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Non permettiamo che uccidano Jamal !!!

Mumia Abu Jamal è un giornalista nero noto per le sue battaglie contro la corruzione e la brutalità della polizia e dell'amministrazione in Pennsylvania, conosciuto come "la voce dei senza voce".
A 16 anni era già ministro dell'informazione del Black Panther Party ed inseguito divenne sostenitore di MOVE ( comunità nera autogestita massacrata dalla polizia di Philadelphia). Nel 1980, a 26 anni, divenne Presidente della "Black journalist association".
Anche dalle spaventose condizioni del braccio della morte, Jamal continua a parlare come portavoce degli oppressi in articoli che compaiono regolarmente nei giornali di tutto il paese.

Il fatto per cui e' condannato

Quel giorno, il 9 dicembre del 1981, il giornalista aveva un appuntamento con il fratello. Il ragazzo era lì, dall'altra parte della strada. Ma non era solo. C'era un poliziotto che gli contestava una contravvenzione e lo faceva con molta violenza, gli metteva le mani addosso. Mumia Abu-Jamal attraversò di corsa la strada, gridando che lo lasciasse stare. Il poliziotto si voltò verso di lui e freddamente gli sparò nello stomaco. Il giornalista cadde a terra, in una pozza di sangue. Perdette i sensi. Erano in un quartiere nero. Gli Stati Uniti sono pieni di gente che va legalmente in giro armata. Qualcuno vide che avevano sparato a Mumia, popolarissimo radiocronista. Quel qualcuno sparò tre volte al poliziotto e lo ferì a morte.
Ma fu Mumia Abu Jamal ad essere accusato.
Benché gravemente ferito, dopo l'arresto, Jamal venne picchiato dalla polizia, preso a calci, sbattuto contro un palo e scaricato sul pavimento di un ospedale, dove venne picchiato di nuovo.

Il processo

* False testimonianze portate dall'accusa. I testimoni di Mumia vennero intimiditi. Quattro affermarono comunque di aver visto un terzo uomo sparare al poliziotto e fuggire dalla scena. L'accusa ha prodotto come testimone una guardia di sicurezza dell'ospedale che sosteneva di aver sentito Jamal confessare di aver sparato. L'ufficiale che tenne in custodia Jamal e rimase con lui, riportò, però, che Jamal era rimasto in silenzio per tutto il tempo. La sua testimonianza non fu presentata al processo (e non fu la sola!). La difesa si sentì dire che il testimone era "in vacanza" ed irreperibile.

* Non gli venne concesso l'avvocato di sua scelta, più volte venne espulso dall'aula mentre esercitava il suo diritto all'autodifesa e gli venne assegnato un impreparato avvocato d'ufficio.

* I giurati erano per lo più amici e/o parenti di poliziotti che dichiaravano inoltre apertamente di essere razzisti verso i neri. Alcuni giurati neri erano stati sostituiti perché non obbiettivi!

* Il giudice, Albert Sabo, era un ex sceriffo e grande amico del capo della polizia Frank Rizzo. Era anche membro della Fratellanza della polizia di Philadelphia, la lobby che ha condotto per anni una campagna di distruzione contro la comunità nera Move di Powelton Village e che oggi reclama la morte del radiogiornalista nero Mumia Abu-Jamal che con le sue appassionanti e precise cronache in diretta denunciò l'intero dipartimento e, nome per nome, i singoli poliziotti che più si distinguevano in azioni brutali contro persone pacifiche, contro donne e contro bambini. Questo giudice soprannominato "capestro" è stato inoltre autore di 32 condanne a morte (2 bianchi e 30 neri).

* La pubblica accusa McGill gli chiese se credesse ancora a uno slogan delle pantere, cioè alla famosa frase di Mao Tse-tung "Il potere nasce dalla canna del fucile". Mumia rispose che importava poco se lui ci credesse o no; il fatto era dimostrato dalla storia degli Stati Uniti: i bianchi avevano conquistato il potere usando, contro i nativi americani, il fucile e non la democrazia. La domanda di McGill era comunque del tutto illegale, perché voleva convincere la giuria della potenzialità omicida di Mumia Abu-Jamal con la sua trascorsa appartenenza al Black Panther Party. In un caso analogo, quello del bianco David Dawson, la Corte suprema aveva annullato la condanna a morte perché l'accusa aveva usato, come argomento per condizionare la giuria, l'appartenenza di Dawson alla Fratellanza ariana, un'associazione neonazista. Ma il giudice Sabo permise a McGill di procedere. E la Corte suprema della Pennsylvania, quando Mumia Abu-Jamal fece ricorso richiamandosi proprio al caso Dawson, convalidò il verdetto contro il giornalista nero. McGill garantì la condanna a morte dicendo alla giuria quasi del tutto bianca che l'appartenenza di Jamal al Partito delle pantere nere e l'utilizzo 12 anni prima dello slogan: "potere al popolo" e del vecchio detto maoista "il potere politico cresce sulla punta del fucile", "provavano" che si trattava di un "assassino di poliziotti".

Fu così che Mumia Abu Jamal venne condannato alla pena capitale per le sue convinzioni e le sue attività politiche e dal 1982 si trova nel braccio della morte.

Nel 1995 ricominciarono le esecuzioni nello stato della Pennsylvania. L'avvocato di Mumia annunciò che il 5 giugno avrebbe chiesto la sospensione della sentenza per il suo cliente e la revisione del processo in base ad una nuova documentazione faticosamente acquisita. Il 10 giugno, con mossa a sorpresa, il governatore repubblicano della Pennsylvania, Thomas Rigde, firmò l'esecuzione di Mumia che avrebbe avuto luogo il 17 AGOSTO 1995. Fortunatamente la forte protesta nazionale ed internazionale ebbe un effetto positivo.
La sentenza venne sospesa e Mumia ricorse alla Corte di Appello, ricorso finito praticamente in nulla, viste le ultime nuove (altra dimostrazione su come funziona la giustizia Usa).

Attualità

Il Gov. Thomas Ridge ha firmato la nuova data di esecuzione di condanna a morte per Mumia Abu-Jamal, il 2 Dicembre 1999.
È già stato trasferito al 2° livello in totale isolamento e quindi senza più la possibilità di farci arrivare la sua voce. Può darsi che sia "solo" una mossa per farlo tacere.
Il timore, però, è che questa volta vogliano assolutamente eliminarlo, in quanto è possibile che presto cambino molte cose per rapporto alla pena di morte negli Stati Uniti.
Perciò ora che l'attenzione si è sviata su mille altre questioni, è importante compattare nuovamente la nostra lotta anche per fare giustizia nella questione di questo prezioso compagno.
Mumia e' sempre stato la nostra voce. In questi durissimi anni di detenzione non ha mai mancato di difendere tutti gli oppressi, con i libri, con le interviste, con gli innumerevoli interventi che rilascia quasi quotidianamente.
Mumia ha lo spessore politico e rappresentativo al pari di un Malcolm X, di un Martin Luther King. Permettere la sua uccisione ci vedrebbe tutti, se pur indirettamente, colpevoli.
Ma Mumia non è proprietà degli Stati Uniti. Mumia è di tutti noi, rappresenta e rivendica la nostra quotidiana impotenza, è una voce contro un intero impero.

Facciamo appello a tutti coloro che non desiderano continuare questo oltraggioso silenzio di farsi sentire e di aggiornarsi quotidianamente sullo stato delle cose:

1) Consultate il sito ufficiale italiano dedicato a Mumia, a cura della associazione culturale Malcolm X:

http://mumia.malcolmx.it
Qui ci sono novità aggiornate in tempo reale dall'America ma anche      eventuali promozioni di iniziative italiane .

Chi vuole e può dare una mano, può mettersi in contatto con lo

0039 0347 6408457

2) Scrivete e fate sentire la vostra voce telefonando, faxando al Gov. Thomas Ridge, che ha appena firmato la nuova data di esecuzione. Ecco i suoi dati:

Gov. Thomas Ridge.
Main Capitol Bldg., Rm 225
Harrisburg, PA 17120
(717) 787-2500 (ph)
(717) 772-8284 (fax)
(717) 783-3369 (fax)




(Scintilla

Notizia dell'ultima ora: l'esecuzione di Mumia è stata rinviata ma dobbiamo continuare a tenere occhi e orecchie aperte per mobilitarci appena ve ne sia il bisogno, soprattutto perché non sappiamo né a quando è stata rinviata né quali siano le attuali condizioni di detenzione di Jamal dopo questa decisione!!!! Ci/vi terremo aggiornati/e!!!