Realtà sociali                                                                  Pagina 11


Assemblea di protesta dell' OSC

Mercoledi 18 novembre il personale dell'organizzazione sociopsichiatrica cantonale ticinese (OSC) svolge una manifestazione di protesta alla quale partecipano numerosissimi infermieri, assistenti di cura e medici.

Il personale era chiamato alla protesta contro il tentativo di smantellamento della psichiatria pubblica a beneficio di quella privata. Quel che preoccupa, inoltre, è che il settore privato non da garanzie di cure efficaci e proiettate al reinserimento sociale della persona. In sostanza, oltre ad una netta diminuzione dei posti letto con relativi licenziamenti di personale, le cure di ma-lattie psichiatriche sa-rebbero in balia del settore privato che, in un contesto di diagnosi, di cure e di approcci terapeutici e di contatto umano, presenta ancora troppe e gravi lacune. In particolare metodi duri e fondamentalmente repres-sivi alla malattia mentale e alla persona sono ancora all'ordine del giorno.

 

Riportiamo ora l'intervento del presidente della Com-missione del personale dell' OSC letto durante la mani-festazione di protesta. Esprimiamo al personale dell'OSC tutta la nostra solidarietà.

La manifestazione di oggi ha due precisi significati:

1 ribadire un chiaro e deciso NO da parte di tutti noi ai tentativi di smantellare la psichiatria pubblica.

2. rifiutare la politica antisociale proposta

dal Consiglio di Stato con il pre- ventivo 1999.

In questo breve intervento desidero parlare del primo punto in discussione.

Il baricentro della psichiatria ticinese si sta spostando progressivamente dal settore pubblico a quello privato. In dieci anni i posti letto dell'ex ONC sono diminuiti da 440 a 140. Nel settore privato si è passati da una cinquantina di posti letto a 220.

Mi chiedo a cosa sono serviti l'impegno e gli sforzi intrapresi per abbattere i muri del manicomio, ridurre la centralità dell'ospedale psichiatrico e permettere a molte persone di rivivere nel proprio ambiente sociale, quando oggi nel Cantone si costruiscono altri muri, nuovi luoghi di isolamento sociale.

Il malessere sociale determinato oggi dal-la crisi economica e dalla disoccu- pazione tende ad essere medicalizzato e psichiatrizzato.A volte è più comodo indirizzare i disoccupati di lunga data verso l'assicurazione invalidità che non creare nuovi posti di lavoro.

Le contraddizioni sociali devono esse- re affrontate attraverso l'ascolto, il dialogo, la dialettica sociale e terapeutica. La semplice delega al sapere degli esperti crea cittadini/utenti dipendenti da questo potere.

È evidente che attorno alla psichiatria ruotano interessi e grossi profitti economici, pertanto il pericolo di speculare sui mali dell'anima è più che mai attuale. Oggi ci sono forze politiche di ispirazione liberista e lobby medico-finanziarie che concorrono alla svendita dell'Organizzazione So-cio-psichiatrica Cantonale. Il recente documento governativo di lavoro intitolato la "Tavola rotonda", traduce in termini politici questi desideri e pianifica nel dettaglio lo smembramento della psi-chiatria pubblica, asse-gnando i settori poten-zialmente redditizi al privato e lasciando i più onerosi allo Stato.Uno scenario che prevede pure l'abolizione delle équipes multi-disciplinari, competenze separate, prestazioni specialistiche, risposte parcellizzate e riproduce e cronicizza domande e bisogni inevasi. Di fatto viene sancita la fine della continuità delle cure. Lo Stato, attraverso la pia-nificazione socio-sanitaria, non può occuparsi solamente della ripar-tizione del numero di posti letto tra pubblico e privato come finora, ma deve dare indicazioni chiare sulla qualità e l'economicità delle cure. Al centro di questa politica deve esserci il cittadino e non i gruppi di interesse o le corpo-razioni mediche e assicu- verso la pia-nificazione socio-sanitaria, non può occuparsi solamente della ripar-tizione del numero di posti letto tra pubblico e privato come finora, ma deve dare indicazioni chiare sulla qualità e l'economicità delle cure. Al centro di questa politica deve esserci il cittadino e non i gruppi di interesse o le corpo-razioni mediche e assicurative. Pubblico e privato possono essere complementari a condizione che si stabiliscano relazioni di collaborazione adeguate e una corretta concorrenza rispettosa dell'etica e della qualità delle cure.

Non ci resta che essere uniti più che mai a difendere con forza e determinazione l'utilità sociale del servizio di psichiatria pubblica e la validità dell'indirizzo della psichiatria sociale.

È la collettività che deve occuparsi della salute fisica e mentale dei suoi cittadini attraverso strutture e forme di sapere scelte democraticamente.