Ultima Resistenza.
Come iniziare un articolo, il primo
di una serie, riguardante la causa animalista? I temi dai quali attingere
sono molteplici, eppure per comprendere fin dall’inizio l’importanza degli
stessi occorre definire il ruolo del movimento di liberazione animale all’interno
della società intera.
Esistono tre tipi di lotta: per
i diritti umani, per la salvaguardia della natura, per i diritti animali.
Questa superflua divisione può essere abbattuta semplicemente trovando
un punto in comune tra i diversi movimenti, e scopriamo che il punto in
comune risiede proprio nella parola attivismo. Non più attivista
per i diritti dell’uomo, attivista per i diritti degli animali, attivista
per la protezione della natura: semplicemente attivista, per un cambiamento
radicale, per la libertà di ogni essere vivente, per la libertà
da ogni sistema di oppressione sulla vita. E’ imperativo che la gente realizzi
che tutte le lotte per la libertà e la giustizia sono semplicemente
un’unica lotta. Fino a quando non si capirà che il fine è
combattere l’intera struttura del potere, piuttosto che lavorare su “cause”
isolate (specialmente se opprimiamo o ignoriamo altre “cause” o “gruppi”
sul nostro cammino), allora vorrà dire che semplicemente riarrangeremo
i nostri posti nella gerarchia dell’oppressione e perderemo il nostro tempo
in un’inutile guerra per ridefinire le nostre coordinate sotto la struttura
del potere, senza mai colpire al suo cuore.
Questo è ovviamente quello
che i governi e le multinazionali al potere desiderano: che finiamo per
combatterci l’uno con l’altro, senza avere il tempo per un reale cambiamento.
E’ ora di abbattere ogni etichetta che ci divide e diventare tutti semplicemente
attivisti: per la liberazione totale della terra e dei suoi abitanti.
Il motivo che ci spinge a discutere
la causa animalista non è, come i maligni vanno subito a pensare,
una mancanza di sensibilità verso le problematiche che riguardano
l’uomo e l’ambiente che ci circonda. La mancanza di sensibilità
e compassione è piuttosto quella altrui, quella di coloro
che cavalcano l’antico mito dell’essere umano creatura più importante
e punto di riferimento dell’intero pianeta. Apriamo gli occhi sul ruolo
che hanno gli animali nella nostra società: la loro dignità
è costantemente calpestata, non si contano i sopprusi, le sofferenze
e purtroppo le vittime. Vivisezione, caccia, allevamenti, circhi, prodotti
in pelle, carne, latte, lana...dietro ad ognuna di queste parole c’è
un mondo che viene tenuto nascosto, un mondo di oppressione nei confronti
di esseri innocenti la cui unica ragione di esistere è da ricondurre
al solito becero profitto economico.
Non sorprendiamoci dunque nello
scoprire che la nostra società vive sullo sfruttamento diretto ed
indiretto degli animali. E’ possibile rendersene conto dagli spunti che
offre la quotidianità, dove siamo abituati a maneggiare ogni giorno,
senza ormai neanche più pensarci, prodotti frutto dell’inutile
uccisione di esseri in grado di provare sofferenza, gioia,
dolori, ecc., proprio come noi cosiddetti “umani”.
Sono certo, molti di voi sogghigneranno
nel sentir abbinare parole come latte, miele, lana alla parola sofferenza.
Altri invece si ritengono legittimati nel vestire pelle e cibarsi di cadaveri
animali poichè questo ai loro occhi è considerato tradizionale
e soprattutto “naturale”. Il nostro intento, con gli articoli che saranno
pubblicati nei mesi a venire, è quello di distruggere questi falsi
miti e di proporre uno stile di vita rispettoso di ogni forma di vita,
nel quale la parola libertà possa essere intesa come totale e non
discriminatoria nei confronti di specie diverse.
E’ lontano il tempo in cui la schiavitù
umana era vista come fatto “normale”. Nella civile America persone di colore
potevano essere comprate e vendute, e la loro vita e la loro libertà
non valevano nulla. Nell’assopimento generale, già a quei tempi
c’erano persone (poche) dedicate e di maggiore sensibilità
che realizzavano l’assurdo di tutto ciò e lottavano, con ogni mezzo
e spesso mettendo a repentaglio la loro stessa libertà, al fine
di cambiare in meglio la condizione degli schiavi di colore. A quei tempi
la gente non capiva queste persone, ma alla fine il loro lavoro di sensibilizzazione
sociale è servito e ora la schiavitù umana è unanimamente
condannata.
La stessa situazione la si ha oggi.
Gli animali sono gli schiavi del nostro tempo. La loro vita e la loro libertà
non valgono nulla se non il ricavo economico che se ne può ottenere.
Ci sono persone che lottano per cambiare questo stato di cose e la gente
non capisce il perchè di tanti sforzi per dei semplici-inutili animali,
ma il tempo darà loro ragione... Come diceva Leonardo Da Vinci:
“Arriverà il giorno in cui uccidere un animale sarà reato
come uccidere un uomo”.
Veganismo
Sono fermamente convinto che chiunque
desideri un cambiamento positivo nella società che lo circonda debba
cambiare prima se stesso. Un primo significativo passo verso il rispetto
di se stessi, della vita altrui e dell’ambiente è quello di adottare
una dieta vegan.
Cosa è il veganismo?
Vegan (pronuncia vigan) è
qualcuno che non consuma prodotti di origine animale. Mentre i vegetariani
evitano carne e pesce, i vegans rifiutano anche lo sfruttamento e l’abuso
inerente la produzione di latte e uova, come pure vestiti contenenti prodotti
animali (lana, pelle, seta, ecc.). Sono pure boicottati cosmetici e prodotti
farmaceutici testati su animali.
Apparentemente una dieta vegan
può sembrare complessa e piena di sacrifici. In realtà è
molto semplice da attuare, specialmente una volta che si conoscono i prodotti
adatti reperibili. Ogni prodotto di origine animale, ha una valida alternativa
vegetale.
Perchè vegan?
Il veganismo, la naturale estensione
del vegetarismo, è una componente integrale di uno stile di vita
senza crudeltà verso gli animali. Vivere vegan dà molti benefici:
alla qualità di vita degli animali, all’equilibrio dell’ambiente,
a noi stessi, proteggendo i nostri corpi da problemi di dieta associati
al consumo di prodotti animali.
-per gli animali
L’industria della carne e del latte
causano a milioni di polli, mucche, maiali e altri animali inenarrabili
sofferenze. La maggior parte di essi vive la propria esistenza in piccole
gabbie, drogati con antibiotici, spesso mutilati. Gli allevamenti intensivi
sono nient’altro che fattorie meccaniche dove il benessere degli animali
è l’ultimo dei pensieri, mentre il profitto è il primo. Il
veganismo ne emerge come lo stile di vita più coerente alla filosofia
secondo la quale la vita degli animali non ci appartiene e pertanto non
la possiamo usare a nostro piacimento.
-per l’ambiente
I pascoli hanno un effetto tutt’altro
che positivo sulla terra. Sono un modo inefficente di produrre cibo e un
insulto alla povertà. La carne è cibo di lusso, per ricchi,
poichè la sua produzione implica lo spreco di enormi quantità
di cereali utilizzati per nutrire gli animali stessi, cereali che. se usati
per l’alimentazione umana, darebbero di che nutrirsi ad un numero ben più
vasto di persone. Anche lo spreco di acqua è notevole. Il disboscamento
per la creazione di pascoli (come sta succedendo in modo evidente in sudamerica
per opera di multinazionali come McDonald’s) crea il problema dell’erosione,
rendendo oltretutto i terreni sempre meno produttivi, forzando la conversione
di ecosistemi un tempo produttivi ed ora incoltivabili. Ne sono colpite
anche molte specie animali, che vedono il loro habitat naturale sempre
più distrutto.
-per la propria salute
Il consumo di proteine e grassi
animali è stato connesso a malattie del cuore, del colon, cancro
allo stomaco, osteoporosi, diabete, ed ad altre numerevoli condizioni debilitative.
Il cibo vegan, come cereali integrali, verdura, frutta e legumi, ha pochi
grassi (specialmente grassi saturi), non contiene colesterolo ed è
ricco di fibre e sostanze nutritive. Inoltre, chi è vegan riceve
una quantità equilibrata di proteine. Il latte di mucca contiene
una quantità di grassi e proteine ideale per i vitelli, ma non certo
per l’uomo. Mangiare uova può essere un buon mezzo per facilitare
malattie cardiache come l’infarto, dato che contengono tra le più
alte quantità di colesterolo riscontrabili nel cibo.