RADUNO CONTRO L’EMARGINAZIONE
dei disoccupati e dei tossicomani
Comunicato stampa
E’ ora di dire BASTA alla logica di potere che si scaglia sulle classi meno abbienti e sugli strati sociali più deboli.
La cosiddetta "crisi economica" sta creando una frattura sempre più netta tra ricchi e lavoratori: ai primi vanno i profitti elevati derivanti dai sempre più numerosi licenziamenti, coperti dalle nuove tecnologie informatiche e dal carico sempre più oneroso di lavoro su operai e impiegati.
Ai lavoratori tocca invece pagare il boccone amaro della crisi economica: licenziamenti, diminuzione dei salari e del potere d’acquisto, carichi di lavoro maggiorati, ricatti occupazionali, povertà strisciante.
È la FINE DELLA PACE SOCIALE.
Gli ANZIANI, gli INVALIDI, gli IMMIGRATI e i DISOCCUPATI sono seriamente minacciati nella loro SOPRAVVIVENZA quotidiana e nella loro DIGNITÀ UMANA.
Come esempio vergognoso potremmo citare le esternazioni del vice-presidente dell’ UFIAML, il quale definisce i disoccupati come una massa di drogati e di fannulloni. Queste prese di posizioni di chiaro stampo fascista vanno condannate per la loro ipocrisia e per le loro sporche finalità’, in quanto relegano la figura del disoccupato a quella di parassita, annientando così la determinazione nella lotta per i propri diritti.
La realtà invece ê ben diversa : siamo ( o potremmo presto esserlo ) tutti vittime dell’ ultima cinica moda neoliberale, più licenzi e più guadagni.
Come vitima di questo iniquo sistema, il disoccupato ha tutti i diritti di pretendere il rispetto delle sue rivendicazioni e della sua dignità.
L’individualismo spietato delle lobby politico-economiche si manifesta anche in campi meno legati alla socialità, ma pur sempre proficui. Ne é chiaro esempio la politica repressiva nei confronti delle droghe, venduta al ‘popolino’ con la semplicistica equazione "più repressione = meno droga".
Malgrado l’evidente fallimento di cinquant’anni di repressione - che hanno creato un fiorente "mercato nero" della droga, e un’altrettanto ampio mercato costituito dall’apparato repressivo internazionale - questo slogan continua a far presa su chi considera il problema in maniera superficiale.
La logica del narcotraffico é infatti strettamente legata a quella ipocritamente repressiva: se le droghe fossero legalizzate non esisterebbe un interesse economico per il narcotraffico.
Inoltre grandi importazioni di droga avvengono attraverso canali conosciuti, attuabili grazie ad accordi internazionali da grandi lobby economico-politiche, quali le normative che rendono praticamente intoccabile ogni tipo di invio diplomatico.
Ma non é solo il fantomatico "problema droga" ad essere economicamente interessante per i grandi squali del potere; infatti esiste un business di cui nessuno parla, ma che é altrettanto interessante: quello della cosìdetta "lotta alla droga". Interventi militari, finanziamenti internazionali apparentemente finalizzati ad estirpare il problema alla radice; gruppi antidroga internazionali, nazionali e locali, carceri, manicomi, ospedali e comunità sono alcuni esempi del business "dimenticato" della "lotta alla droga".
Inoltre, la tossicomania com’é diffusa attualmente in Svizzera, è dovuta proprio alle leggi repressive attuate dal potere: il ‘tossico’ é disposto a tutto pur di avere la sua dose - anche a quanto di più indegno – e questa é la conseguenza dell’inumana repressione attuata in questa logica, solo apparentemente drastica.
Quindi, con la legalizzazione controllata delle droghe pesanti si conseguirebbe il duplice scopo di donare dignità a chi ne ha diritto e di combattere definitivamente il "mercato nero". Altro discorso meritano la canapa e i suoi derivati, che a nostro parere vanno liberalizzati totalmente, sia per la provata innocuità che per distinguerla dal "mercato nero" ove é attualmente relegata, a contatto con spacciatori di droghe ben più pericolose e dannose.
Diciamo inoltre NO alla logica referendaria apparentemente democratica, ma in realtà monopolizzata dal governo e dal regime partitico, molto generosi nel fornirci le LORO indicazioni di voto.
VOGLIAMO INVECE UNA POLITICA REALMENTE SOCIALE, TRASPARENTE, CHE CONSIDERI E VALORIZZI MAGGIORMENTE LA DIVERSITÀ E LA DIGNITÀ UMANA.
L’Assemblea
del C.S.A. il Molino – 15.9.97