massima da inondare". Per il progetto è necessario "Valutare (...) i danni-indennizzi in entrambi i lati della frontiera", anche se si pensa che le rovine archeologiche maya di Yaxchilán in Chiapas, che si trovano a 170m s.l.m., e Piedras Negras in Guatemala, situate a 150m s.l.m., non verrebbero inondate dai laghi artificiali delle dighe, secondo lo studio topografico elaborato nel 1967 dal CFE. Quindi, il progetto conclude che "non essendoci danni archeologici rilevanti, sarebbe conveniente aumentare l'altezza della diga", anche se le comunità indigene devono essere sfollate e le selve inondate, e sottolinea che "Questo, permetterebbe di approfittare obiettivamente di risorse tecniche ed economico-finanziarie, affermandosi come opera di infrastruttura che condividerebbero Messico e Guatemala". Per il Progetto
Nazionale "Terzo Millennio" l'obiettivo centrale è l'affare: "è fondamentale
pensare, pianificare e costruire progetti ed opere d'infrastruttura di
base ad alta partecipazione e produttive" che "offrano garanzie sufficienti
agli investitori per fomentare l'installazione di industrie, attivare
il commercio ed incrementare la produzione agropecuaria". Per questo,
è necessario che i governi modifichino gli accordi ed i trattati di cooperazione
binazionale, in particolare il Patto di San José "affinché riesca l'interconnessione
dell'alta tensione fra il sud del Messico, il Centroamerica e il nord
della Colombia". Inoltre, cinicamente si propone la necessità di concretizzare
un Trattato di Libero Commercio per tutta l'America Latina (ALCA) "per
promuovere uno sviluppo sovrano e integrale". Così, "Questo obiettivo
darà spazio ad una rinnovata alleanza di prosperità fra tutti i paesi
del continente". In altre parole, gli indigeni e i contadini rimangono
esclusi dato che non sono grandi investitori sussidiati dai governi del
nord né sono "produttivi" per il mercato. Se si aggiunge la diga di Salto de Agua che presumibilmente controllerà le inondazioni del fiume Tulihá, la regione nord e oriente di Tabasco, e il sud est di Campeche, la beneficiata sarà l'industria che "combinando efficienti opere di drenaggio e canali di navigazione, recupererà più di un milione e mezzo di ettari di terre fertili per le attività agropecuarie e acquatiche". Inoltre, a partire dalla riva destra del suo invaso "una monumentale conduttura" unirà gli invasi dei progetti "Boca del Cerro", "San Pedro" e "Candelaria" e sarà possibile disporre di un torrente-canale con diverse ramificazioni ed ottenere "abbondante acqua fresca e irrigare estese superfici nella penisola dello Yucatán che si tradurrà in un futuro migliore per i suoi abitanti e sarà l'asse vitale per ristabilire l'assetto ecologico di un così importante territorio peninsulare". Sicuramente non parlerebbero così i giornalieri agricoli del nord del Messico, visto che vivono nella miseria e con giornate mal pagate.
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Per ottimizzare il potenziale idroenergetico di tutta la conca, il Progetto Nazionale spinge affinché il Guatemala sviluppi un piano simile a quello proposto per il sudest del Messico sui fiumi Ixcán, Xattbal, Chixoy e La Pasión, il che aumenterebbe la produzione di elettricità per la vendita e farebbe risparmiare il consumo di idrocarburi. Il fiume Usumacinta ha come principali affluenti i fiumi Lacantún, Ixcán, Xattbal, Chixoy o Salinas e de La Pasión. La conca possiede il 20% dei corsi d'acqua del paese e può travasare grandi volumi di acqua e di energia alla penisola dello Yucatán. Quindi, il Sistema "Usumacinta-Tulhá" (UsuTulhá) si prefigge di controllare i fiumi Tulijá e Usumacinta che inondano molta parte della pianura costiera degli stati di Tabasco e di Campeche in parte a causa dei grandi disboscamenti operati dalle imprese del legname. Si propone quindi che le dighe siano collegate tra loro per mezzo di tunnel e canali. Si vuole che il Sistema "Usu Tulhá" sia "il più importante progetto multifunzionale in Messico - produzione idroelettrica, alimentazione e sviluppo integrale". |
In questo modo, il Complesso di Sviluppo del Sudest si trasforma in un situazione di "sicurezza nazionale" per il Progetto Nazionale "Messico Terzo Milenio". Per questo, "il conflitto con i ribelli deve essere risolto perché le richieste dei ribelli (autonomia - separazione territoriale, regionalizzazione etnica, culturale, sociale), insieme ai piani ufficiali (Piano Puebla Panama), impediscono di approfittare al meglio delle risorse naturali e del pieno sviluppo della regione". In altre parole, gli indios ostacolano le ambizioni del capitale e gli Accordi di San Andrés firmati tra l'EZLN ed il governo federale, sono un muro di contenzioni a questa rapina. Quindi, riprenderanno le precedenti lotte sociali, indigene e contadine in Chiapas contro le dighe, La quantità di progetti idroelettrici nella regione, promettono processi di resistenza per evitare non solo che gli abitanti coinvolti siano destinati a morire di fame grazie ai trattati di libero commercio che li vogliono seppellire nella miseria, ma anche contro questi progetti che vogliono seppellire la loro terra, la loro storia e cultura sotto le acque dello "sviluppo". |
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