RIUSCITO IL REFERENDUM
CONTRO LA LEGGE SUL LAVORO VOTIAMO NO IL 29 NOVEMBRE
La legge sul lavoro é considerata uno dei testi più importanti per ciò che riguarda la
tutela dei lavoratori. Da anni ormai la destra propone delle revisioni di questa legge,
che pure nella forma attuale rimane insufficiente, con lo scopo di alleggerire le
normative troppo rigide.
Nel marzo 1996 il parlamento federale approva una revisione particolarmente provocatoria
che viene nettamente bocciata nella votazione popolare del 1 dicembre 1996.Come spesso
accade però il parere del popolo non viene preso in considerazione e così sotto
l'impulso delle forze padronali il 18 dicembre 1997 (quindi ad 1 anno solo di distanza
dalla bocciatura popolare) il parlamento ripropone la revisione di questa legge. Elementi
qualificanti di questa revisione sono l'allungamento della giornata lavorativa diurna fino
alle 23, l'abolizione del divieto di lavoro notturno per le donne nell'industria, la
soppressione di tutte le procedure di autorizzazione per il lavoro straordinario, la
liberalizzazione del lavoro domenicale.
Per combattere questa ennesima provocazione parlamentare e per impedire un così drastico
peggioramento delle condizioni di lavoro per le lavoratrici ed i lavoratori, si é
costituito la scorsa primavera il comitato referendario, che in tre mesi ha raccolto con
successo più di 55000 firme. Il Centro sociale il Molino ha sostenuto con convinzione
questa campagna, aderendo al comitato referendario che si è costituito in Ticino (e al
quale hanno dato la loro adesione oltre al Centro sociale, diversi sindacalisti,
collettivi studenteschi e singoli compagni) giocando un ruolo decisivo nell'ambito della
raccolta firme nelle realtà giovanili e studentesche. Nelle prossime settimane si
tratterà di impostare una vera e propria campagna, la più ampia possibile, a livello
regionale, cantonale e nazionale, in vista della votazione federale sulla legge del
lavoro, posta in votazione dal Consiglio federale il 29 novembre prossimo.
Per il Centro sociale sarà questa un'altra sfida ed un'ulteriore occasione per misurarsi
sul terreno delle politiche economiche, sociali e del lavoro portate avanti dalle classi
dominanti di questo paese e troppo spesso condivise dalla sinistra socialdemocratica e
dalle direzioni sindacali. Un'occasione questa, comunque da non perdere, per cercare di
incidere maggiormente nel tessuto sociale e per costruire riflessioni e percorsi
collettivi con tutte quelle realtà che cercano di opporsi all'offensiva neoliberista.