Comunicato stampa
Le ragioni che spiegano il nostro sostegno nella raccolta firme e nella
campagna per il rifiuto di questa legge sul lavoro si basano essenzialmente
su due aspetti:
La prima motivazione é di questione pratica: si tratta di opporsi
ad una revisione della legge sul lavoro che rappresenta un ulteriore attacco
neoliberista, volto a peggiorare le condizioni dei lavoratori.
Di fatto, essa prolunga la giornata diurna lavorativa di tre ore, incentivandone
di conseguenza un aumento delle ore straordinarie, con una scarsa compensazione.
La revisione segue quindi la logica di una «flessibilità»
in cui il lavoratore sia «disposto» a lavorare più a
lungo, non ricevendo le compensazioni a cui prima aveva diritto.
Così facendo, questa revisione non contribuisce di certo a ridistribuire
il lavoro e risolvere il problema della disoccupazione, se si tien conto
che le ore straordinarie sono lavoro che poteva essere svolto da un altro
lavoratore creando un nuovo impiego.
Mai come oggi le lobby economico-industriali hanno aumentato i margini
di guadagno diminuendo drasticamente il tasso di occupazione, aumentando
contemporaneamente i carichi di lavoro sui dipendenti rimasti, facilmente
ricattabili grazie allo spettro della disoccupazione. La disoccupazione
é, in realtà, un pilastro fondamentale dell'economia di libero
mercato in un contesto di globalizzazione, creando quel serbatoio di manodopera
da cui la classe padronale può attingere a piene mani.
La maggioranza delle dirigenze sindacali nazionali, ad eccezione di
sezioni romande, non hanno avuto il coraggio di opporsi a questo attacco
neoliberista cercando di controbattere questa logica deregolamentatrice.
Il nostro é quindi un No ad una legge sul lavoro che cura soprattutto
gli interessi dei padroni a discapito dei lavoratori, ma anche un No ai
sindacati e partiti che non fanno il proprio lavoro, che preferiscono sottometersi
senza troppe difficoltà al volere padronale.
Queste le motivazioni pratiche che ci spingono a rifiutare questa legge.
Veniamo quindi alla seconda ragione per cui il Centro Sociale Il Molino
sostiene il No a questa revisione della legge sul lavoro.
Il nostro No non si limita a rivendicare una migliore protezione dei
lavoratori ma mira a recuperare quell‘utopia sociale che troppo facilmente
é stata gettata nella pattumiera della storia.
Per ridistribuzione della ricchezza e del lavoro noi intendiamo qualcosa
di più.
Anche se non abbiamo soluzioni pronte, sappiamo che la giustizia sociale
è altra cosa, che la società che vogliamo non è quella
del cosiddetto «stato sociale», o quella dei modelli che ci
propongono i socialdemocratici tanto in voga in Europa di questi tempi.
Siamo anche convinti che vi siano altri modi di concepire il lavoro,
che sia possibile costruire un‘alternativa concreta alla concezione capitalistica
del lavoro, e quindi immaginare un mondo in cui il lavoro sia la libera
scelta di un‘attività creativa socialmente utile.
Nel nostro piccolo, con i nostri limiti, ci siamo proposti di recuperare
questa utopia, per renderla viva, e l‘esperienza che abbiamo avviato ai
Molini va in questo senso.
Ci auguriamo di poter dare un modesto contributo per una società
più giusta in cui il lavoro non sarà più una costrizione
dettata dalla necessità di sopravvivenza per gli uni e dalla ricerca
del profitto per gli altri, ma una libera scelta.
Per queste ragioni invitiamo tutti a partecipare al sit in che si terra giovedì 26 novembre, in piazza Dante a Lugano , dalle ore 17.30 in cui sono previsti momenti informativi riguardanti la votazione, e momenti musicali con 2 concerti dei gruppi Fleischkäse e Arma-X , che sono i due gruppi musicali cresciuti con il Centro Sociale.
C.S.O.A IL MOLINO