Solidarietà                                                              Pagina 5


Riprende il dialogo tra società civile e zapatisti

Testo della dichiarazione conclusiva dell'incontro avvenuto il 23 novembre scorso tra rappresentanti della società civile messicana ed i rappresentanti dell' Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

Noi, oltre 3.000 donne e uomini del Messico, di tutte le eà, di tutte le etnie del paese, della campagna e della città; di tutti i mestieri, arti e professioni, di diversi orientamenti politici e ideologici e di vari orientamenti sessuali. Individui e rappre-sentanti di un ampio spettro di oltre 400 organizzazioni indigene, sindacali, conta-dine, di bambini di strada, urbane e popolari, di donne, ambientalisti, attivisti dei diritti umani, studentesche, impren-ditoriali, religiose e politiche, riuniti dal 20 al 22 di novembre a San Cristobal de Las Casas con la delegazione che il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno -Comando Generale dell'Eser-cito Zapatista di Liberazione Nazionale-, ha designato per il dialogo al quale è stato invitato dalla società civile, contando con la presenza di fratelli osservatori di 15 Paesi, dichiariamo all'opinione pubblica nazionale ed internazionale, al popolo del Messico, ai popoli dell'America Latina e a tutti i popoli del mondo quanto segue:

1) Dopo il lungo silenzio dell' Esercito Zapatista causato dalla mancata attuazione degli Accordi di San Andres da parte del governo federale e della sua politica guerrafondaia, riconosciamo in questo dialogo una nuova dimostrazione della sensibilità dell'EZLN verso la società civile, sensibilità che contrasta con la sempre più aberrante sordità del po- tere di fronte alle proteste ed ai sentimenti del paese.

E' stato un dialogo pluralista, lontano dal settarismo e dalla divisione. Una nuova etica sta forgiando nuove forme di unità e mobilitazione. Siamo parte della società, però non siamo tutta la società. Sappiamo che abbiamo bisogno di coinvolgere altre realtà. Il dialogo avvenuto in questi giorni rappresenta una nuova opportunità per il raggiungimento della pace. Un passo nella lotta per il riconoscimento dei diritti e della cultura indigena nella vita costituzionale, un nuovo sforzo per contribuire ad elaborare una soluzione alla grave crisi economica, politica e sociale in cui versa il paese.

2) La trasformazione democratica messicana non potrà essere raggiunta

senza garantire una pace giusta e dignitosa. Tuttavia, nel nostro paese il pericolo della guerra persiste nella generalizzazione delle forme di violenza, nella sistematica violazione dei diritti umani, nella militarizzazione e para-militarizzazione, in particolare nelle zone contadine ed indigene. Questa politica bellicosa utilizza in modo anticos-tituzionale le forze armate. Dinnanzi a ciò, la società civile propone altre vie nella ricerca della pace: che l'esercito federale abbandoni le comunità; che vengano liberati i prigionieri politici; che sussistano le condizioni perché i rifugiati ritornino ai loro luoghi d'origine; che venga chiarita la situazione dei desaparecidos; che venga creato un tribunale contro l'impunità; che si metta in pratica la resistenza civile pacifica; che nella lotta per la trasparenza sulle spese militari, queste vengano riorientate per politiche che generino lavoro, sviluppo sostenibile e benessere sociale. In questa lotta proseguiamo con una strategia che includa i diversi attori della società. Chiediamo rispetto per le differenze, democrazia, dialogo.

Per tutto ciò, in questo sforzo civile, facciamo appello ai componenti della Commissione di Concordia e Pacifi-cazione, affinché compiano il loro mandato istituzionale democratico e concentrino i loro sforzi per difendere la propria iniziativa di legge sui diritti e sulla cultura indigena, coadiuvando effica-cemente il processo di pace.

In qualità di cittadini siamo responsabili della costruzione di un nuovo orizzonte per il Messico alle porte del terzo millennio: una nuova cultura del rispetto dei diritti umani, di tolleranza. Oggi é imprescindibile cercare la conformazione di una nuova mediazione tra le parti, che dovrà essere pluralista, di alta qualità morale, di carattere nazionale, internazio-nale o mista, al fine di rendere possibile il dialogo e l'avanzamento del processo di pace. Potrà esserci dialogo solo quando il governo federale attuerà gli accordi di San Andres Sacam'chen del '96.

3) Assumiamo l'impegno di pro-muovere la Consulta Nazionale che la società civile ha convocato insieme all'EZLN.

La Consulta sull'Iniziativa di Legge rispetto i Diritti e la Cultura Indigena non é un'iniziativa di solidarietà, ma una lotta comune.

Abbiamo accettato la proposta degli zapatisti di realizzare una grande consulta per i diritti indigeni e contro la guerra di sterminio, perché vediamo in essa un'opportunità di esercitare pienamente il nostro diritto ad esprimerci come uno dei metodi più democratici per raccogliere l'opinione popolare riguardo questioni fondamentaali per il destino del nostro paese.

Vogliamo vivere in un paese dove ci sia posto per tutti, dove si sradichino tutte le forme di discriminazione ed esclusione. Nell'esigere, tutti, indios e non indios, il rispetto ai diritti specifici dei popoli originari delle nostre terre, stiamo seminando non soltanto per il ricono-scimento, ma per i diritti di tutte e di tutti gli esclusi.

4) Cambiamento del sistema economico.

Il neoliberismo é il modello economico più disumanizzante: é una fabbrica di miseria ed esclusione a beneficio del capitale internazionale e dei suoi alleati locali. Questo sistema economico instaura l'impunità del mercato a scapito delle necessità e aspirazioni della popolazione, militarizzando le istanze decisionali e gli spazi sociali. Il libero mercato accellera l'espropriazione e la privatizzazione delle ricchezze nazionali causando la frammentazione e denazionalizzazione del territorio.

La lotta a questo sistema esige una rinnovata volontà che conduca alla soluzione della crisi e alla costruzione democratica di un progetto alternativo, in cui nessun membro, settore o etnia siano esclusi.

Ribadiamo inizialmente il rifiuto alla conversione del Fobaproa (fallimento di speculazioni bancarie private n.d.r.) in debito pubblico, in nuove tasse e costi dei servizi basilari. La società messicana esige oggi tutta la verità e la fine dell'impunità: sul '68, su Acteal, su El Charco, El Bosque e sul Fobaproa.

5) Questo incontro avrà un seguito, cercheremo di ampliarlo sempre più; fa parte del grande movimento di opinione per poter costruire una nazione indipendente, sovrana, libera, giusta e democratica. Esso riconosce la volontà dell'EZLN di continuare a cercare, unitamente a tutta la società, il vero cammino per la pace e ringrazia la delegazione zapatista per aver risposto a questo appello al dialogo, per la costruzione di un nuovo modello di vita.