Stati alteriati di coscienza                                              Pagina 15


 

Il nostro stato di coscienza ordinario è uno strumento, un meccanismo, una struttura che ci permette di muoverci nel nostro ambiente, di decodificare la realtà sociale esterna nonché le esperienze ed i valori che ne sono alla base. La nostra società, e gli individui che la compongono, sono oggi confrontati a profonde trasformazioni culturali e tecnologiche tali da rimettere in discussione i fondamenti politici, religiosi, morali ed emotivi che costituivano un tempo dei punti di riferimento indiscutibili. Questi mutamenti rendono più fluttuanti concetti quale "normale" "patologico", "scienza" e "spiritualità" creando tutta una serie di nuovi interrogativi. Lo stato alterato di coscienza è uno stato di coscienza "nuovo" vissuto dallo sperimentatore come un cambiamento, spesso radicale, del funzionamento abituale della coscienza. Le informazioni che dal mondo esterno vengono captate attraverso i sensi ed elaborate dal cervello (sistema nervoso cen-trale) in questo stato potrebbero essere ela-borate in altro modo assumendo nuovi si-gnificati e valori. Gli stati alterati di coscienza non sono per forza indotti o creati artificialmente, fanno parte della nostra vita quotidiana ed ognuno di noi li ha già sperimentati. Essi sono: gli stati di sogno, gli stati transitori tra sonno e veglia, gli stati ipnotici. Altri possono essere le patologie psichiche, l'ebbrezza alcolica, l'estasi, la trance e la meditazione oppure gli stati derivati dall'assunzione di droghe allucinogene. Lo stato alterato di coscienza non può essere considerato come secondario alla "coscienza lucida" perché l'io cosciente decodifica gli stimoli utili alla sopravvivenza (in senso ampio) e risulta perciò mutilato e asservito alla realtà esterna.

La coscienza "alterata" non è altro che la coscienza allo stato primitivo, liberata cioè da condizionamenti sociali imposti;

una coscienza anteriore, "originaria". Siccome questa coscienza arcaica sottostà al principio di realtà essa apparirà "alterata" ogni qualvolta si tenterà di riportarla in superficie; questo anche perché non è possibile una perdita completa della realtà. La psichiatria classica considera gli stati alterati di coscienza come patologici, anticamera del manicomio, fughe dalla realtà soggettivamente frustrante. Non bisogna dimenticare che molti artisti, intellettuali e anche scienziati hanno usato ed usano tuttora sostanze psicoattive e nessuno si azzarderebbe a mettere in dubbio la loro sanità mentale. Neppure la cultura "giovanile" degli anni sessanta e settanta, che faceva delle droghe leggere un esperienza centrale nella socializzazione, può essere intesa come fenomeno psichiatrico. Se ne potrebbero criticare atteggiamenti ed ideologie, ma anche riconoscere una spinta nell'elaborazione di nuovi valori sociali e politici che non erano certo espressione di una fuga di massa autodistruttiva e psicotica. In realtà, gli stati alterati di coscienza sono mezzi per incontrare noi stessi e gli altri a livelli percettivi che ci sono abitualmente sconosciuti.

Le sostanze psicoattive non sono giochetti per bambini ma vanno prese estremamente sul serio.

Gli allucinogeni non danno assuefazione fisica, non distruggono irreparabilmente il cervello e sono dal punto di vista fisiologico pressoché innocue. Queste sostanze provocano però una radicale e repentina modificazione di coscienza e proprio per le loro peculiarità comportano una serie di pericoli spesso sottovalutati. La soppressione dei confini fra reale e fantastico possono essere fonte di gioia e di evoluzione come di terrore e di frustrazione. La deculturalizzazione dell'uso delle sostanze porta con se i pericoli di un uso incontrollato e sconsiderato delle sostanze stesse. Se l'individuo non fosse in grado di integrare l'esperienza di trasformazione con La realtà "oggettiva" rischierebbe di subire un crollo psicotico anche permanente. Il "viaggio psichedelico" ci porta nella profondità della nostra mente dove estasi e follia non hanno più confini e dove ci si può trovare sconvolti da lati oscuri della propria mente mai visitati né affrontati fino ad allora. Tutte le culture primitive sottostavano ad un uso rituale estremamente rigido delle sostanze che non erano concepite a scopo ludico o ricreazionale ma erano misticizzate e sacralizzate. Chiunque avesse assunto le sostanze senza preparazione o senza la sorveglianza dello sciamano sarebbe stato in pericolo. Questa era una modalità molto saggia d'uso, sicuramente lontana da quella spesso alienata e alienante della nostra cultura. Questo ci insegna che con le dovute cautele, con l'aiuto di "psiconauti" o di amici esperti e sensibili che possono introdurci all'uso cor-retto delle sostanze psicotrope i rischi legati alla loro assunzione di-minuirebbero sensibil-mente contribuendo ad una migliore coscienza e conoscenza delle nostre vite e di ciò che ci cir-conda. Sicuramente una persona "esperta" potrà meglio consigliare su stato d'animo, ambiente, dose e situazioni adatti a fare dei buoni viaggi e di mantenere il controllo in momenti d'ansia che possono occorrere a chi non ha ancora buone basi per affrontare un discorso di introspezione che comporta una responsabilità e una coscienza personale già sufficientemente sviluppate da attutire situazioni negative nella circostanza in cui tutto il proprio sentire, soprattutto le emozioni, è molto amplificato.(1)

PSICONAUTI DEL 2000

"Psiconauta psichedelico, o enteogenico, è colui che, per motivi di pura conoscenza, ed esclusivamente per questi motivi, intraprende esperienze "altre" mediante l'utilizzo di vegetali o composti psichedelici (allucinogeni o enteogeni), ricavandone momenti di intuizione, di rivelazione e di illuminazione che, se supportati da un buon grado di onestà e umiltà personali, possono svolgere una funzione benevola ed integrativa sulla propria vita (e su quella degli altri)."(2)

Bibliografia:

1) AA.VV., Altrove 1, Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza, Nautilus, Torino, 1995: pag.11-18
2) AA.VV., Altrove 2, Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza, Nautilus, Torino, 1995: pag. 25

AA.VV. L'alba delle droghe, contesti, culture, rituali, Castelvecchi, collana Derive APPRODI High Times, Roma, sett. 1997

Bad Trip Comix, comicland, La Spezia, 1996