Concerne: disdetta del contratto di locazione

 

Onorevoli Signori,

prendiamo spunto dalla vostra lettera del 27 gennaio 1998, in cui ci invitate a rispettare le norme del contratto di locazione del Centro Sociale Autogestito IL MOLINO presso l'ex grotto al Maglio, per precisare alcuni fatti.

Le vostre considerazioni riguardo all'ordinanza municipale per i detentori di cani, ed il suo rispetto, nonché l'invito "a mantenere sgomberi gli spazi locati e le immediate vicinanze da immondizia o materiale inerte " per facilitare eventuali interventi dei pompieri, ci sembrano irrilevanti in confronto alla vostra inadempienza nel rispettare il punto 3 del contratto di locazione.

Premettendo che é nostra intenzione cercare di rispettare, entro i termini della ragionevolezza, le norme a cui voi fate riferimento nella vostra lettera, ci permettiamo di definire assurdo il fatto che la clausola più importante del contratto, Conditio sine qua non per la sottoscrizione dello stesso, non venga citata. Ve la ricordiamo: "Il contratto ha inizio il primo agosto 1997 e terminerà quando sarà trovata una sede adeguata per le attività dell'associazione" e ancora "le parti possono comunque disdire per cause importanti il contratto per la fine di ogni mese, con un preavviso di 3 mesi, ed in particolare al momento dell'installazione del cantiere per le opere stradali".

In una vostra lettera del 19 dicembre 1997 affermavate: "Considerati gli impegni assunti nei confronti del Municipio di Canobbio non è tuttavia più possibile attendere l'esito di queste eventuali trattative senza rispettare, nel frattempo, la promessa fatta di liberare lo stabile entro la fine del 1997. Al proposito ricordiamo che il Municipio di Canobbio ha sempre dichiarato di opporsi a un cambiamento di destinazione all'uso dell'immobile, rendendo di fatto non applicabile il contratto del primo agosto scorso. Solo grazie alla buona volontà dimostrata dalle autorità di Canobbio si è potuto eccezionalmente aspettare fino ad oggi. Vi chiediamo pertanto di prevedere la chiusura del Centro nella sede attuale al più tardi entro il 31 marzo 1998. Questa richiesta vale come regolare disdetta entro il termine di 3 mesi ai sensi del contratto".

Vi rammentiamo che le "cause importanti" per cui il contratto di locazione può essere disdetto, in questo caso la non accettazione da parte del Comune di Canobbio del cambiamento del piano regolatore a favore del Centro Sociale Autogestito, è stata sì formalizzata il 15 gennaio scorso (e comunicataci il 19 dicembre ed il 27 gennaio) ma era già a vostra conoscenza il 2 luglio 1997 ed é stata ribadita il 21 agosto 1997 nell'incontro tra il Municipio di Canobbio ed il Consiglio di Stato. Questa giustificazione non può pertanto essere considerata, secondo il principio della buona fede sancito dal codice civile, una "causa importante".

La causa del mancato rispetto del contratto, e cioè il fatto di non aver trovato una sede definitiva per un Centro Sociale, non può essere imputata al Cantone, che ha svolto il ruolo di coordinatore, ma bensì alle autorità comunali degli otto comuni coinvolti (Lugano in primis) che non hanno rispettato gli impegni presi.

Non ci sembra né ragionevole né opportuno che sia il Centro Sociale a dover pagare le conseguenze del mancato rispetto del punto 3 del contratto, fondamentale per la nostra stessa esistenza. Dal canto nostro abbiamo sempre cercato di ottemperare alla parola data, in particolare spostandoci al Maglio e fondando l'associazione ALBA.

Il 22 dicembre, preso atto della vostra lettera del 19 dicembre, l'assemblea del Centro Sociale ha deciso di sciogliere l'Associazione ALBA a causa del venir meno della sua funzione di interlocutore nell'ambito delle trattative ormai fallite.

Nella vostra lettera del 27 gennaio 1998 si fa riferimento ad una presunta compromissione del "clima di relativa fiducia che si era instaurato, anche in vista di possibili, per ora tuttavia solo ipotetiche, soluzioni future" e ci invitavate a "prendere contatto con i competenti servizi dell'Amministrazione per organizzare la chiusura del Centro entro la data indicata del 31 marzo 1998".

Dopo un anno di trattative, fallite a causa del comportamento delle parti coinvolte, abbiamo perso la fiducia nelle autorità politiche.

L'unico spazio ottenuto, dopo aver abbandonato forzatamente e a malincuore una struttura più idonea (bruciata il 7 giugno '97 in un attentato di stampo politico i cui autori sono ancora ignoti), è l'ex Grotto al Maglio. Una struttura ubicata fuori dal tessuto urbano, che paralizza parzialmente le attività sociali, ma che rappresenta una sede indispensabile per il prosequio dell'esperienza d'autogestione.

L'abbandono di questo stabile entro il 31 marzo, non avendo ancora identificato una sede definitiva all'interno del tessuto urbano, sarebbe una soluzione irragionevole e inopportuna. Se voi doveste decidere di sgomberare l'attuale sede del C.S.O.A, sappiate che questa misura non farebbe altro che acuire la tensione sociale e che la nostra protesta scenderebbe per le strade alla ricerca di un nuovo spazio sociale da autogestire.

Anche alla luce delle conclusioni a cui é giunto il rapporto della Commissione Martinoni ("i Centri socio-culturali autogestiti rispondono ad un bisogno reale", "la loro realizzazione va considerata positivamente come nel resto della Svizzera", "l'ubicazione deve rispondere alla necessità previste ed essere inserita nel tessuto urbano") firmato dal prof. Mauro Martinoni, dal capo dell'Ufficio sociale del Dos Roberto Sandrinelli, dai sindaci di Viganello e Canobbio Sergio Macchi e Roberto Lurati, dal vicesindaco di Lugano Erasmo Pelli, dal municipale di Massagno Mario Asioli, e da un rappresentante dell'Associazione ALBA, vi invitiamo a riflettere riguardo al termine del 31 marzo e a tenere un comportamento logico e coerente.

Saluti libertari

                                                                                   L'Assemblea del C.S.O.A il Molino

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