SPAZIO ANARCHICO

Aiuto, stanno tirando fuori dal cappello un altro coniglio per mantenere vivo e vegeto il capitalismo! La nuova magica soluzione si chiama reddito garantito di cittadinanza e sta già mietendo molte vittime tra i "progressisti". Di cosa si tratta? Il reddito di cittadinanza (detto anche "assegno universale" o "reddito di base" o "dividendo sociale") consiste nella ripartizione di una parte del reddito nazionale in modo incondizionato e ugualitario a ogni individuo (generalmente, ma non da tutti, inteso come avente "cittadinanza" e maggiorenne). In altre parole, si tratta dell’erogazione di una somma monetaria a scadenza regolare e perpetua in grado di garantire una vita dignitosa indipendentemente da una prestazione lavorativa. Sotto forma di imposta negativa sul reddito, il reddito di cittadinanza corrisponde alla differenza tra un determinato livello di reddito fissato per legge e il minor reddito effettivamente conseguito. In entrambi i casi, il reddito di cittadinanza sostituisce tenden-zialmente le assicurazioni sociali esistenti e naturalmente anche la pubblica assistenza in caso di indigenza. Il finanziamento dell’as-segno universale dovrebbe essere assicurato mediante prelievi fiscali sul reddito e la sostanza (presumibilmente in combinazione la tassazione sui redditi da capitale e sulle transazioni valutarie e finanziarie, nonché tramite un massiccio aumento dell’IVA). L’obbligo di contropartita (per esempio con prestazioni lavorative nel "terzo settore") è ancora oggetto di discussione tra i fautori dell’assegno, anche se tendenzialmente non è previsto. Per quanto soggettivamente possa sembrare allettante (e a chi non piacerebbe trovarsi ogni mese recapitato a domicilio un assegno di 2 o 3 mila franchi a cranio senza muovere una paglia?), l’assegno universale è essenzialmente una riforma di erogazione di reddito tendente al consolidamento di un sistema economico basato sulla rapina. In primo luogo, così com’è proposto l’assegno universale richiede un sistema capitalista in perfetta efficienza. Il presupposto per il suo funzionamento è infatti l’esistenza di redditi, sostanze e transazioni tassabili, ossia, semplificando, di capitalisti, speculatori, tecnici, burocrati e liberi professionisti che guadagnino tanto e bene affinché il prelievo fiscale a loro carico e a carico delle "loro" società fornisca la base per l’erogazione dell’assegno. Inserito nell’attuale contesto della priva-tizzazione, l’assegno universale privo della rivendicazione della socia-lizzazione dei mezzi di produzione di reddito cementa e rafforza l’ "ingiustizia" economica del sistema. La sua erogazione presuppone necessariamente l’esistenza di una società di classe, poiché stabilisce un nesso di dipendenza economico-funzionale asim-metrico tra chi è escluso dal lavoro o ai margini del sistema produttivo da chi vi è integrato. Viste le prospettive a livello di automazione di processi di produzione, chi è integrato è in realtà una ristrettissima classe di tecnici e specialisti (oltre ai capitalisti). Ma qui ancora si tratta di uno scenario a media scadenza, poiché molto più probabilmente il reddito di cittadinanza nei paesi occidentali industrializzati verrà finanziato tramite il plusvalore conseguito con lo sfruttamento dei lavoratori sottopagati nei paesi a basso costo di produzione. Ovviamente questo sistema per funzionare necessita di un efficiente strumento di ridistribuzione: lo stato. Occorre cioè che esista un organo in grado di assicurare il prelievo fiscale, di reprimere l’evasione, di attuare e controllare la ripartizione secondo le modalità previste, di censire i bisogni per fissare le aliquote e via dicendo. Tutto questo meccanismo deve basarsi sul consenso, anzi: è certamente una formidabile macchina per la produzione di consenso sociale. Chi mai avrebbe qualcosa da obiettare contro chi ti dà il necessario per mantenere elevata la "domanda solvibile"? Altroché "favorire la conflittualità antagonista" e "forme di resistenza" come ipotizza qualcuno! Probabilmente l’assegno universale è uno dei più formidabili strumenti di consolidamento del capitalismo mai inventato, perché si basa sul suo motore essenziale: il consumo.