TLATELOLCO,
QUALCUNO PAGHERà?
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A Città del Messico riaperti i casi delle stragi di piazza delle Tre culture, 1968, e del Corpus Domini, 1971, in cui centinaia di studenti furono uccisi. Per ora l'unico accusato è l'ex presidente Echeverria. Ma la resa dei conti è ancora lontana. |
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Ballando
con i morti Il fatto che un ex-presidente della repubblica sia chiamato a deporre in un processo penale in qualità di indiziato è un evento inedito nella storia messicana.Dotati di un potere assoluto ereditato dai viceré spagnoli e, prima ancora, dai tlatoani aztechi, i presidenti del Messico hanno sempre goduto di un'impunità totale e indiscussa, che si estendeva al di là del loro mandato, come una sorta di assicurazione vitalizia. |
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Oggi, però, alla crisi del presidenzialismo messicano, favorita da un potere legislativo che comincia a muovere i suoi primi passi in autonomia, si somma l'esigenza ormai inarrestabile della società civile che vuole far luce sul passato, chiarire le maggiori atrocità commesse dal potere negli ultimi decenni e assicurare i responsabili - almeno, quelli ancora vivi - alla giustizia. E questo reclamo di giustizia, ormai generalizzato, è particolarmente comprensibile in America latina, dove quarant'anni di "dottrina della sicurezza nazionale" e di forsennata crociata anticomunista condotta da Washington hanno prodotto decine di migliaia di morti, torturati, desaparecidos. La seconda comparizione di Luis Echeverría, martedì 9 luglio, è stata quasi una ripetizione della prima. Solo che, in questa seconda occasione, le domande - 159 - tendevano a chiarire le sue responsabilità come presidente della repubblica nella strage del giugno 1971. All'ex-presidente, che ha ascoltato le domande "con una maschera di pietra" - così la stampa ha definito la sua espressione - sono stati concessi ugualmente quaranta giorni per rispondere. Ma questa volta non è riuscito a eludere il pubblico all'uscita e, prima di sparire in un'auto con i vetri polarizzati, ha ascoltato varie volte il grido di "assassino" lanciatogli dai manifestanti. "Echeverría è il maggior criminale di stato nella storia contemporanea del Messico", dice Pablo Gomez, che nel `68 faceva parte del movimento studentesco e oggi è uno dei maggiori dirigenti del Prd, il Partido de la Revolución Democrática.E' grazie a lui, e a un gruppo di ex-studenti del Cgh, lo storico Comité General de Huelga, scampati alla "notte di Tlatelolco" e alle persecuzioni successive, se oggi l'ex-presidente siede sul banco degli imputati. Sono stati loro, in quanto parte lesa, a presentare la prima denuncia alla magistratura nel 1998, a trent'anni dalla strage. Se fosse stato per Fox, che in tema di giustizia e diritti umani apre solo la bocca ma non muove un dito, Echeverría dormirebbe ancora tranquillo, avvolto dal manto della tradizionale impunità. La recente apertura degli archivi di stato, permessa da Fox e salutata dagli ingenui come prova di un'incipiente democratizzazione del regime, conta poco o niente senza l'istituzione di una Comisión de la verdad incaricata di vagliare, giudicare e sanzionare i crimini del passato. Così come è stata fatta, è un po' come sparpagliare le carte al vento. |
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Un puzzle
incompleto |
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Il 10 giugno 1971, a meno di tre anni dalla strage che fece inorridire il mondo ma non impedì il regolare svolgimento delle Olimpiadi, un pacifico corteo di studenti e professori sfilava nel quartiere di San Cosme. Era una manifestazione di solidarietà con l'università dello stato di Nuevo León e per chiedere la liberazione degli studenti arrestati. Un corpo paramilitare di giovani in borghese, noti come gli Halcones, irruppe nel corteo al grido di "Viva Che Guevara" - evidentemente per confondere le acque - e cominciò a sparare all'impazzata sugli studenti. La spietata
aggressione provocò decine di morti, ma anche in quell'occasione non si
è mai potuta determinare la cifra esatta. Di certo, si sa che gli Halcones
entrarono in un ospedale vicino, terrorizzando pazienti e dottori, e si
portarono via gli studenti feriti, alcuni sul tavolo operatorio. Di loro
non si è mai saputo più nulla. |
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