E' tempo di euskal herria
Il popolo basco chiede liberta giustizia democrazia e solidarieta internazionale.
Per molti anni il popolo basco ha aspettato di decidere per il proprio futuro in libertà, e quel momento sembrava essere arrivato. Infatti, la situazione politica generata dallo storico accordo di Lizarra Garazi del 12 settembre 1998, approvato dalla maggioranza sociale di Euskal Herria e la tregua unilaterale decretata dall'organizzazione ETA, aveva aperto la porta della speranza. Una speranza di iniziare seriamente un processo di pace e indipendenza che il popolo basco rivendica ormai da 150 anni, Un sogno di una Euskal Herria libera, democratica, giusta e solidale.
Alcune delle condizioni minime per incamminare questo processo di dialogo, è che tutti i cittadini baschi possano prenderne parte senza nessun tipo di pressione. Per tanto una Amnistia Generale senza condizioni è imprenscendibile per arrivare alla pace. Le scarcerazioni di tutti i prigionieri politici e non (anche dalle carceri francesi o di altri paesi), e il ritorno in Euskal Herria degli esiliati. Inoltre è assolutamente necessario che le forze armate spagnole e la Guardia Civil non influiscano in questo processo .Cio nonostante, nei paesi baschi è ancora in vigore la legge antiterroristica e il governo spagnolo non ne vuole sapere di pace e amnistia, l'esempio palese è la quarta polizia Ertzantza che, viene impiegata per reprimere gli avversari politici, le manifestazioni popolari e operaie, sino ad ammazzare militanti dell'ETA. Già abituati alle brutalità della Policia Nacional e della Guardia Civil, l'arrivo della Ertzantza, ha sconcertato molti baschi, infatti a volte erano gentili, altre volte violentissimi, oggi tranquilli e domani a calci. Però subito dopo i primi arresti e i primi interrogatori, si intuisce di che pasta sono torture fisiche, psicologiche e violazioni assurde dei diritti umani, quindi mettiamo subito in chiaro un paio di cose.
Violenza fisica
Grande violenza al momento dell'arresto, puntandoti l'arma carica mentre vieni sbattuto per terra, schiacciandoti nel contempo la testa con l'arma
Utilizzazione della tecnica caldo/freddo, e creando quello che si denomina stress del tempo. Per esempio durante un interrogatorio, ti coprono con una coperta fino che sei completamente sudato, a quel punto ti tolgono la coperta e ti sbattono in cella senza vestiti, lasciandoti morire di freddo, ma la tortura continua, impedendo il sonno, spegnendo e accendendo la luce, dando colpi alla porta della cella, obbligandoti a far flessioni o a stare nella medesima posizione per ore. Ti bendano per giorni interi e non ti danno da mangiare e da bere, ti negano i medicamenti. Denunce presso Amnesty International parlano di immissione nelle celle di virus e funghi che, mirati in svariate parti del corpo, portano alla morte. Esteban, un prigioniero politico che da tre anni doveva lasciare il carcere per motivi gravi di salute, è morto due settimane fa 10 giorni dopo essere stato rilasciato.
Violenza psicologica
Minacce di morte al detenuto e ai parenti, minacce di far apparire la morte come suicidio, minacce di consegnarti alla Guardia Civil ( gli ufficiali di questo corpo poliziesco sono per la maggior parte ex soldati di Franco ), minacce di utilizzare elettrodi o vasche da bagno elettrizzate
Interrogatori estenuanti, fino a stancarti psicologicamente, formulando sempre la stessa domanda per creare incertezza e confusione. A questi interrogatori, partecipano da 20 a 50 agenti della Ertzantza.Quando uno di questi sbirri esce dalla sala, nella abitazione al lato, ci sono altri agenti e psicologi che verificano le risposte di altri detenuti. Se non corrispondono rinizia il calvario
Altra tortura psicologica? perdita della cognizione del tempo, non sai più che giorno è, se è giorno o è notte, ti sballano tutti gli orari dei pasti, e quando ti interrogano non puoi sapere la data,
Fermandomi alcuni giorni a Bilbao, ho avuto modo di constatare che uno dei responsabili di tutta questa repressione violenta, è il giudice Garzon, alla ribalta della scena internazionale per aver chiesto l'estradizione di Pinochet.ai giudici inglesi.Nei paesi baschi e catalunia Garzon è ritenuto colpevole delle torture e della morte di moltissimi prigionieri politici.
A questo punto una compagna si avvicina e mi chiede se ero al corrente che Hitler era vegetariano .Il tempo di due chiacchere e la discussione si concentra su un cartello che, in tutti i ritrovi baschi ho visto " qui non sono desiderati comportamenti maschilisti e omofobi, percui invitiamo tutte le donne, omossessuali e lesbiche a essere se stessi e a non sentirsi a disagio " In Euskal Herria la liberta è intesa anche sotto questo aspetto e la donna è molto considerata e rispettata come in pochi angoli del mondo. Con il passare dei giorni, mi rendo conto della grande solidarietà del popolo basco nei confronti dei prigionieri/e, infatti, tutti si conoscono ,tutti hanno un parente o un amico/a in prigione, il popolo si organizza con manifestazioni per l'amnistia. La stessa solidarietà vale per il problema degli sgomberi violenti che centinaia di famiglie basche subiscono da parte della Ertzantza e della Guardia Civil sarcasticamente giustificate dal municipio con la vile speculazione edilizia del quartiere piu antico di Bilbao. Stranamente molte di queste famiglie hanno un parente in carcere Anche la manipolazione dei media è combattuta per esempio Canal 5 di Berlusconi e giornali come El Pays, Diario de Navarra o TVE e Canal+ , come pure il lavoro temporaneo (presenti ditte svizzere) e lo sfruttamento delle classi operaie. Ritornando al discorso della manipolazione dei media informativi, faccio un esempio di come i media possono nascondere fatti e incitare l'intolleranza tra i popoli. sapevate che sin dal 1995 ETA ha chiesto la tregua al governo spagnolo? sapevate che in questo periodo di 3 anni il governo spagnolo ha approffitato per provocare il conflitto con ETA? Reclutando paramilitari e facendo riesumare i cadaveri dei militanti baschi dalle fosse comuni andaluse il governo spagnolo ha deliberatamente provocato il popolo basco. Queste strategie meschine sono state appositamente studiate per generare una guerra sporca, di bassa intensità, e per reprimere il malcontento popolare basco che, da sempre spera nella libertà, nella democrazia e nella giustizia Sono le cinque del mattino e alcuni compagni mi invitano per un caffè prima della mia partenza entro nel locale e mi accorgo di un grande manifesto con ritratto il SubComandante Marcos che lancia il messaggio al popolo basco Le parole sono armi libertà democrazia giustizia.
Gia si intravvede l'orizzonteFrancisco Gomez in resistenza