Protagonista di una storia di ordinaria ingiustizia a stelle e strisce
Gli Stati Uniti processano un bambino di undici anni per incesto aggravato ai danni della sorellina di cinque anni, beccati a giocare al "dottore", così come fanno tutti i bambini. L'intervento di una vicina di casa ha fatto sì che Raoul, questo il nome del bambino, venisse tradotto in un carcere, dove si trova dal 31 agosto. Il piccolo ha già dovuto subire una serie di trattamenti (o meglio: maltrattamenti) che di solito vengono riservati ai peggiori criminali: al momento dell'arresto è stato ammanettato e ad un'udienza davanti al giudice gli sono state messe le catene ai piedi.
Agli occhi degli operatori del sistema giudiziario locale (Contea di Jefferson, Colorado), doveva essere una storia di ordinaria amministrazione: un semplice nuovo caso di molestia sessuale da parte di un minorenne. Come ne accadono a decine ogni anno in quello stato americano.
La doppia cittadinanza svizzero-americana del ragazzo (il papà ha il passaporto rossocrociato) ha invece dato una rilevanza internazionale al caso, portando alla luce uno scontro culturale tra l'Europa e l'America sulle modalità di trattamento dei minori da parte della giustizia e sull'atteggiamento culturale in materia di sessualità.
I giornali svizzeri ed europei, da settimane si interrogano su questo episodio, che sta mettendo ancora una volta in evidenza le debolezze della giustizia a stelle e strisce. La vicenda è però anche un'occasione per riflettere sull'aridità umana dei sobborghi benestanti in cui risiede la maggioranza della classe media americana. Il quartiere di Evergreen, dove vive la famiglia di Raoul, dista pochi chilometri dal liceo Columbine di Littleton dove lo scorso anno due adolescenti fecero irruzione in un'aula sparando all'impazzata e uccidendo quindici persone. Evergreen, Littleton e altri sobborghi disseminati in tutta l'America sono quartieri di case monofamigliari allineate lungo strade che portano al nulla. Schiere di abitazioni con una media di due-tre macchine per famiglia. Nessun negozio, niente piazze o ritrovi pubblici. Per partecipare alla minima forma di vita sociale occorre prendere l'automobile e viaggiare per almeno una decina di chilometri. In questo scenario ognuno, bambini e adolescenti in primo luogo, è abbandonato al proprio destino. E a questo proposito la dice lunga la decisione dei due genitori (sui quali sono emerse non poche zone d'ombra) di scappare in Svizzera, la sciando il piccolo Raoul nelle mani della giustizia americana. Una giustizia sulla quale val la pena fare alcune riflessioni. Al di là delle speculazioni sulle possibili ragioni delle molestie di cui è accusato Raoul, va infatti detto che il piccolo si è venuto a trovare nella zona di convergenza tra due delle più gravi derive del sistema giudiziario Usa. La prima è la politica della "tolleranza zero" nel trattamento della delinquenza minorile. Nell'ultimo decennio la struttura giudiziaria e penale americana ha deciso di trattare i minori come adulti. Questo "per evitare che i piccoli delinquenti di oggi possano costituire il bacino della criminalità di domani". Un esempio su tutti: lo stato del Texas ha abbassato a undici anni il limite d'età per la condanna a morte. Unica concessione, se così si può chiamare: l'esecuzione non può avvenire prima dei 17 anni.
Risultato di questa radicalizzazione della giustizia americana: i minorenni (con meno di 18 anni) nelle carceri americane sono ormai 90mila, di cui 9'700 lo scorso anno sono stati processati come adulti.La seconda risposta smisurata è invece quella del trattamento dei reati legati al sesso. In risposta al pur crescente volume di crimini di questo tipo, l'America ha messo in campo mezzi a dir poco assurdi. L'Fbi ha creato uno schedario di tutte le persone coinvolte in reati sessuali e le autorità locali sono obbligate a segnalare in ogni quartiere l'arrivo di persone con precedenti penali di questo tipo. Seppur giustificata in alcuni casi, la sessuofobia è diventata un'ossessione che si è allargata a tutti i settori della vita sociale. Nello stato della Virginia, direttive interne nelle scuole sconsigliano per esempio ai docenti contatti visivi con gli sguardi degli allievi superiori ai tre secondi. Spingersi oltre significa esporsio al rischio di denuncia per molestia.
L'undicenne Raoul, colpevole o meno, si è venuto a trovare nel mezzo di questo clima. Un dramma, in un paese che quale la prima reazione conosce ormai solo la risposta sistematica del carcere. Nei casi in cui l'accusa si rivela poi infondata il sistema risponde poi con la scarcerazione. Quando il reato invece è provato la risposta è la detenzione mascherata sotto forma di terapia. Raoul attende ora il giudizio, ma comunque vada l'esperienza del carcere e dell'isolamento su di lui lasceranno il segno... per sempre.di Kappa