CHIAPAS: REPRESSIONE BRUTALE

Dopo il buon esito della Consulta Nazionale (circa 3 milioni di consensi), per il riconosciumento dei diritti indigeni e per la fine della guerra di sterminio in Chiapas, convocata dall’EZLN il 21 marzo scorso, il governo messicano, ha reagito con una brutale fase repressiva : 150 operativi militari illegali, decine di morti, sparizioni, torture, prigionieri, centinaia di profughi in fuga, e un clima di tensione e provocazione che infrange impunemente il diritto al vivere, mettendo inoltre in pericolo la pace in Chiapas,(che non è mai esistita). La "Comandanzia" dell’EZLN, tramite il subcomandante Marcos, ha lanciato un drammatico appello alla società civile nazionale e internazionale, denunciando che la selva lacandona, in particolar modo le comunità attorno a La Realidad, sono circondate militarmente nell’attesa, da un momento all’altro, dell’aggressione militare.

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Le preoccupazioni sulla situazione di repressione violenta sono altissime e purtroppo non solo nella selva ma in tutto Chiapas e, più in generale in tutto il Messico.

Le ONG (Organizzazioni Non Goverantive) denunciano, da due mesi a questa parte, il clima di terrore in cui sono costrette a lavorare. Ricordo il caso del brutale assassinio a San Cristobal de las Casas, in giugno, del compagno Juan Manuel Hidalgo collaboratore di una ONG, fatto letteralmente a pezzi (nel vero senso della parola) probabilmente da paramilitari agli ordini del governatore di Chiapas. Oppure la vile aggressione a sfondo sessuale subita recentemente dalla dottoressa messicana Lidia che, di rientro da una comunità indigena zapatista in compagnia di 2 osservatori internazionali per la pace, (un basco e una catalana) è stata molestata poi, con gli altri, sono stati picchiati, legati e minacciati di morte da un gruppo di priisti indemoniati (tesserati nel Partido Revoluçionario Istituçional al potere da oltre 70 anni).... tutto ciò a pochi metri di distanza da un posto di blocco dell’esercito federale... I maestri e gli studenti , che stanno lottando contro l’intento del governo di mettere le basi per una prossima privatizzazione del settore dell’educazione e la regolamentazione delle quote di iscrizione presso la UNAM (università autonoma di Città del Messico), denunciano le incarcerazioni illegali dei loro compagni e sono in sciopero della fame da diversi mesi.

La provocazione è ancor più grande, quando ci si rende conto che nel solo stato del Chiapas gli effettivi militari sono all’incirca 75000 (1/3 del totale dell’esercito federale), coadiuvati dalle istituzioni poliziesche e paramilitari, che sono sempre in aumento. Il 9 luglio 1999, il segretario del governo messicano Diodoro Carrasco, ha confermato che la SEDENA (segreteria di difesa nazionale), ha incorporato 5000 soldati scelti, nella Polizia Federale Preventiva.

Ha dichiarato inoltre che questa azione ha come unico obbiettivo il combattere la delinquenza, e nega il fatto che lo scopo sia quello di militarizzare il corpo poliziesco; aggiunge però che le funzioni dei militari saranno quelle del ripristino dell’ordine pubblico, la sorveglianza delle strade federali, porti e frontiere. Si è "dimenticato" di menzionare l’addestramento particolare svolto nelle basi Nato americane: tecniche di lotta antiguerriglia che prevedono pressioni psicologiche sulle popolazioni, esecuzioni, sparizioni, e torture. Aggiunge inoltre che l’effettivo può contare su 352 veicoli e 99 cani, alcuni con il nominativo di Zedillo, Ochoa, Croquetas Albores, Salinas....tutti responsabili morali del massacro a Acteal di 45 indigeni.Tzotzil (la maggior parte donne e bambini). In Chiapas, la metà della popolazione non ha acqua potabile e due terzi vive in luoghi senza fognature; il 90% dei contadini percepisce "salari" al limite della sopravvivenza umana e vengono sfruttati come bestie da soma, nelle scuole primarie il 72% dei bambini non termina il primo grado, e di 16000 aule censite, solo 1096 sono in zone indigene, il 54% della popolazione è denutrito e nella regione della selva, questa percentuale sale all’80%. Ci sono 0,5 medici per ogni 1000 chiapanechi e 0,4 infermieri (2 volte inferiore alla già disastrata media nazionale) e 0,3 letti di ospedali per ogni 1000 chiapanechi (3 volte inferiore alla media nazionale)....

Quanto ancora dovranno pagare questi indios dai piedi scalzi, quanto sangue e quanta terra perderanno a scapito di pochi imprenditori schiavi del sistema capitalistico neoliberale ?

La realtà, quella che la nostra ignoranza non arriva a capire, ha sempre una spiegazione. Niente nasce dal niente, in essa vi è un principio di casualità che ci mostra il senso delle cose.

Il sistema che viviamo quotidianamente, varia da un punto all’altro attraverso una struttura creata durante la storia; tali strutture, suscettibili di essere differenziate e classificate in ordine, si interrelazionano e reciprocamente si determinano.

Studiando la storia, osserviamo che gli interessi economici determinano la realtà; la situazione mondiale obbedisce a un istituzione economica basata nelle relazioni di produzioni, queste sono caratterizzate per dividere la società secondo i possedimenti dei mezzi di produzione (fabbriche, macchinari,trasporti,ecc); la borghesia padronale, terriera e imprenditoriale si appropria e controlla le ricchezze, mentre la classe operaia, contadina e i disoccupati sono costretti a vendere la propria manodopera a bassocosto alla borghesia.

Il sistema di produzione capitalistico fa questa divisione del lavoro, per produrre senza interrompere il benificio della classe borghese, gareggiando nel controllo del mercato, speculando e producendo a catena e in grandi stock. Di conseguenza, possiamo affermare che l’economia politica che impone il capitale sono i piani di austerità e carestia attuati in tutto il mondo, per continuare a mantenere i guadagni della classe dominante, i quali sono stabiliti e adeguati a piacimento dai governi di ogni paese.

Il caso del Messico si delinea in due vertenze: da un lato la privatizzazione dei distinti rami industriali quali la Commissione Federale di elettricità, le Ferrovie Nazionali, i Petrolieri Messicani (pemex-Petrolquimica) e dei servizi quali telecomunicazioni e strade; dall’altro lato i tagli alle spese pubbliche quali la salute, l’educazione, l’agricoltura e l’alimentazione.

Il Fondo Monetario inter-nazionale le denomina sarca-sticamente "seconda generazione di riforme" e dice testualmente "bisogna incamminarci a mi-gliorare la qualità della spesa pubblica " il che significa ridurre le spese improduttive; per i capitalisti le spese improduttive sono tutte quelle spese che non producono capitale. In questo senso, i prestiti ottenuti al Messico dagli organinismi finanziari mondiali (Fondo monetario internazionale, Banca mondiale,Organizzazione Mondiale del commercio e banca Interamericana) incitano il Messico ad applicare repentinamente e assiduamente questa politica neoliberale, suicida e spietata. Immaginatevi che i tagli alle spese pubbliche e ai programmi di sussistenza, la soppressione di circa 45000 posti di lavoro statali, si traducono in cifre che ammontano a 53072 milioni di dollari, ossia il doppio dei prestiti ottenuti dagli organismi multilaterali sopraelencati......

A tutto cio si aggiunge una serie di misure adottate dal sistema politico-repressivo messicano, la cui funzione è proteggere gli interessi della classe imprenditoriale, la cui struttura obbedisce al sistema economico mondiale neoliberale. Possiamo quindi affermare che i presupposti per i programmi di austerità e carestia, sono innanzitutto l’incremento dell’apparato repressivo giudiziale, poliziesco e militare in grado di reprimere il sempre maggiore malcontento popolare messicano.

Francisco Gomez