Da alcune settimane è in edicola, in veste totalmente rinnovata, il settimanale Area. Nato poco meno di un anno fa, lunico giornale di sinistra in Ticino si definisce nella testata «settimanale di critica sociale». Per capire il significato di questa espressione ci siamo rivolti direttamente al nuovo direttore di Area Daniele Fontana: «La definizione "settimanale di critica sociale" è la linea guida del progetto scelta dagli editori prima che io diventassi direttore. Chiamato a dare un contenuto a questo concetto, ho cambiato rotta rispetto al mio predecessore. Secondo me nellesperienza precedente cera uneccessiva riflessione e dunque ho ritenuto necessario puntare maggior-mente sullinformazione, interpretando la critica sociale come la possibilità di raccontare le cose prima ancora di commentarle».
In che modo, tenuto conto del fatto che Area ha un pubblico di lettori molto diversificato al suo interno: da un lato gli italofoni iscritti ai sindacati Sei e Flmo di tutta la Svizzera e dallaltro gli abbonati "per scelta"?
«Dando voce soprattutto a quelle realtà che in questo momento storico ne hanno poca o zero e meno a quelle che hanno già altri spazi. Linformazione è dunque la risposta operativa per soddisfare le esigenze molteplici dei nostri lettori».
Cè chi sostiene che sia impossibile accontentarli tutti...
«Area è un unicum, che alcuni considerano come una grande sfida e altri come una condanna. Io mi metto fra i primi anche perchè Area rappresenta un passo avanti da parte dei sindacati, che sono passati da una concezione di organo dinformazione puramente funzionale allattività interna ad un organo di informazione e di comunicazione, che sono aspetti centrali nella società odierna. Questo per noi significa muoversi con una duplice veste: da una parte abbiamo la consapevolezza (rassicurante) di avere una base finanziaria, il che non ti costringe a rincorrere il mercato, ma dallaltra dobbiamo fare in modo di conquistarsi settimanalmente i nostri lettori. Lintroduzionbe di rubriche, anche popolari, ha proprio questo obiettivo. Io sono convinto che se riusciremo a confezionare un prodotto interessante per questo pubblico eterogeneo e vastissimo, allora saremo in grado di andare oltre il lettore coatto e di conquistarsi un pubblico sempre più vasto».
Dai primi numeri sembra che Area dedichi particolare attenzione al tema del lavoro. Sarà una costante?
«Gli editori danno alla redazione totale libertà nella scelta dei temi, però non possiamo prescindere dai loro interessi re dai temi sui quali definiscono la loro presenza sul territorio. Per noi così come per molte persone il tema del lavoro è dunque centrale. Noi abbiamo poi il vantaggio di poter fare un giornale che non deve seguire le logiche classiche dellinformazione determinate dalle grandi agenzie telegrafiche, ma abbiamo la possibilità di raccontare il lavoro a modo nostro».
Sosterrete la battaglia per i 200 franchi?
«Certo, questo e il salario minimo di 3mila franchi per tutti sono temi forti su cui non si molla. Limportante è però evitare loverdose semantica. Dobbiamo cioè riuscire a parlare di questi temi senza usare sempre gli stessi termini, che poi creano rigetto».
Perche il lettore del Molino deve leggere Area o meglio deve abbonarsi?
«Prima di tutto perchè il lettore del Molino è un lettore di una parte di società che non ha molto spazio, se non in negativo. Dunque qui dentro dovrebbe trovare lamplificatore della sua voce. Un altro motivo perchè dovrebbe leggerci è questo: noi siamo persone serie ma che si divertono, abbiamo una visione della vita allegra e dunque offriamo anche occasioni per divertirsi».
Auguri dal Molino.
Kappa