U.S.I. e costumi dell'università del futuro
Già dall'ultimo articolo riguardante il mondo accademico apparso sulle colonne del
Molino emergeva l'intenzione del settore privato di controllare le università e si capiva
quale era "il grande progetto" che vi stava dietro: cominciando a fornire
finanziamenti alle diverse università si sarebbe potuti arrivare a controllare le
differenti facoltà fino ad avere un grande potere all'interno degli atenei.
Ma esiste una via piu' grave, diretta, un'altra possibilità: crearsi la propria
università, meglio se con finanziamenti pubblici (così da salvare la faccia e giusto per
non spendere troppo).
Ma quello che sembrerebbe solo un progetto delirante purtroppo è già realtà e per
averne una conferma basta dare un' occhiata a due progetti in discussione in questo
periodo negli atenei elvetici e italiani.
Il primo, che ci riguarda molto da vicino, riguarda il progetto di "Istituto per il
Commercio Mondiale". Questo progetto nasce dalle menti perverse di cinque professori
di economia e diritto membri della Con-ferenza Universitaria Svizzera (CUS) che vorrebbero
creare questo "istituto interdisciplinare, polo d'eccellenza in economia e diritto
internazionale", fortemente legato all'Organizzazione Mondiale del Commercio, la
cui nascita nel 1995 denota l'importanza crescente del commercio internazionale e dell'
investimento esterno. A livello pratico questa struttura si indirizza ad un massimo di 50
studenti già esperti di "commercio internazionale e alta amministrazione", e
prevede di ingag-giare come professori esponenti di organizzazioni quali Banca Mondiale e
OMC: fino a qui una grande tristezza ma nulla di estremamente grave, salvo che, nonostante
tasse annue di 25'000 Fr. (venticinquemila!!!) e apporti finanziari delle organizzazioni
di cui sopra, la fondazione autrice del progetto ha bisogno di altri soldi.
Soldi che sono gia' stati promessi da diversi cantoni (v. Berna, Friborgo e Neuchatel,
interessati a ospitare questa scuola), dalla confederazione e dalla CUS!
Ogni commento ci sembra superfluo; magari è utile ricordare che le stesse istanze pronte
a finanziare questo progetto rifiutano, lamentando casse perennemente vuote, di finanziare
l'Università della Svizzera Italiana!
Un secondo progetto, presentato alla stampa italiana qualche giorno fa, riguarda il corso
di "Ingegneria dell'automobile" previsto a Torino.
Per avere un'idea di quello che prevede il corso, basti sapere che un quinto dei docenti
saranno dirigenti FIAT e che il corso di laurea prevede stages in azienda, ovvero
direttamente negli stabilimenti FIAT: una vera e propria Università della Fiat quindi,
logicamente finanziata dallo Stato!
Tutto questo ci dimostra che il mondo della finanza non è riservato solo agli squali ma
accoglie anche altri tipi di animali, ad esempio vipere, maiali e...Agnelli!
Basta che tutti abbiano in comune un assoluto disprezzo per elementari regole di
democrazia e buon senso, tanto per non toccare i diritti dell'uomo, che prevedono tra i
loro articoli fondamentali un accesso ad un' educazione democratica, libera e gratuita!
Quanto alle preoccupazioni dei comitati studenteschi, già esau-stivamente presentate sul
primo numero del Molino, trovano subito conferma, se ancora ce ne fosse stato bisogno: per
ulteriori novità e qui pensiamo al progetto di fusione delle Uni di Ginevra e Losanna o
al futuro dell'USI, sul quale si è discusso settimana scorsa in un convegno pa-trocinato
dal segretario di stato sign. Kleiber (Mr. Numerus Clausus) e al quale sono stati invitati
politici, economisti e qualche accademico, vi riman-diamo al prossimo numero!
La saga studentesca è appe- na all'inizio: nel mese di novembre (settimana di mobilitazione internazionale tra il 16 e il 20 novembre) la resistenza uscirà dagli atenei per entrare nelle strade, nei giornali e nelle televisioni, così nessuno potrà più far finta di non vedere!
Per ulteriori informazioni sui movimenti studenteschi e sulle previste mobilitazioni consultate il sitoWEB http://www.students-in-action.bbk.org (purtroppo sull'ultimo numero risultava un indirizzo errato) o prendete contatto con il
CSOA il Molino.