Il dialogo.....continua?
“Purtroppo non vi sono stabili di proprietà comunale
da poter adibire alle vostre attività”.
Così inizia la lettera del municipio di Mendrisio
arrivataci dopo il sit-in di sabato 23 gennaio nel piazzale La Valle. E
ancora: “d’altronde il minicipio intende impegnarsi nella ricerca di un
insediamento per concedervi un periodo di prova”.
Per quanto concerne la manifestazione di sabato 23 gennaio
il municipio non intende entrare in merito. Fanno solamente notare che
la manifestazione metteva principalmente l’accento sull’autogestione, trascurando
di fatto gli aspetti culturali e sociali che hanno in pratica convinto
il municipio ad approfondire le nostre richieste.
Per quanto concerne gli stabili di proprietà comunale
e non, vorremmo chiarire alcuni punti: dopo cinque mesi di “dialogo” (?)
l’unica cosa che si é potuta constatare é la velocità
con cui il municipio sta eliminando gli spazi vuoti, tramite demolizioni
abusive e non (vedi Ex ristorante Gallo, lo stabile comunale a lato della
posta e la demolizione prossima dell’ex macello) e il vaglio di progetti
di ristrutturazione, finora respinti, di altri stabili vuoti.
Casualità?
Alla celerità con cui gli spazi vuoti scompaiono,
si aggiunge la lentezza delle autorità municipali nel dialogo. Infatti
stiamo ancora aspettando il secondo incontro promessoci dal municipio per
fine gennaio (N.B.: dopo 5 mesi dalla prima lettera!)
Un altro punto assurdo della lettera sopracitata è
il fatto che vogliano concederci non uno spazio bensì un periodo
di prova! Ciò dimostra come il municipio non abbia ancora afferrato
il significato dell’autogestione. Infatti in che modo si può giudicare
e mettere alla prova un’esperienza come quella dell’ autogestione? Come
può l’autogestione considerarsi tale, se deve rendere conto alle
autorità del suo funzionamento?
Dal primo giorno in cui ci siamo presentati alla popolazione
(alla sagra dell’uva) e anche durante un primo colloquio, abbiamo sempre
rifiutato ogni tipo di proposta che includesse una cogestione o un controllo
(più o meno esplicito) dell’eventuale spazio in questione.
Il municipio, riguardo al sit-in, ci accusa inoltre di
aver tralasciato gli aspetti culturali e sociali e di esserci incentrati
solamente sull’autogestione.
Vogliamo ribadire per l’ennesima volta che l’autogestione
non é l’antitesi di progetto socio-culturale, anzi, sono due concetti
che, dal nostro punto di vista, si sposano benissimo e di conseguenza dovrebbero
sempre essere associati.
Ma offrire torte, bevande, musica e soprattutto ravvivare
una piazza morta già prima di nascere, restituendole il valore di
incontro tra persone di diverse generazioni, non è forse abbastanza
socio-culturale?
Cosa intende il municipio per attività socio-culturali?
Forse uno squallido casinò?
Forse un megacentrocommerciale aperto anche la domenica?
Oppure un’aberrante struttura architettonica “pseudoromana-
lasvegasiana-postimperialista”, facciata di un teatro capitanato da gente
del calibro di Flavio Maspoli? Forse simboleggiante il deserto culturale
che ci circonda.
Sicuramente questa NON E’ la nostra cultura!!
Non ci fermeranno né con le chiacchiere né
con le ruspe.
Collettivo Fantasma del Mattirolo