Ronald Mc Donald non sorride più...

 

Venerdi' 18 ottobre si è svolta a Locarno un'azione, in concomitanza alla "Giornata Mondiale anti Mc Donald's" indetta da Greenpeace, organizzata dal Collettivo Studentesco del liceo di Locarno. All'azione, provocatoria ma estremamente pacifica, hanno parteci-pato una settantina di compagni che, verso le ore 17, hanno occupato i tavolini del noto faast-food armati di...carote e volantini in cui si spiegavano i motivi della protesta. Tra i manifestanti, oltre che agli studenti di Locarno e a una decina di militanti del "Molino", hanno partecipato anche alcuni bambini che, speriamo, un domani non saranno accalappiati dagli oltre 1,8 miliardi di dollari che la multinazionale Mc Donald's spende ogni anno in pubblicità per costruirsi una falsa immagine di compagnia "verde e attenta". In realtà la Mc Donald's è una delle responsabili del disastro ecologico perpetrato ai danni delle foreste pluviali, polmoni indispen-sabili del pianeta, ove aree sempre più estese vengono sottratte alla vegetazione per permettere ai bovini di pascolare. Queste aree vengono abbandonate ogni 2-3 anni, in quanto il sottile strato di humus che le contraddistingue si esaurisce, rendendole sterili; ovvio che in simili condizioni la riforestazione naturale procede molto lentamente, impiegando decine di anni per ricreare le condizioni atte alla crescita di qualsiasi tipo di piante. Ma la Mc Donald's non si limita al disboscamento selvaggio delle foreste: paghe da fame ai propri di-pendenti, orari e condizioni lavorative da capestro, informazioni-truffa sulla qualità dei suoi prodotti...tutto pur di guadagnare! E, nel nome della decantata "liberalizzazione del mercato" tanto cara agli economisti neoliberisti, un progetto di "dominazione globale" presentato nel corso del Rapporto Annuale della Mc.Donald's... Questi sono in estrema sintesi, i motivi che hanno indotto all'azione anti-Mc Donald's di Locarno. Un'azione pacifica di sensibilizzazione che niente ha a che vedere con l'incendio doloso attuato ai danni del parco giochi della Mc Donald's di Balerna. Incendio che, ancora una volta, i media hanno volutamente collegato ad un'azione di protesta civile, facendo cosi' il gioco della multinazionale e della polizia. Adesso hanno un motivo per indagare sui partecipanti all'azione di Locarno, i cui volti sono stati "casualmente" fotografati dal gerente del fast-food, con insos-pettabile preveggenza!
Lo stesso gerente ha minacciato un partecipante dell'azione dicendogli:: "Antate fia o riceferete proplemi!" (testuali parole!) Non abbia paura il nostro amico gerente: diverremo ospiti fissi del "suo" schifosissimo fast-food! E Ronald, il buffone amerikano, non sorride più!

Il comunicato integrale dell'azione di Locarno è disponibile su richiesta al Centro Sociale, oppure all'indirizzo Internet www.ecn.org/molino


Tornerà l'ombra del Mattirolo?

 

A chi vuol sentire i diretti interessati.

Martedì 3 novembre, mattina. Giorno nuovo, giornale nuovo: sono solo le notizie che non cambiano mai.
Oggi no: già alla prima pagina del quoti-diano "La Regione" il colpo di scena. Un trafiletto sotto "Chiasso e Mendrisio" mi catapulta su di una poltroncina di un teatro (rigorosamente sociale).
In cartellone Ionesco, teatro dell' assurdo: "Una demolizione per anticipare gli autonomi".
Scusate la domanda ma, anticipare cosa? Un'occupazione? e poi cosa vuol dire, "il Municipio alcune settimane fa aveva scritto ai proprietari di immobili sfitti per renderli attenti su possibili iniziative da parte degli autonomi". Perdonate questo primo momento di sban-damento ma ci sembra di esserci perso qualcosa. Solo allo scopo di rispolverare la memoria (e per capire cosa sta succedendo) vogliamo ricordare le tappe percorse nella nostra breve esistenza: creazione di una zona temporaneamente autonoma alla Sagra dell'uva e vista la bella espe-rienza, lettera al Municipio per concordare un incontro, rimasta senza risposta. Riproposta della nostra richies-ta, questa volta di persona, all'apertura della seduta del C.C. del 26.10, contem-poraneamente ad un' azione che voleva esclusivamente mettere l'accento sugli abbondanti spazi vuoti di Mendrisio. Azione sottolineata da fiaccole e stricioni che componevano la frase: "SPAZIO VUOTO CREA SPAZIO LIBERO". Scusate ma non ci sembrava di incarnare "un pericolo autonomo" tanto da giustificare questa paranoia demolitiva. Per essere chiari una volta per tutte, ci teniamo a precisare e ricordare che le occupazione avvenute in Ticino (quella dei Molini Bernasconi in modo parti-colare) sono il risultato dei tentativi fatti dagli autonomi di stabilire un punto d'incontro e di dialogo con le autorità, che fregandosene altamente del fatto che è stata la gente ad eleggerle, hanno sempre risposto picche, rendendosi protagoniste di ostruzionismi a tutto campo e repressioni varie. Questo dopo che l'autogestione è stata definita dalle parti in causa (Cantone, Comuni) quale realtà necessaria. Ad evidenziare la provincialità del Cantone e delle varie autorità che lo compongono basta dare uno sguardo, non all'Europa bensì al resto della Svizzera: anche Bremgarten, Canton Argovia, ha il proprio spazio autogestito. Solo una domanda ed una preoccupazione si pongono a questo punto. Che cos'è questo timore, questa corsa alla demolizione? Non ci resta che chiederci di cosa hanno realmente paura i proprietari di stabili vuoti ed il Muni-cipio di Mendrisio? La preoccupazione prende forma in questa domanda: il Municipio di Mendrisio sta per inta-volare un dialogo di cui conosce l'esito anticipatamente? E' già convinto, prima dell'incontro e dunque prima di conoscere le nostre richieste, di non concedere nulla qualunque siano le proposte e le motivazioni che vorremmo esporre? Conseguentemente il Municipio è già in grado di predire future occupazioni? Speriamo solo che non abbia già deciso di seguire la strada intrapresa da Lugano e Bellinzona: rispondere con la forza e reprimere quella che è in fondo un'idea diversa (e forse per questo da reprimere?) di approccio a tutto ciò che ci circonda.

Ai posteri ed al fantasma del mattirolo l'ardua sentenza.

"Eppur la nostra idea non è che idea d'amor".

collettivo fantasma del mattirolo