FPMR : UN ALTERNATIVA DI LOTTA POPOLARE
Nel 1973 Pinochet attraverso un cruento colpo di stato militare, assassinò nella casa
presidenziale "La Moneda" Salvador Allende ed il suo governo, "Unidad
Popular", democraticamente eletti.
Dopo dieci anni di una dittatura responsabile di assassini, torture, sparizioni ed eslii
forzati, nasce, all'interno di un nuovo quadro politico- sociale, il Frente Patriotico
Manuel Rodriguez, braccio armato del Partito Comunista. L'accuirsi delle contraddizioni
tra il popolo e la dittatura, avevano indotto infatti il PC a porre in atto, nel 1981,
la"Politica della Ribellione Popolare". Questa si siluppa in tutte le forme di
lotta, legali ed illegali, armate e non, per la sconfitta della dittatura e per dar passo
ad un Governo Provvisorio di Unità Nazionale, si basava sulla unità dei settori
antifascisti, sulle lotte delle masse e sulla componente armata come appoggio a questa
lotta. Lo sviluppo della "PRP" fu un processo difficile ma necessario per un
partito formatosi storicamente in un quadro di legalità e di lotta elettorale.
Il 14 dicembre 1983 lo spegnimento improvviso dell'illuminazione nazionale,
l'autodistribuzione popolare degli alimenti sottratti ai veicoli addetti ai loro
trasporti, l'assalto simultaneo di tre armerie nel pieno centro di Santiago, il sequestro
di Sebastian Bertolone, vice direttore de "La Nacion", periodico rappresentante
della dittatura, fecero conoscere al Cile il FPMR e le forze indite di lotta che stavano
prendendo piede. Tutto ciò svegliò l'entusiasmo di un popolo oppresso a cui erano negati
i diritti più elementari.
L' obiettivo del FPMR era quello di portare la lotta aduno stato di ribellione
generalizzato, che paralizzasse il Paese. Il culmine di questo processo avrebbe dovuto
essere l'occupazione da parte delle masse dei principali centri politici del paese.
Soprattutto a partire dal 1985 il gruppo fondatore, con una solida preparazione politica e
militare, venne arricchito da compagni/e " spesso senza una grande esperienza
militante, che però allargarono le frontiere del Fronte verso il popolo con solidarietä,
capacitä di rinuncia, coraggio, senso di classe, elementi insostituibili per la
costruzione di una organizzazione rivoluzionaria ".
Dopo anni di lavoro ed azioni militanti dall'importante spessore politico, effettuati dai
vari movimenti d'opposizione, finalmente verso la fine del 1986 nel paese si presentarono
le condizioni oggetive per compiere un ulteriore passo verso l'ottenimento della sconfitta
dittatoriale. In quell'anno per esempuio un commando del FPMR fece un imboscata al Tiranno
ed alla sua scorta. Pinochet sopravvisse a questo attentato : la sua auto blindata fu
colpita da quarantasei proiettili M-16 e due razzi Low. Azioni come qusta contribuirono ad
accelerare l'uscita dalla dittatura.
Il governo nordamericano che aveva promosso il golpe militare, avvertiva i gravi pericoli
che stava affrontando la dittatura, dietro la minaccia rivoluzionaria. Così dopo aver
allacciato saldi rapporti con la socialdemocrazia mondiale e la democrazia cristiana
internazionale, impose una politica di ricerca per una transizione negoziata dalla
dittatura, dalla quale poteva derivare un governo retto dall'opposizione di centro,
purchè venisse rotta ogni relazione con le organizzazioni ed partiti rivoluzionari.
Obiettivo, trasferire la mobilitazione dalle strade alle urne.
L' "opposizione democratica ", formata da democristiani rinnovati di sinistra,
fece di tutto per abbassare il livello delle proteste nazionali, con lo scopo di
allontanare il popolo dalla mobilitazione, impedendo una soluzione realmente popolare.
Il PC constatò la complessa situazione che si produsse negli ultimi mesi del 1987. La sua
situazione oggettiva di isolamento, si unì a quella del resto dei partiti del Movimento
Democratico Popolare (formato dal PC, dal Partito socialista, Almeyda e dal MIR) rispetto
ai partiti promotori del progetto borghese. Le mobilitazioni decaddero ed il centro del
dibattito si sviluppò lontano dalla sinistra. Parallelamente ai fatti cileni, il processo
della Perstojka nell'URSS, iniziato nel 1985 cominciò a far tremare le strutture
politiche dei partiti comunisti nel mondo.
Il comportamento di fronte a questo panorama fu il lento abbandono delle componenti
militari della PRP, ristabilendo il " che fare " e ricomponendo il quadro delle
alleanze nell'interesse della creazione di condizioni politico sociali per sconfiggere la
dittatura. Nel dicembre 1986, il PC in una dichiarazione pubblica congiunta con altri
partiti della sinistra si appellò tra le altre cose a " non militarizzare la
politica " ; non rifiutò la proposta del progetto borghese di elezioni libere ma
cercò di conferirli un carattere diverso. Fece un primo passo con l'abbandono della
strategia di rottura adottato fino a quel momento, e prese sempre più piede lo scenario
elettorale.
Dal canto loro i compagni del Fronte aspiravano per il Cile a qualcosa di superiore che ad
un ricambio " democratico ", coscienti che il livello di lotta e di sacrificio
del popolo della sua lotta anti-dittatoriale meritasse molto di più che un mero
cambiamento di occupante la poltrona del palazzo de La Moneda .
I primi passi del FPMR, come organizzazione indipendente sono stati difficili e complessi.
La formazione politica dei suoi quadri e la rigida compartimentazione del lavoro
clandestino, ostacolavano lo sviluppo dei nuovi compiti politici che il Fronte si
proponeva nel cercare di dare contnuità alla politica di Sollevazione nazionale. In
questo contesto si iscrive la " operazione principe " : il sequestro del
colonnello Carlos Carreno dalla sua casa nella zona di Reina, portata a termine il 1.
Settembre 1987, e liberato 92 giorni dopo in Brasile, a seguito della distribuzione di
generi alimentari, vestitie giochi alla popolazione di Santiago, tra le condizioni del
riscatto. Ciò contribuì ad elevare il morale combattivo ed il prestigio del Frente nei
confronti di diversi settori dell'opinione pubblica nazionale ed internazionale, ed ebbe
anche come effetto il rinnovamento del dibattito ele prese di posizione politiche
all'interno della sinistra cilena nel quadro della transizione condotta dalla dittatura.
Il FPMR si trasformò da apparato in organizzazione politico-militare, affermando adesso
la Sollevazione nazionale come strategia di Potere, proiettandola più in la della fine
della dittatura. Da li nasce la nuova analisi nei confronti delle Forze Armate : non più
azioni per l'indebolimento politico e morale ma battaglia aperta sul terreno prettamente
militare, " guerra di tutto il popolo in tutto il territorio ".
Nell'aprile 1998 si fecero più evidenti i cambiamenti nella struttura sociale politica
del paese, che si caratterizzavano per l'accelerazione di uina uscita negoziata dalla
dittatura, ed una sinistra che davanti al timore di rimanere isolata, cominciava a
ripegare disordinatamente. La negozziazione ebbe come risultato la convocazione al
plebiscito nell'ottobre del 1998, che divenne il centro dell'attività politica. Anche le
masse furono spinte verso la via elettorale.
Tuttavia, in questo periodo, il Fronte arrivò alle seguenti conclusioni : " si è
generato nel nostro paese in questi ultimi anni una situazione potenziale di lotta che
permette di affermare la possibile mobilitazione delle masse per le strade a combattere ed
a sollevarsi in armi ". Ed aggiungevano : " le masse esigono dall'avanguardia
che questa mostri un'alternativa chiara e percorribile. Esigono presenza e qualità
militare superiore per inserirsi nella lotta ". L'elaborazione di questo pensiero si
tradurra successivamente nella Guerra Patriottica Nazionale.
Le analisi del Frente sulla propria condotta politica per quel periodo, 1988, dimostrarono
ai suoi militanti che avevano trasferito in modo meccanico le potenzialità della lotta
dell'anno 1986, basandosi sui fattori puramente soggettivi. Avevano ritenuto
quell'esperienze come qualcosa di statico e non come un fenomeno dialettico, sostenendo
" che lo spirito e la combattività delle masse è in uno stato latente ".
Quelle circostanze che raggiunsero la loro migliore espressione nel luglio 1986, con le
giornate nazionali di protesta non tornarono mai più a ripetersi né per qualità né per
quantità. Quello che effetivamente risultò evidente fu che mentre il Frente andava in
una direzione, il popolo andava verso un'altra.
La seconda valutazione errata consistette nel credere che il plebiscito del 1988 si
convertisse in una frode da parte del regime, con il fine di continuare il suo dominio.
Tale frode non ci fu e, al contrario, i votanti del " NO " convertirono il
trionfo elettorale in una grande festa popolare. Tuttavia, il FPMR ratificava e precisava
alcuni elementi relativi all GPN, definita come " un processo globale ed integrale di
lotta, che combina l'aspetto militare, quello politico, la mobilitazione sociale, ogni
espressione di lotta e, dove abbiano spazio, tutti i patrioti che si propongono la
sconfitta del nemico, mediante la combinazione di attacchi su tutti i fronti. Questo
perché l'espressione militare era il fattore principale per vincere la guerra e portare
al decisivo logoramento fisico e morale del nemico ".
L'anno 1989 fu fondamentalmente di riorganizzazione. Sul piano del lavoro di massa, il
Frente sviluppava per la prima volta esperienze che cercavano di fare politica nel mondo
sociale, costruendo i chiamati referenti patriottici : il Movimento del Popolo
Intransigente, il Movimento Dignità e Giustizia e la Gioventù Patriottica. Queste
istanze furono uno sforzo per interpretare le domande e le rivendicazioni giovanili e
popolari così come i diritti umani. La mancanza di definizioni chiare, sul carattere,
sulla forma e sugli obiettivi di queste istanze insieme all'evidente riflussi del
movimento sociale determinarono però la loro breve vita.
I cambiamenti politici che operavano nel paese andarono ottenendo in breve tempo quello
che la dittatura non ottenne : neutralizzare la mobilitazione del movimento sociale, il
rifiuto del partitismo e l'apatia, nel mezzo di una " fiorente crescita economica
" e del bombardamento di massa di anti-valori come il consumismo e l'individualismo.
Durante il 1991 si fece più evidente il basso profilo del FPMR a tutti i livelli e si
aprì una breccia maggiore tra l'idea e l'azione, ciò andò creando un quadro di
insoddisfazione, che contribuì affinchè vari compagni si sottraessero lentamente al
lavoro, in mancanza di risposte concrete che permettessero di superare la situazione
creatasi. Si arrivò così alla Consulta Nazionale del marzo '91. Questo momento di crisi
si manifestò nella pratica e colpì il Frente con la perdita di valorose vite per mano
del regime civile, che perfezionava i meccanismi di repressione ed annichimento dei
rivoluzionari.
La pseudo-democrazia cilena si basa ancora sulla Costituzione forgiata durante la
dittatura e che ha reso ad esempio possibile, alla fine del 1997, la nomina del dittatore
Pinochet a senatore a vita con conseguente impunità.
Attualmente il Fronte si trova in una nuova fase di ristrutturazione politica ed organica.
" che fare ? domanda classica. Primo passo : comprendere attuando. Secondo passo :
attuando, comprendere. Credo che si debba lavorare in molteplici sensi. Dobbiamo essere
come i girasoli. Come sono i girasoli ? Sono organismi che si nutrono della vita con le
loro radici di acqua , di terra e di sole ; si muovono cstantemente per assimilare meglio
l'energia e l'allegria. I girasoli sono generosi, lanciano al vento iloro semi per
fecondare più vita. E ciò che ö più important, i girasoli non perdono mai il nord.
Sanno verso dove cammina la vita. Sebbene ci sentiamo soli, sebbene ci assalti la
disperazione, sebbene le scadenze sembrino molto lontane, dobbiamo essere ognuno un
girasole attivo ".
" Per la memoria ed il ricordo dei nostri eroi
facciamo del rodiguismo un'alternativa di lotta popolare "
Venerdi 4 settembre alle 21.30 al CSOA Il Molino :
conferenza tenuta da un rappresentante del FPMR, con il quale sarà possibile
interscambiare opinioni e chiarire dubbi
Questa é una delle tappe del tour informativo che egli sta svolgendo a livello europeo.