Droleg: fine del proibizionismo ?

 

L'iniziativa "Per una politica ragionevole in materia di droga", su cui voteremo il 29-11-'98, è stata concepita nel '92-93 e depositata nell'agosto del '94 a Berna. Da allora alcune cose sono cambiate, si sono ridimensionate le scene aperte della droga più eclatanti (Zurigo e Berna) con interventi polizieschi di tipo repressivo coadiuvati da una speri-mentazione di distribuzione sotto controllo medico di eroina che si è ampliata con il passare del tempo. Oggi la politica della confederazione in materia di droga si è quindi evoluta e l'opinione di alcuni è che l'iniziativa sia stata parzialmente abbandonata da molti dei suoi stessi sostenitori in quanto nata con lo scopo, ormai esaurito di contrapporsi a "Gioventù senza droga", già respinta in votazione, che puntava ad un proibizionismo più rigido facendo leva su sentimenti etico-religiosi. Da allora sono sorti anche i "canapai" che resisi conto delle possibilità offerte dalla legge svizzera, poco chiara per la verità, oggi si trovano più che mai al centro della bufera. Era prevedibile che gli attacchi si sarebbero intensificati poco prima delle votazioni e che vengano utilizzati strumentalmente da chi non tollera nemmeno sostanze giudicate meno pericolose dell'alcol. Per inciso negli ambienti dei canapai si dice che per poter continuare la loro attività i voti favorevoli a droleg dovranno essere almeno del 35%. Appare comunque evidente che il risultato, seppur molto probabilmente negativo, conterà nelle future decisioni in materia del Consiglio federale che, anche se finora ha dimostrato una certa autonomia decisionale rispetto alle due iniziative, dovrà trarre le sue conclusioni.
Ci sembra opportuno informarvi, proponendovi un riassunto basato sull'interpretazione dei nuovi articoli costituzionali e sulle conseguenze che dovrebbero avere nella società, tratto dalla documentazione fornita nel sito internet www/droleg dal comitato promotore (non bisogna dimenticare che saranno il parlamento e il consiglio federale ad elaborare una nuova legge entro tre anni sulla base di questa iniziativa).
L'attuale politica in materia di droghe non può più essere tollerata; polizia, giustizia, sistema sanitario e sociale non riescono più a fronteggiare l'attuale situazione. L'unico effetto che ha avuto la politica repressiva è stato di fare aumentare i prezzi delle sostanze illecite. I danni alla salute e i decessi non sono tanto dovuti al consumo di stupefacenti, quanto piuttosto allo stress per procurarseli e alla cattiva qualità della merce in circolazione. Gli obiettivi dell'iniziativa sono:

* L'impunità per chi acquista, possiede , consuma e coltiva droghe per uso e consumo personale.

* L'istituzione di un monopolio di stato che tramite concessioni autorizzi la coltivazione, la produzione, l'impor-tazione e la vendita di stupefacenti.

* La tutela dei minori tramite potenziamento di mezzi di prevenzione e divieto di pubblicità.

Grazie a prezzi ragionevoli per gli stupefacenti scomparirà la criminalità; il sistema giudiziario e carcerario sarà sgravato; vi sarà una diminuzione dell'emarginazione e controlli sulla qualità degli stupefacenti con un conseguente miglioramento e della salute dei tossicodipendenti. L'acquisto legale di stupefacenti sarebbe permesso esclusivamente a persone domiciliate in Svizzera. Le sostanze vanno consi-derate e trattate in base all'uso cui sono destinate. Per quanto riguarda l'uso a scopi terapeutici le modalità di prescrizione degli stupefacenti sarebbero soggetti a ricetta medica, mentre l'uso a scopi non medici è destinato a consumatori responsabili che devono poter decidere liberamente sul proprio consumo.
Il modello d'acquisto non medicalizzato dovrebbe prevedere, per persone domici-liate, una tessera d'acquisto di stu-pefacenti con possibilità di comprare le sostanze per uso personale in farmacie e drogherie.
Un personale competente e confezioni contenenti informazioni dettagliate sul prodotto consentono un uso senza pericoli e riducono i rischi di abusi. I giovani che consumano stupefacenti vengono seguiti da centri specializzati. La vendita di cannabis è consentita a partire da un'età minima in appositi centri di vendita con apposita licenza. La coltivazione diretta per uso personale è consentita, come pure l'acquisto nei rivenditori con licenza.
Contrario all'iniziativa il consiglio federale che ritiene di aver seguito una politica equilibrata con buoni risultati.
La sua politica in materia si basa su quattro pilastri:

* Prevenzione: convincere giovani e adulti a non assumere droghe.

* Terapia: aiutare i tossicodi-pendenti a liberarsi dalla droga.

* Riduzione: ridurre i rischi tutelando la salute dei tossicodipendenti impedendo la trasmissione di malattie infettive e le overdose.

* Repressione: annientare il mercato della droga garantendo sicu-rezza alla popolazione.

Il Consiglio federale sostiene che un accesso praticamente libero alle droghe sia in contraddizione con la politica svizzera in materia di sanità in quanto altri medicamenti molto meno pericolosi rimarrebbero soggetti a ricetta medica; l'iniziativa incentiva il consumo di droghe perchè aumenterebbe la quantità dei tossicodipendenti; le misure atte a proteggere i giovani dalla dipendenza sono insufficienti. Bisogna invece rafforzare la decisione di vivere senza fare uso di droghe senza considerare il loro consumo come ovvio. Inoltre l'istituzione di un mercato legale trasformerebbe la Svizzera in un paese esportatore di stupefacenti. Il Consiglio federale intende esaminare accura-tamente l'opportunità di esporre i consumatori di droga a delle pene ma ritiene eccessiva la coltivazione, l'importazione, la fabbricazione e il commercio legale di stupefacenti.
Queste le opinioni contrapposte che vi forniranno qualche dettaglio in più. A voi l'arduo compito, come sempre quando si parla di droghe, di decidere se votare e nel caso cosa votare (solo se siete svizzeri purtroppo) tenendo conto anche di qualche considerazione finale e della possibilità di assistere al dibattito pubblico che si terrà al C.S.O.A "Il Molino" giovedì 12 novembre a partire dalle 20.30. Ospiti della serata Franco Cavalli (oncologo, Consigliere Nazionale, favorevole), Matteo Ferrari (rappr. del DOS), Roberto Ritter ( ispett. scolastico, sostenitore di "gioventù senza droghe"). Moderatore Michel Venturelli (giornalista TSI, criminologo) .

L'idea più ricorrente quando si parla di droga è che questa sostanza causi una dipendenza fisica imprigionando l'individuo in scelte che non gli appartengono e che lo spingono verso l'emarginazione e la criminalità. Questo ragionamento si dimentica che non tutti i consumatori regolari delle cosiddette "droghe che causano la dipendenza" diventano tossicodipendenti.
Al contrario non solo la maggior parte dei consumatori di eroina non diventa tossicodipendente ma non lo diventa neppure la maggior parte dei bevitori. Questo rende evidente che non sono le sostanze a causare la dipendenza ma il modo con cui alcuni individui le usano. Ciò non cambia la gravità del problema ma offre una maniera di evitare problemi con le droghe: usarle saggiamente
E' inutile parlare di prevenzione dicendo questa sostanza fa male e basta.
Per usare consapevolmente le droghe è necessario conoscere sia gli effetti positivi che quelli negativi, la quantità e la purezza della sostanza (come l'oppio da meno problemi dell'eroina il vino da meno problemi dei distillati), cosa non facile oggigiorno con il mercato nero. Per evitare rischi può essere utile adottare dei rituali che possono essere personali o comuni ad un'intera cultura e, in tutti e due i casi, devono definire gli scopi per cui si prende la droga nonché il momento, il luogo e lo stato d'animo giusto per assumerla (per esempio i bevitori che si limitano all'ora dell'aperitivo , al vino durante i pasti non diventano alcolizzati).
La lotta libertaria in questione si fonda su una premessa chiarissima: ognuno deve essere libero di usare le sostanze che vuole, e quanto più sarà a conoscenza di ciò che usa tanto più sarà in grado di gestire i propri sballi, i propri consumi, la propria vita.
Il mercato nero verrà sconfitto solo dopo la fine di questa era proibizionista e con lui scompariranno anche l'emarginazione e la criminalizzazione, non solo legale, di individui più coscienti sia del loro essere che della loro respon-sabilità rispetto alla droga. La comunità internazionale osserva attentamente l'evoluzione della situazione in Svizzera perché anche all'estero si può constatare una tenden-za ad adottare politiche più ragio- nevoli in materia di droghe, non dimentichiamocelo.

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