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E’nata prima la scienza o la fantascienza ? Così a prima vista sembrerebbe uno di quei rompicapi tipo uovo-gallina : potremmo ragionarci e discuterne per parecchio tempo per arrivare alla conclusione che non interessa minimamente. 
Oltretutto entrambe le parole nascono in un certo periodo storico e sono quindi ad esso legate ; di conseguenza parlare della scienza moderna implica un certo tipo di discorso, diverso nel caso del concetto arcaico. Quindi per proseguire il ragionamento occorre trovare un definizione generale per entrambe i termini, che soddisfi i tempi antichi come pure quelli moderni. 
La scienza racchiude la tecnologia, la parte pratica, e lo studio per raggiungerla, dove esiste; la tecnologia è qualsiasi invenzione o innovazione che permetta un ipotetico miglioramento della vita umana, sia essa il colore scoperto dall’uomo preistorico per affrescare le grotte o il vaccino contro la peste o la fissione dell’atomo.
La fantascienza racchiude la fantasia e la scienza, e non è intesa solo come un’opera letteraria e quindi appannaggio esclusivo di poche menti ma come quell’atto che chiunque può compiere a partire dalle conoscenze e dalla capacità di astrazione che possiede.
Quest’ultima parrebbe a prima vista dipendere dalla scienza poichè dalle sue basi si puo’ sviluppare per esempio un ipotetico futuro, qualcosa di fantasioso  con basi scientifiche più o meno solide ; è pur vero che da queste fantasie possono nascere nuove idee che messe in pratica, dove possibile, diverrebbero scienza.
In questo momento siamo in una posizione di stallo, non e’ possibile rispondere alla domanda.
Torniamo indietro agli albori della civilta’, quando l’uomo agiva pressochè istintivamente . In questo caso il livello di scienza arriva ad azzerarsi per lasciare spazio alla fantasia, intesa come intuizione e come riflessione conseguente all’osservazione diretta : in termini assoluti si può dunque affermare che è nata la fantascienza e a partire da essa la scienza.
Sembrerebbe che alla domanda iniziale ci sia una risposta, ma come ogni domanda che si rispetti occorre leggere tra le righe prima di affermare con sicurezza di averne compreso tutte le implicazioni. Proviamo a tenerla  per un po’ in disparte e riflettere su altre questioni legate a questo connubio scienza-fantascienza, che sono alla base di tutta l’umanita’ e dei        suoi prodotti.
Torniamo indietro alla preistoria e vediamo come questo duetto è cambiato nel tempo.
L’uomo tecnologico del passato si è dotato per necessità di lance, si e’ riunito attorno  ad un fuoco che in principio temeva, si è riparato dalle intemperie : questo un parziale cammino tecnologico che nasconde degli aspetti molto importanti. Infatti la lavorazione delle pietre in lance toglie all’umanità la paura della caccia che precedentemente era molto rischiosa e lo stimola ad unirsi ai suoi simili affinchè sia più efficace, il fuoco con il suo calore e le case offrono riparo alla prima comunità umana e quindi alla prima comunità scientifica della storia. Questo è l’aspetto fondamentale nello sviluppo delle civiltà: l’aspetto comunitario ha agito come amplificatore nello sviluppo scientifico e fantascientifico.
L’effetto amplificatore ha continuato a incrementare esponenzialmente la sua potenza e continua tuttora. E’ un fattore molto importante perchè crea il presupposto che permetterà nel futuro un’interazione sempre diversa tra il binomio scienza-fantascienza e la comunità umana ; si crea nel tempo un fenomeno per cui, a causa di sollecitazioni diverse tra loro, una volta la comunità è fortemente condizionata dal binomio e quindi ne è l’espressione mentre un’altra accade il contrario. Questa diversità di rapporti dipende essenzialmente dagli usi che sono stati fatti nella storia della tecnologia ; in alcuni momenti viene in soccorso all’uomo aiutandolo per esempio a liberarsi di certa fatica, ma in altri, molti altri, serve a soggiogare gli esseri umani . Si viene insomma a creare una diversità, dove coloro che sono stati toccati dalla scienza rappresentano un’elite dominante : non solo, per l’effetto amplificatore questa minoranza sviluppa una capacità superiore di intuizione. Come risultato finale si può leggere un divario crescente tra i possessori e i non possessori : la nascita della società moderna , in generale, e il confronto tra diverse società che si differenziano tra loro per il diverso rapporto che hanno al loro interno con scienza e fantascienza. Rapporto che condiziona allo stesso modo il piccolo e il grande e che determina quindi il prevalere di una piuttosto che l’altra società.
Ma allora il nostro binomio è l’espressione della società e quindi essa lo condiziona, oppure e’ il binomio a condizionare ? E’ difficile affermarlo con sicurezza : per esempio la società può essere espressione del binomio perchè, abbiamo visto, grazie ad esso si sono presentate le condizioni affinchè si sviluppasse ; al contrario se una società inventa armamenti per invaderne un’altra, è il binomio (intuizione >> cannone) ad essere l’espressione di una società belligerante.
Consideriamo sempre, ed è molto importante, che una società non coinvolge tutti i suoi componenti. Pertanto il suo potenziale massimo non viene nemmeno lontanamente sfiorato e, di fatto , pone un serio limite alla sua crescita futura nonchè a quella delle società con cui interagisce (pacificamente).
Un’altra barriera che ha impedito la divulgazione della scienza in maniera eterogenea dipende dall’impossibilità materiale di distribuirla, fino all’invenzione del libro , alla sua emancipazione progressiva fino ai caratteri di stampa, che permisero una diffusione piu’ ampia della conoscenza in generale.
In questo periodo storico esplode l’interazione tra l’umanità  e le sue conoscenze. Anche qui è difficile dire quale sia l’effetto e quale la causa : penso comunque che fosse più forte la spinta che provocò l’invenzione sulla società, che non la spinta della società a scoprire l’invenzione stessa.
Nei tempi seguenti oltre al cambiare sempre più veloce dell’umanità, anche il binomio scienza-fantascienza assume un significato piu’ ampio : la scienza viene in un certo modo riconosciuta come base portante della società, viene liberata dai suoi vincoli precedenti, perlomeno da alcuni ; la stessa tecnologia accelera la scoperta e la costruzione di nuova tecnologia ; d’altra parte la fantascienza mantiene il significato di sempre nell’interazione con la scienza, ma ne assume un altro, si stacca in un certo senso, per diventare l’opera di autori letterali. In sostanza rimane lo stesso principio perchè un libro di fantascienza ha pur sempre una base scientifica ed è il risultato di una riflessione e spesso di un’intuizione. Rimane anche l’interazione con la scienza nuovo modello che ne migliora le potenzialità esplorative.
Nasce la fantascienza letteraria e acquista nuova importanza nell’analisi la causa e l’effetto. Importanza destinata, come vedremo, ad aumentare fino ad oggi.
Molti autori sono considerati precursori di nuove scoperte tecnologiche, naturalmente nel limite della fantascienza e quindi della non dimostrabilità ; ma fino a quanto ha influito su di loro, affinchè giungessero a quelle conclusioni, l’atmosfera del loro tempo e le recenti scoperte scientifiche ? Probabilmente molto, ma evidentemente la loro intuizione è stata fondamentale.
Per esempio nei libri di Jules Verne si possono notare sia le condizioni di causa che di effetto : da un lato il convincimento, figlio dell’era industriale e di una parte di società, che attraverso la tecnologia l’uomo abbia tutte le porte spalancate davanti a se, che grazie ad essa si possa risolvere qualsiasi situazione disperata ; dall’altro l’intuizione di una persona che sognava nuove cose e cercava di descriverle come meglio poteva, un po’ ingenuamente a volte. Nell’isola misteriosa troviamo un gruppo eterogeneo che con le sole conoscenze in suo possesso riesce a costruire oggetti con la creta, a costruire un forno con i mattoni creati e la calce estratta da pietre contenenti carbonato di calcio, a produrre acciaio dal ferro o dalla ghisa, l’acido solforico e azotico per mescolarlo alla glicerina, e cosi’ continuando ; mentre il capitano Nemo fugge dalle persecuzioni dei governi con un sommergibile nucleare e cerca giustizia o vendetta, in una descrizione impressionante di flora e fauna del mondo subacqueo, e ancora tre uomini giungono in orbita attorno alla luna con circa cento anni di anticipo.
Cambiamo secolo per prendere in considerazione un altro autore, Isaac Asimov, molto legato alla scienza come chimico, ma ancor piu’ grande scrittore di fantascienza ; i suoi racconti trasudano tecnologia da tutti i pori: nella saga dei robot descrive un mondo dove l’uomo non è più l’unico essere dominante, in un disegno dettagliato dello sfondo su cui scorrono le vicende, molto umane, di robot e uomini ; introduce le tre leggi della robotica, riprese in futuro da molti altri, che rendono il tutto molto credibile.
Nella trilogia della fondazione la tecnologia e la conoscenza assumono un’importanza particolare, perchè attraverso di esse rinascerà un nuovo impero dalle ceneri di quello vecchio, collassato a causa della burocrazia, della corruzione e dell’eccessiva grandezza.
Anche Asimov è influenzato dal suo tempo : un po’ di pessimismo forse nella società ma fiducia in quello che l’umanità riuscirà a fare con il supporto della tecnologia ; con i robot egli prevede addirittura un futuro che l’attuale tecnologia non permetterebbe ancora e tanto meno era ipotizzabile mezzo secolo orsono, quando scriveva.
Nell’800 di Verne l’informazione e la cultura non erano accessibili ad un numero elevato di persone ed in precedenza lo erano ancor meno; nel mezzo ‘900 di Asimov la situazione era notevolmente mutata in quanto la scienza trasformò radicalmente la diffusione in diffusione di massa : in questo contesto, e in quelli a venire, lo studio effetto-causa assume una nuova identità. Infatti se nel passato coloro che potevano influenzare o essere influenzati rappresentavano un ristretto numero di persone, con la diffusione di massa aumentano sensibilmente, rendendo possibile un’analisi più veritiera. Gli stessi autori sono confrontati con un mondo più vasto e le opere che ne scaturiscono portano questa impronta.
Si può ritenere utile, per interpretare a grandi linee la direzione presa da una società, lo studio della fantascienza moderna, come espressione di scienza e d’umanità. Ritorna la domanda iniziale ; e ponendola in termini relativi, cioè se la scienza condiziona la fantascienza o viceversa e tenendo presente tutti gli elementi fin ora trattati, si può cercare di capire il nostro tempo o almeno parte di esso ; è molto importante perchè se la tecnologia, come viene usata adesso, condiziona la società che ne è l’espressione, quest’ultima non potrà che andare in una direzione e per abbandonarla occorrerà per necessità abbandonare una parte della tecnologia prodotta o usarla differentemente ; se è invece la società a condizionare la tecnologia che ne è l’espressione, agendo su quest’ultima, essendo solo l’effetto, non si otterranno cambiamenti sostanziali. Trovare una soluzione al quesito è un compito molto arduo e non spetta certo a chi scrive, ma deve essere un ragionamento prima individuale e poi collettivo ; molto spesso la difficoltà consiste nel mescolarsi continuamente di effetto e causa in tempi molto vicini tra loro. Saltiamo ora nell’ultimo capitolo della storia.
In particolare un filone fantascientifico nasce da una serie di invenzioni, i computer e la rete, che in brevissimo tempo rivoluzionano usi e costumi dell’umanità come non era mai avvenuto prima ; come la stampa, queste tecnologie non riflettono solamente se stesse, ma fungono da amplificatore, portando l’interazione tra antico binomio e umanità ad un livello elevatissimo. L’informazione ha abbattuto le ultime frontiere, quelle impostole dalla stessa tecnologia, sfuggendo al controllo umano:  non solo , la fortissima interazione ha permesso un cambiamento radicale, il passaggio di un numero crescente di persone da una fase passiva, in cui subivano le informazioni, ad una attiva, in cui si propongono come generatori ; per ottenere un’amplificazione ancora maggiore.
In questo breve periodo all’interno del binomio si nota un ribaltamento dei valori di effetto-causa ; dove all’inizio la tecnologia condiziona la societa’ mediante la sua forza dirompente e innovativa, alla fine si constata che è la società ad adattare le invenzioni alle sue esigenze : in particolare la spinta globalizzatrice portata dalla tecnologia e’ stata assimilata dalla società, fatta sua e a partire da questo mondo nuovo ha indirizzato le nuove scoperte in una direzione ben precisa, affinchè venissero soddisfatte le sue nuove voglie.
Il filone a cui accennavo è quello cyberpunk rappresentato da autori come William Gibson, Bruce Sterling e Neal Stephenson, senza nulla togliere agli altri, e carat-terizzato da un mondo ipertecnologico, nel quale la tecnologia assume un aspetto estremo ed oppressivo, ma che riprende comunque parte dell’antico aspetto di liberatrice dell’umanità.
Ma che aspetto mostra questa società del futuro ? Si intuisce subito nel ritmo delle descrizioni : talvolta lento e lungo, sinonimo di pesantezza e di decadenza, talvolta veloce, sinonimo di avventatezza e stress. Ma poi le parole non lasciano molto spazio all’interpretazione : le persone dipendono per la loro sopravvivenza dalla tecnologia che è diventata il commercio principale ; ad essa è strettamente legata l’informazione, totalmente fuori controllo da un lato, nel senso che è sempre più difficile accertarne l’autenticità, commercializzata ed incanalata dall’altro ; l’informazione corre attraverso la matrice, l’evoluzione della rete, che assume una sua fisicità, permettendo ai cow-boy del cyberspazio di spostarsi come un uccello nel cielo. Le ambiguità proseguono nella descrizione della società : il mondo è reso un tutt’uno dalla rete, le città si riuniscono e sono amministrate da burocrati corrotti e di fatto perdono  ogni potere politico-decisionale; grosse multinazionali e corporazioni diverse si disputano il controllo dell’informazione, del commercio e del potere, da quando il connubio tra politica ed economia ha permesso loro di sovrapporre i propri interessi a quelli di coloro che una volta venivano chiamati popoli.
L’ambiguità consiste soprattutto nella presenza simultanea di concetti opposti tra loro : la libertà che offre la rete alle persone che vi accedono e alle informazioni è contrapposta alla dipendenza della società dalla rete stessa, al commercio controllato dell’informazione e alla difficoltà economica delle persone di accedervi. Il concetto della globalizzazione come possibilità illimitata a disposizione dell’umanità per infrangere altri orizzonti, trova supporto esclusivamente in campo commerciale permettendo di superare gli ultimi ostacoli per un controllo totale ; in “ campo umano “, la globalizzazione, anzichè attraverso la socialità globale, passa attraverso l’uniformità, la parcellizzazione e l’annullamento progressivo della personalità, eccezion fatta per alcuni eroi solitari, i cow-boy del cyberspazio appunto, in cui gli autori vedono l’unica possibilità di riscatto dell’umanità umana, attraverso un uso differente del “ mezzo tecnologia “. In queste descrizioni si delineano già alcuni tentativi di rispondere alle nostre domande : gli autori, mediante questa visione romantica dell’eroe solitario, intravedono un condizionamento della società da parte della tecnologia e ne propongono un uso alternativo affinchè la direzione intrapresa possa in qualche modo mutare.
È molto importante quindi cercare di interpretare quello che accade intorno a noi ; forse la questione iniziale non sarà più così insignificante come poteva apparire. E forse è ancora più utile leggersi un buon libro di fantascienza e cercare di capire dove arriva la fantasia e dove è invece scienza, intesa in quest’ultimo caso come realtà attuale e dimostrata.