VIAGGIO IN AMERICA LATINA

Erano mesi che per vari motivi: sia personali, che per il bisogno di trovarmi in una situazione politica più dinamica di quella ticinese, avevo deciso di (ri)mettermi in viaggio.

Avevo già viaggiato parecchie altre volte in America Latina, é un continente che mi attira da sempre e che da sempre é teatro di grandi ed esemplari lotte, che molto hanno dato al movimento rivoluzionario in tutto il mondo, ultimi esempi le esperienze degli zapatisti in Chiapas e dei contadini senza terra in Brasile.

La scelta dell'Argentina non é stata casuale. In molti siamo rimasti impressionati dall'enorme movimento popolare che spontaneamente ha letteralmente invaso le strade del paese il 19 e 20 dicembre 2001, scacciando a furor di popolo il presidente di allora. L' "Argentinazo", come sono poi state definite quelle giornate, é stato lo sfogo di un popolo che da anni sta subendo (e che si é fatto anche colpevolmente ingannare da personaggi come Carlos Menem, a dire la verità.....) le criminali politiche neoliberiste imposte dai vari organismi finanziari internazionali quali FMI, WTO, WEF, ecc, con l'accurata regia degli immancabili Stati Uniti.

Una volta tanto l'impressionante moto popolare non é rimasto un fatto isolato e da dicembre in poi sono cominciate a nascere varie esperienze politiche e sociali molto interessanti ed innovative.

Una di queste é l'assemblea popolare. Io ho avuto la fortuna di entrare a far parte di una di queste (ce ne sono un centinaio in tutto il paese) il giorno stesso del mio arrivo a Buenos Aires.

Avevo infatti mandato un email a Indymedia Argentina

(www.argentina.indymedia.org),

raccontando chi sono e da quale esperienza politica vengo (CSOA il Molino per intenderci....), parlando del mio interesse per gli avvenimenti argentini e chiedendo se ci fosse qualcosa di simile alla realta politica da cui provengo e come potermici inserire.

Le risposte non si sono fatte attendere. Con un paio di compagni la corrispondenza é andata avanti un paio di mesi e più, e alla fine sono stato accolto dall'assemblea popolare di Villa Crespo (che si chiama Gustavo Benedetto, dal nome di uno dei 35 caduti dell'Argentinazo), un quartiere centrale della megalopoli argentina (12 milioni di abitanti!).

Le assemblee popolari, si riuniscono in mezzo alla strada. Sono composte dagli abitanti della zona, in prevalenza della classe media, quella più colpita dalla crisi economica. Partecipano persone di tutte le età, dai 15 ai 70 anni, di varie estrazioni politiche (chiaramente nell'arco della sinistra) o senza nessuna formazione politica particolare.

Queste specificità sono da una parte una grande ricchezza e dall'altra un limite: infatti é secondo me molto interessante vedere trokzisti e libertari, marxisti di tutti i partiti, umanisti ecc che si ritrovano a cercare di costruire qualcosa insieme, ma ogni cosa viene discussa all'infinito, a volte in maniera inconcludente e per poter prendere decisioni concrete ....votano! cosa che per me va contro quello che ritengo un caposaldo dell'autogestione, il consenso.

Altro aspetto, che é insieme ricchezza e limite, é che le assemblee siano composte come detto, in maggioranza, dalla classe media. Il lato positivo é, come loro stessi dicono, il fatto incredibile di vedere gente, che fino a qualche mese prima pensava egoisticamente solo al proprio tornaconto, mettersi in gioco (e anche pericolosamente: la storia ci insegna che il potere in Argentina, come in tutta l'America Latina, ha uno strano concetto di "rispetto dei diritti umani"....), mettersi in una lotta per un cambio radicale, rivoluzionario della società. Ma allo stesso tempo si portano dietro l'inesperienza nella lotta, la paura, l'immobilismo tipico della classe agiata. Sono quindi, a mio modo di vedere, allo stesso tempo motore e freno di questo movimento.

Movimento, quello delle assemblee popolari, che dopo un'inevitabile declino in seguito ai primi mesi di entusiasmo, sta cominciando una nuova importante fase.

Da circa un mese, si stanno moltiplicando le occupazioni di spazi abbandonati, recuperati dagli abitanti dei quartieri per i propri bisogni. Sono ormai una quindicina, in poche settimane, le assemblee popolari che hanno fatto questa coraggiosa scelta. A volte poi, come nel caso di Villa Crespo, sono stati occupati locali che appartenevano a delle banche, scelta molto forte simbolicamente.

Le intimidazioni poliziesche, che già si facevano sentire insistentemente, aumentano. A volte vere e proprie minacce di morte.

In queste occupazioni, che ricordano molto i centri sociali, vengono svolte attività di tutti i tipi. Una che accomuna praticamente tutti gli spazi é la mensa popolare, chi puù con pasti caldi e sennò perlomeno con una merenda giornaliera per le centinaia di bambini (e non solo: arrivano intere famiglie....) che soffrono di carenze alimentari. Poi dibattiti politici e culturali, atelier di pittura e serigrafia, gruppi di psicologi, concerti, mercati autorganizzati dai disoccupati, proiezioni per adulti e bambini, appoggio scolare, rifugio notturno per i senza tetto, spazi di controinformazione....la cosa impressionante, almeno per me, é vedere l'appoggio del quale godono da parte del vicinato. A differenza delle nostre parti, il quartiere ha subito capito l'importanza di questi spazi liberati, e solidarizza concretamente. Non si pensi a quartieri interi che si mobilizzano a favore delle occupazioni, ma per lo meno nessuno mette i bastoni fra le ruote!

Dal gennaio scorso le assemblee popolari si ritrovano ogni domenica nel "interbarrial", una assemblea delle assemblee. Questo per coordinare le lotte delle varie assemblee popolari, unendole. E questa nuova importante fase delle occupazioni trova eco appunto nell'interbarrial.

Un aneddoto: quando abbiamo annunciato l'occupazione della "mia" assemblea, dicendo che il locale recuperato apparteneva al Banco Provincia (dove ha le mani in pasta Chiche Duhalde, la moglie dell'attuale illeggitimo presidente) c'é stata un'ovazione....

Mi fermo qua, per ora. La prossima volta proverò a raccontare qualcosa di altri movimenti importanti dell'Argentina in rivolta, il più importante secondo me quello dei Piqueteros, i disoccupati autorganizzati.

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