Dopo aver visto l’ultima pagina
del “Mattino della domenica“ del 24 gennaio 1999 sia-mo rimasti amareggiati
da come si possa impiegare stupidamente un mezzo di infor-mazione quale
la stampa.
La pagina riportava una grottesca
(e veramente malfatta) caricatura di un ben noto gioco intitolato
il gioco dell’oca rifu-giata”, un’immagine fine a se stessa atta unicamente
a insultare e tacciare gli immigrati di ladrocinio e fanfaronismo (da che
pulpito poi...) e contenente frasi del tipo: “torni a casa a calci in culo
e te li do io“, firmato Nano.
Dinnanzi a certe cose non riusciamo
a fermarci perplessi, il nostro sdegno per una pubblicità simile
è immediato e naturale, ma quello che più ci preoccupa è
la totale indifferenza se non addirittura l’appoggio convinto di simili
demagogie di stampo fascista millantate orgogliosamente da ben noti personaggi.
E’ mai possibile che nessuno reagisca
con disprezzo a simili insulti all’intelligenza umana? E’ mai possibile
che nessuno manifesti pubblicamente il proprio disaccordo verso simili
azioni? Oppure le realtà e il popolo ticinese la pensano allo stesso
modo, scaricando il proprio disagio e le proprie frustrazioni personali
addosso agli immigrati e dimenticando che un secolo fa erano gli stessi
ticinesi a partire verso altre nazioni alla ricerca di un lavoro.
Sembra inoltre che la gente abbia
dimenticato quanto successo in Europa più di sessant’anni fa quando
alcuni squallidi personaggi sono arrivati al potere cavalcando le masse
con discorsi di stampo razzista in un periodo di forte crisi, discorsi
che trovano in questi periodi terreno fertile su cui crescere ma che non
risolvono e non svelano la natura del problema, anzi, svolgono il ruolo
di consolidare la filosofia “dividi et impera“.
Il nostro è un no deciso
e irremovibile a questa politica oltre che “ariana”, stupida !
Se si vuole evitare che gli errori
e gli orrori commessi in passato possano ripetersi è necessario
che ogni persona non taccia di fronte a simili propagande ed esprima a
voce alta e pubblicamente il suo dissenso, nella speranza che la prossima
volta il comunicato non resti solo ma che siano invece 10,100,1000, perché
il discorso xenofobo-razzista non ha ragione di esistere in una società
che pretende di essere chiamata civile.