Calma
prima della tempesta?
Sono
passati oramai due giorni dallo scadere della convenzione tra il
CSA il Molino, il Municipio di Lugano e il Cantone per l’utilizzo
dei locali dell’ex-macello come sede provvisoria del centro
sociale e tutto tace.
Durante l’incontro del 17 settembre con il Cantone e il Municipio
di Lugano, il Molino ha ufficialmente presentato la sua ennesima
proposta: la possibilità di ottenere l’intera area
dell’ex-macello come sede definitiva del centro sociale per
un periodo di almeno 5 anni. Cantone e comune, dal canto loro, dopo
7 anni di sedi provvisorie, non sono ancora riusciti a formulare
proposte valide; l’ipotesi dello stabile destinato a diventare
un vergognoso carcere per richiedenti l’asilo problematici
era già stata definita a suo tempo dallo stesso sindaco di
Lugano come indecorosa e inadatta al centro sociale.
L’unica proposta che rimane sul tavolo delle trattative è
dunque il Progetto Molino, nella sede dell’ex Macello. Oltre
100 pagine, sinora supportate da varie associazioni e oltre 1500
firme, che approfondiscono aspetti sia teorici che pratici dell’autogestione
e in merito al quale siamo pronti a discutere e confrontarci, come
d’altronde stiamo già facendo con il tour di dibattiti
pubblici.
Su questa proposta dovrebbero quindi concentrarsi gli sforzi di
tutte le parti in causa, eppure, dopo l’ultimo incontro, da
parte delle autorità solo silenzi ufficiali e qualche informazione
tramite stampa.
Continua dunque a non esserci trasparenza e comunicazione nei confronti
di chi in tutti questi anni è stato sempre aperto al dialogo
e ha giocato pulito…
Attualmente
il Molino è di fatto una realtà inserita nel tessuto
urbano, che lo arricchisce e vivifica, che cerca risposte a bisogni
espressi ripetutamente da una parte importante della popolazione.
Eppure temiamo si voglia lentamente avvolgere questa realtà
luminosa nella nebbia, che qualcuno, forse infastidito da questo
lume, voglia negarle ancora una volta il diritto di esistere.
Allo scadere del 30 settembre e malgrado le nostre ripetute telefonate,
nessuno vuole dirci cosa succederà e la convenzione di fatto
non è stata prolungata.
Si vogliono forse stringere le maglie attorno al Molino? Non rinnovare
la convenzione per poi poterci definire illegali? E magari di conseguenza
sgomberarci?
A che gioco stanno giocando? Non siamo degni di risposte chiare?
La convenzione è stata firmata, esprimeva degli impegni,
tutte le parti intendono rispettarli?
Non ci sembra corretto essere lasciati ancora nell’incertezza
più totale, all’oscuro di decisioni che ci riguardano
in prima persona anche perché, quando non vi è trasparenza,
vi è il forte rischio che qualcuno giochi sporco, facendosene
magari un baffo degli accordi presi in precedenza.
Non è fantascienza, dal Maglio siamo stati sgomberati quando
il dialogo con le autorità era ufficialmente in corso, con
la commissione tecnica. Le critiche indignate, successive a quest’azione,
poco sono servite a una frittata che ormai era fatta.
Non permetteremo un altro 18 ottobre, mai più uno sgombero
forzato, del resto la necessità di un centro sociale è
riconosciuta da tutti ormai da anni e la convenzione parla chiaro:
il Molino resterà al macello fintantoché una nuova
sede non verrà trovata.
Chiediamo che la città di Lugano e il cantone si assumano
oggi finalmente la responsabilità politica di assegnare una
sede definitiva per il CSA il Molino, un impegno che ricordiamo
è stato sottoscritto dalle parti nella convenzione.
Chiediamo inoltre che venga immediatamente concordata una proroga
della convenzione almeno fino a quando non sarà fatta chiarezza
sul futuro del CSA.
Il tempo oggi stringe, ma di tempo ve ne era a sufficienza (7 anni)
e ve ne è forse ancora per chi vuole veramente trovare una
soluzione…
Assembla
CS(O)A Il Molino
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