Hakim Bey in "T.A.Z. THE TEMPORARY AUTONOMOUS ZONE, ONTOLOGICAL ANARCHY, POETIC TERRORISM", pubblicato in Italia dalla "SHAKE EDIZIONI" Milano, non sta cercando di costruire un dogma politico; evita di definire la TAZ e spara qualche raggio esploratore per dar modo di intravederla a chi non la pratica. La TAZ si spiega quasi da sé, se la frase fosse di uso corrente sarebbe compresa senza difficoltà... compresa in termini di azione.
In questo testo intendo spiegare questa "forma di lotta" usando ampie citazioni, che non verranno segnalate,
scegliendo del tutto arbitrariamente e acronologicamente le parti più interessanti del libro. La storia dice che la rivoluzione ottiene "permanenza" o almeno durata, mentre il "sollevamento" è temporaneo. Non cè più fiducia nella parola rivoluzione, ma anche se rimpiazzassimo lapproccio rivoluzionario con un concetto di insurrezione che fiorisca spontaneamente in una cultura anarchica, la nostra particolare situazione storica non è propizia per una così vasta impresa. La TAZ è come una sommossa che non si scontra direttamente con lo Stato, unoperazione di guerriglia che libera unarea (di tempo, di terra, di immaginazione) e poi si dissolve per riformarsi in un altro dove, in un altro tempo prima che lo Stato la possa schiacciare. Cominciare la TAZ può richiedere tattiche di violenza e difesa ma la sua più grande forza sta nella sua invisibilità. La TAZ è perciò una tattica perfetta per unera nella quale lo stato è onnipresente e onnipotente, eppure simultaneamente pieno di crepe e di vuoti. Microcosmo del "sogno anarchico" di una cultura libera, la TAZ è la tattica migliore con la quale lavorare verso quello scopo, sperimentando nel contempo alcuni dei suoi benefici qui e ora. Per provare la libertà non possiamo aspettare che tutto il genere umano ne sia coinvolto, sarebbe come definirci sconfitti.Siamo noi che viviamo nel presente condannati a non sperimentare mai lautonomia, a non stare mai per un momento su un pezzo di terra dominato solo dalla libertà? Dobbiamo attendere che il mondo intero venga liberato dal controllo politico prima che uno solo di noi possa dire di conoscere la libertà ? Logica ed emozione si uniscono nel condannare una tale supposizione e la ragione insinua che uno non possa lottare per ciò che non conosce.
LULTIMO PEZZO DI TERRA non di proprietà di alcuna nazione-stato FU INGOIATO NEL 1899.
Il nostro è il primo secolo senza "terra incognita", senza una frontiera. Non un centimetro della terra esiste senza polizia o tasse ... in teoria. Eppure proprio perché la carta geografica è unastrazione, non può coprire la terra con precisione 1:1, immensità nascoste tra le pieghe sfuggono al righello ; la mappa non è accurata, la mappa non può essere accurata.
Il concetto di TAZ nasce per prima cosa da una critica della Rivoluzione e un apprezzamento allinsurrezione, concentrando la forza in temporanei "aumenti di tensione" ed evitando tutti gli impigliamenti con soluzioni permanenti.
La famiglia nucleare è lunità base della società del consenso, ma non della TAZ. La famiglia è chiusa dalla genetica, dal possesso maschile delle donne e dei bambini, dalla totalità della società agricolo-industriale. La banda è aperta, non a chiunque naturalmente, ma al gruppo di affinità, gli iniziati legati da un patto damore. La banda non è parte di una gerarchia più ampia, ma invece parte di un modello orizzontale di costume, parentela estesa, contratto e alleanza, affinità spirituale ecc. La famiglia nucleare diventa sempre più ovviamente una trappola, un tombino culturale, una segreta implosione neurotica di atomi divisi. Lovvia controstrategia emerge spontaneamente nella riscoperta quasi inconscia della possibilità più arcaica eppure più postindustriale della banda.
I PARTECIPANTI ALL INSURREZIONE notano invariabilmente i suoi aspetti festivi, anche in mezzo al conflitto armato, al pericolo e al rischio. La scienza della psicotopologia indica "flussi di forze" e "posti di potere" (per prendere a prestito metafore occulte) che localizzano la TAZ spazio-temporalmente, o almeno aiutano a definire la sua reazione nei confronti del momento e della località. I "raduni tribalisti" stile anni sessanta, i conclavi forestali degli eco-sabotatori, le conferenze anarchiche, i circoli gay faery...Le feste in affitto di Harlem negli anni venti, nightclub, banchetti, i vecchi picnic libertari; dovremmo capire che tutte queste sono già "zone liberate", o almeno potenziali TAZ. Il party è sempre "aperto" perché non è "ordinato"; può essere progettato, ma a meno che non accada è un fallimento. Lelemento di spontaneità è cruciale.
LESSENZA DELLA FESTA: faccia a faccia, un gruppo di umani sinergizzano i loro sforzi per realizzare desideri muti, che siano il mangiar bene e lallegria, la conversazione, le arti della vita; forse anche il piacere erotico, o per creare un lavoro artistico in comune o per raggiungere il vero trasporto della gioia - in breve un "unione di egoisti" (come la mise Stirner) nella sua forma più semplice - oppure nei termini di Kropotkin, una spinta biologica di base verso il "mutuo soccorso".
Vitale nel delineare la realtà della TAZ è il concetto di nomadismo psichico. In unepoca in cui la velocità e il "feticismo della merce" hanno creato una tirannica falsa unità culturale che tende a levare tutte la diversità e lindividualità culturale cosicché "un posto vale laltro". Questo paradosso crea "zingari", viaggiatori psichici spinti dal desiderio o dalla curiosità, vagabondi non legati a nessun particolare tempo o luogo in cerca di diversità e di avventura... Questa descrizione non copre solo le classi di artisti ed intellettuali, ma anche lavoratori migranti, rifugiati, "senzacasa", turisti, la cultura del camper e della casa mobile, gente che viaggia via rete ma magari non lascia mai la propria stanza e finalmente include "tutti", tutti noi, che viviamo attraverso le nostre auto, le nostre vacanze, le nostre TV, libri, film telefoni, cambi di lavoro, cambi di "stile di vita", religioni, diete ecc.
Nomadismo psichico come tattica: questi nomadi praticano la "razzia", sono corsari, sono virus; hanno bisogno e voglia di TAZ, campi di tende nere sotto le stelle del deserto, interzone, oasi fortificate lungo carovaniere segrete, parti di giungla e di pianura "liberate", aree proibite, mercati neri e bazar sotterranei.
I CORSARI E I PIRATI dei mari del XVIII secolo crearono una "rete dinformazione" che si estendeva per lintero globo: primitiva e primariamente rivolta a truci affari, la rete funzionava nondimeno ammirabilmente. Sparse attraverso la rete erano isole, remoti nascondigli dove le navi potevano venir rifornite di acqua e cibo. Alcune di queste isole sostenevano "comunità intenzionali", intere mini società che vivevano coscientemente al di là della Legge e decise a rimanerci, anche solo per breve e felice esistenza. Fuggendo dagli odiosi "vantaggi" dellimperialismo; quali schiavitù, servitù, intolleranza e razzismo, dalle torture del servizio militare forzato o dalla morte vivente delle piantagioni, i bucanieri adottarono costumi indigeni, si sposarono con caraibici, accettarono neri e spagnoli come pari, rigettarono ogni nazionalità, elessero democraticamente i loro capitani e ritornarono allo "Stato di Natura". Dopo essersi dichiarati "in guerra con tutto il mondo" navigarono per saccheggiare sotto contratti mutui chiamati "articoli", che erano così egualitari che ogni membro riceveva una parte intera di bottino e il capitano ne prendeva un quarto o un mezzo in più. Flagellazioni e punizioni erano proibite, i litigi erano risolti col voto o con il codice del duello.Molta gente in società represse, moraliste e razziste, segretamente desidera esattamente compiere questi atti, ritornare ad uno Stato di Natura, li proietta allesterno verso i marginalizzati e così convince se stessa di rimanere la sola civilizzata e pura. E difatti certe comunità emarginate realmente rigettarono la moralità consentita, i pirati certamente lo fecero, e senza dubbio misero in atto alcuni dei desideri repressi della civiltà (non fareste lo stesso?). Divenire "selvaggi" è sempre un atto erotico, un atto di nudità. |