25_sttem.GIF (101106 byte)25 SETTEMBRE : MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER GLI AUMENTI SALARIALI NELL' EDILIZIA E PER UN MINIMO SALARIALE DI 3000 FRANCHI NETTI NEGLI ALTRI SETTORI .

Dopo le manifestazioni e gli scioperi di due anni fa, a difesa del Contratto collettivo di lavoro di categoria (1), gli operai edili torneranno a manifestare e a farsi sentire il prossimo 25 settembre a Berna. In questa data è infatti convocata una grande manifestazione nazionale per ottenere un significativo aumento salariale nel settore edile (200 franchi al mese) e un salario netto di 3000 franchi negli altri settori. Quindi dopo una stagione di battaglie meramente difensive, il movimento sindacale (o almeno una parte di esso) torna a proporre una strategia offensiva rivendicando un miglioramento delle condizioni di lavoro delle salariate e dei salariati.  

Queste rivendicazioni appaiono sacrosante. In questi anni ai lavoratori di questo paese sono stati chiesti sacrifici enormi. I salari, ma più in generale le condizioni di lavoro e vita di ciascuno sono peggiorate in modo considerevole (2). La "crisi economica" è servita a aumentare i profitti di pochi e peggiorare le condizioni di molti. Molti salariati e molte salariate hanno perso il posto di lavoro per
delle razionalizzazioni atte ad aumentare i profitti; chi ha trovato un nuovo posto di lavoro ha dovuto subire delle cospique diminuzioni dei salari ed un aumento della precarietà.   Ma tutto ciò non basta. Quel poco di stato sociale esistente in Svizzera è continuamente rimesso in  discussione: l'esplosione dei costi della salute, l'aumento dell'età di pensionamento, ecc.

In questo ambito le diverse controriforme dell'assicurazione disoccupazione sono state un aspetto centrale della politica neoliberista, finalizzata a rendere sempre più precari e flessibili le lavoratrici ed i lavoratori.

Anche gli attacchi portati in questi anni al sistema formativo (e che interessano sia le università che i licei e le medie) sono del resto figli di questa logica.

Dal successo di questa mobilitazione, che "lancia" il rinnovo del Contratto collettivo, fissato per il 2000, dipenderanno in futuro le condizioni di lavoro nel settore edile svizzero. In caso di insuccesso per quanti anni ancora i lavoratori dovranno pazientare prima di ricevere gli aumenti salariali ? Inoltre un ricollocamento sulla difensiva impedirebbe ad esempio di affrontare la discussione sulla durata del lavoro, sulla flessibilità, su quelle questioni cioè riguardanti il governo dell'impresa e legate all'offensiva neoliberale. Come detto queste rivendicazioni sono sacrosante. 

A fronte della situazione venutasi a creare negli ultimi 10 anni, appaiono addirittura minime. Eppure questa battaglia è decisiva. Da un lato   perché riesce, almeno in parte, a recuperare il potere di acquisto del salario, dall'altro perché queste lotte possono far nascere nei lavoratori la convinzione che insieme si possono difendere con successo i propri diritti.

Vale forse la pena ricordare come il contesto attuale sia segnato da un'offensiva ideologica delle classi dominanti, e da rapporti di forza favorevoli alla borghesia. Una mobilitazione come quella che ci apprestiamo a vivere, restituisce ai lavoratori la consapevolezza di appartenere ad una classe sociale e mostra come, partendo da una costruzione sindacale sui luoghi di lavoro, si possano ribaltare le politiche neoliberiste votate al contenimento del costo del lavoro.
Partecipiamo quindi alla manifestazione nazionale del 25 settembre a Berna. Dal Ticino è prevista la partenza di due treni speciali gratuiti. 

Per le iscrizioni, telefonare al Molino al numero 942.12.20.

Note:

(1) Il Contratto collettivo di lavoro, è il contratto di categoria siglato dai sindacati e dai padroni. Regola i diritti dei lavoratori: salario, vacanze, orario di lavoro, tredicesima, ecc. Nel 1997 i padroni hanno cercato di "svuotare" i contenuti di questo contratto. Grazie alle pressioni dei lavoratori, scesi nelle piazze durante manifestazioni e scioperi, si è impedito lo smantellamento del Contratto.

(2) In questi ultimi 5 o 6 anni i salari dei lavoratori sono rimasti invariati. In realtà il costo della vita è aumentato considerevolmente: si pensi ad esempio all'esplosione dei costi della salute. Quindi si può tranquillamente affermare che un lavoratore pur lavorando di più rispetto ad un tempo (infatti in seguito alle ristrutturazioni ed ai licenziamenti, i ritmi di lavoro sono aumentati in maniera importante), percepisce oggi un salario inferiore. 

La talpa