Fuori i compagni dalle galere
Francesco da circa un mese è in prigione, dovrà scontarne altri cinque prima di poter rivedere e risentire la libertà.
Francesco è solo l'ultimo degli obiettori di coscienza che in questo stato vengono ancora condannati ad espiare un periodo della propria esistenza in gattabuia. Il suo rifiuto per il militare, il suo odio nei confronti delle armi, della violenza in generale, il suo amore per la vita e la libertà lo hanno portato ad una condanna di sei mesi di prigione da espiare.
Ma non esiste il servizio civile direte voi? Certo. Con l'introduzione della nuova legge sul servizio civile nel 1994 sembrava che la questione obiezione di coscienza prendesse finalmente una via in direzione del riconoscimento totale. Purtroppo a distanza di cinque lunghi anni abbiamo dovuto ricrederci poiché non sono pochi coloro che hanno dovuto comunque subire un vergognoso processo militare e di conseguenza la galera.
Nei primi due anni dall'introduzione della legge la percentuale di accettazione al servizio civile in sostituzione del servizio militare era abbastanza alta. Evidentemente l'innalzamento delle richieste negli ultimi tre o quattro anni hanno dovuto rivedere la selezione.
Ecco che nella media nazionale circa il 30% delle richieste vengono rifiutate, mentre a livello ticinese la percentuale si alza fino a 35-40%, perché?
Al momento della richiesta di poter far capo alla nuova legge viene spedito un formulario da riempire e rispedire a Berna. In questo formulario viene richiesto di giustificare per iscritto la scelta di non far parte dell'esercito, piuttosto di svolgere lavori di pubblica utilità.
Più esattamente si richiede al candidato di precisare e situare nell'arco della propria vita dove si trova o dove si è avuto il conflitto di coscienza, nel caso specifico quali libri, quali amici che cosa quindi in particolare abbia influito sulla mia coscienza e mi abbia fatto cambiare idea sul militare. Inevitabilmente una volta spedito il formulario, lo stesso ritornerà indietro poiché si richiede al candidato di specificare meglio dove e come si situa nella propria vita il conflitto di coscienza. Ecco che a questo punto si è ricevuti a Berna negli uffici dell'Ufiaml da un commando formato da due assitenti sociali, un'insegnante, un prete e il segretario che si occupa di verbalizzare l'incontro. Evidentemente le spese per andare a Berna sono a carico del richiedente. Un'oretta di colloquio nella quale ti occupi di ripetere quanto già scritto sul formulario. Alcuni giorni successivi e la risposta definitiva arriverà: positiva o negativa che sia.
Il diritto,quindi, dell'obiezione di coscienza è ben lontano dal riconoscimento finchè vi sarà una valutazione di "esperti" atti a giudicare il mio conflitto di coscienza. Tanto più che si intravvede nel lavoro di questi esperti una furiosa ossessione nella ricerca di un colpevole nella mia scelta di non accettare il servizio militare. Che sia un libro, che sia un partito, che sia la compagnia di amici forse un po' troppo politicizzata (a sinistra naturalmente) non ha importanza; il colpevole va trovato altrimenti non se ne fa nulla.
L'obiezione di coscienza va riconosciuta come tale senza valutazione ma come diritto. L'esclusione dall'esercito deve essere automatica dal momento della richiesta di obiezione di coscienza. Non devo andare di fronte ad una commissione per essere giudicato e non devo svolgere nessun lavoro di pubblica utilità per nessuno tantomeno se sottopagati come attualmente succede. Questo è il riconoscimento dell'obiezione di coscienza.
Risulta molto difficile ora come ora costruire una crociata contro il servizio civile, poiché questa ormai è stata accettata dall'opinione pubblica come soluzione a chi non vuole fare militare. Una presa di posizione in questo senso andrebbe sicuramente contro corrente alle opinioni del popolo ma è tuttavia inaccettabile che delle persone vengano rinchiuse ancora oggi in galera poiché rifiutano il servizio militare. E' necessario un cambiamento affinchè giustizia sia fatta.
Come Stato neutrale ci complimentiamo con la Confederazione, poiché con questa politica sull'obiezione di coscienza la riporta sul piano internazionale fra le primenazioni con il maggior numero di prigionieri politici, che vengono giudicati ed imprigionati secondo le proprie opinioni. La reazione della gente di fronte a questi avvenimenti è di totale indifferenza. La gente in questo paese è stata ammorbidita politicamente, non ha una posizione, viene portata a non pensare per essere meno pericolosa, importante è lavorare e produrre e poi tutti a casa a guardare la Tv.
Bisogna uscire da questo schema, non bisogna essere per forza dei rivoluzionari ma almeno parlare, dire la propria, contestare se c'è da contestare, arrabbiarsi se c'è da arrabbiarsi.
E non ci vengano a dire i soliti paternalisti che il militare fa bene, fa diventare uomini, veri uomini.................di merda. Sappiamo cosa succede nelle caserme militari, sappiamo che vengono fatte esercitazioni militari contro ipotetici invasori albanesi o jugoslavi, sappiamo che l'esercito lo stanno preparando per le funzioni interne (sommosse o manifestazioni varie), sappiamo delle azioni di stupido nonnismo, sappiamo che vengono fatte marce di resistenza estrema nelle quali giovani ventenni vengono spremuti fisicamente fino anche alla morte sappiamo anche di qualche naziskin che si diverte con il coltello contro un proprio "collega" (gioco pericoloso quando il rischio è che si rivolga contro, okkio).
Altro che diventare buoni soldati (o veri uomini) la scuola reclute produce solo mentalità chiuse, fasciste.