Evoluzione interiore e lotta sociale

 

La parola "autogestione" implica una grande maturità da parte di chi vive questa esperienza, in quanto è solo tramite la partecipazione attiva e propositiva di tutti che un'esperienza di questo tipo può avere successo. La maturità a cui mi riferisco non si limita a quella politica, riconosciuta in misura più o meno evidente a tutti i militanti che si impegnano quotidianamente affinché la società in cui l'umanità vive sia migliore, ma anche e soprattutto a una maturità interiore, una conoscenza di sé, un' elasticità interiore capace di renderci accoglienti nei confronti degli altri.
In un'esperienza quale la convivenza di un gruppo di persone, unite da un fine comune quale quello di creare un'esperienza antagonista al potere costituito, ma eterogenea, è fonda-mentale la capacità di mantenere ben presente in sé le priorità che hanno portato alla scelta individuale di partecipazione al Movimento. La capacità di vivere, lavorare ed accettare il compagno che ci sta accanto è fondamentale per il funzionamento dell'autogestione; per questo dobbiamo renderci conto che rancori verso chi lavora con noi, in una maniera forse diversa da quella che noi vorremmo ma non per questo meno valida, non devono esistere. Dovremmo anche cercare di non creare, con il nostro atteggiamento, squilibri nel gruppo: malgrado le nostre intenzioni possano essere quelle di partecipazione propositiva, se l' atteggiamento è caotico, può risultare di difficile gestione da parte del gruppo.
Questo è il minimo: la capacità di convivenza e di accettazione di chi ci è a fianco nell'esperienza che viviamo.
Ma possiamo e dobbiamo andare oltre: chi ha letto l'articolo "la Rivoluzione Interiore" comparso su Mayuk, avrà capito che è mia opinione quanto sia importante comprendere che non esistono nemici esteriori se non la grande ignoranza che contraddistingue l'essere umano. In quell'occasione cercavo di spiegare l'illusorietà della così detta "realtà" con l'esempio di un qualsiasi oggetto che noi percepiamo quale solido, mentre è costituito da miliardi di atomi in continuo movimento.
Una tale realtà esiste, ha un'esistenza propria? O è un'illusione, un "miraggio" dovuto alla nostra propensione mentale limitata?
Se Albert Einstein ha dimostrato che materia ed energia sono, in realtà, la stessa cosa (E=M2), viene da chiedersi COSA siamo. Siamo i corpi fisici (atomi? energia? vuoto?) o la Coscienza che li utilizza? E se siamo Coscienza, vi è un reale differenza tra la "mia" coscienza individuale e quella degli "altri" esseri, umani e non, di cui è composta la vita?
Sono convinto che nel profondo di tutti noi esista la risposta a queste domande: la Vita è Una.
Possiamo definirla in vari modi; io preferisco chiamarla Coscienza Primordiale, la quale si manifesta nelle coscienze individuali in piani di esistenza inferiori.
E' tutto un gioco, il gioco della coscienza, la vita. E il gioco non potrebbe riuscire se non vi fosse totale partecipazione dei giocatori: da qui la necessità dell'ignoranza delle coscienze individuali, le quali giocano fino all' Illuminazione, ovvero alla comprensione della Realtà. In una visione di Unità non può esistere un nemico "esteriore". Esiste la consapevolezza dell' ignoranza che con-traddistingue l'ego e la visione duale (soggetto percipiente-oggetto percepito).
Esiste la consapevolezza che il vero, unico nemico è l'ignoranza.
Tutto questo non vuol dire che dobbiamo accettare passivamente le ingiusti-zie sociali, le violenze fisiche e psicologiche ai danni dei più deboli, le guerre e la fame...
Non sono un fatalista: se un giorno il mondo sarà migliore il merito sarà di coloro che hanno fatto di tutto affinché ciò sia stato possibile.
Ma dobbiamo renderci conto che la sete di potere, l'avidità, la violenza, nascono dalla fondamentale ignoranza della Realtà. Lo sfruttamento indiscriminato delle risorse terrestri porterà ad un disastro ecologico di cui tutta l'umanità ne soffrirà le conseguenze, compren-dendo anche chi ne è responsabile.
Quale può essere la causa se non la mancanza di visione, l'ignoranza, di chi è ossessionato da valori fittizi, sintetici o atavici, quali i soldi e il potere?
Al contrario di valori reali, quali l'ambiente o la qualità di vita dell' umanità, i soldi sono creati dall'uomo, mentre la sete di potere nasce dal retaggio animale dell'uomo stesso.
Esiste quindi una visione assoluta della realtà che ne comprende l'implicita unità e una relativa che ritiene la realtà quale sensoriale, egoica e duale, ovvero limitata alla realtà materiale.
Se saremo capaci di combattere l'igno-ranza, prima in noi stessi per poi portare il nostro messaggio verso l'esterno, le due visioni conviveranno armoniosa-mente creando i presupposti per una società definitivamente migliore, in armonia con le leggi universali che reggono la vita.