L'ULTIMO GRIDO
DI TIMOR-EST

Non è bastata la guerra in Jugoslavia per concludere questo secolo tra i piu’ neri della storia dell’ umanità. Ancora una volta abbiamo dovuto assistere al massacro e alle deportazioni di migliaia di bambini, donne e uomini. La condotta dei paesi occidentali nelle drammatiche vicende est timoresi, al di là delle apparenze, ricalca i principi guida che le potenze coloniali hanno da sempre adottato nei confronti dei paesi conquistati, principi che assumono il nome di dominazione, sfruttamento, violenza e menzogna.

I tragici avvenimenti di Timor Est non possono essere analizzati esclusivamente a partire dal referendum di due settimane orsono che ha permesso ai cittadini di esprimere la volontà di distacco dalla maligna "madrepatria" indonesiana.

A Timor Est sottomissione e violenza sono di casa sin dall’ invasione portoghese, colonizzazione che nel 1975 ha lasciato il posto ad una nuova occupazione, quella delle truppe di Jakarta. Il regime corrotto - ma funzionale agli interessi degli investitori stranieri - di Suharto ha da sempre goduto del pieno appoggio dell’Occidente, Stati Uniti in primis, per ragioni politiche, strategiche ma soprattutto economiche ( l’impero indonesiano é composto da oltre 3000 isole ed è ricchissimo di preziose risorse naturali). Per oltre 20 anni il genocidio che in quell’isola si stava consumando, è stato avvolto dal silenzio palesemente interessato e di conseguenza complice del Nord ricco . Né gli Usa, ne’ l’Australia o la Gran Bretagna e le altre potenze industriali hanno mai mosso un dito per porre fine al massacro di 250 000 degli 800 000 abitanti della parte orientale dell’isola; o meglio i paesi occidentali qualcosa hanno fatto : vendere armamenti per svariati miliardi di dollari al regime di Jakarta. In tal senso significativa e allo stesso tempo cinica è stata la dichiarazione rilasciata da Clinton, alcuni giorni fa, secondo la quale gli Usa avrebbero sospeso (la stessa parola sospensione prevede una futura ripresa) "l’assistenza militare"a Jakarta. Come se un venditore di armi vendesse mitragliette ad un killer per massacrare un intero villaggio, per poi dirgli, a massacro compiuto " sei un violento e per qualche mese non ti vendero’ piu’ armi".

Nel frattempo i pennivendoli di regime occidentali si affannano a paragonare la questione est-timorese con quella jugoslava per giustificare una volta di piu’ l’esistenza di un gendarme mondiale chiamato Nato, anche se a Timor Est la Nato, per fortuna, non metterà piede. Così facendo i "cervelli" asserviti alla dottrina del Nuovo Ordine Globale dimostrano una disonestà e un disprezzo per la verità senza confini.

L’Occidente ha avuto un ruolo determinante nel creare il regime indonesiano ed ora "giustamente" vuole risolvere il problema, ma con il dovuto tatto per non urtare la sensibilità nazionale degli indonesiani. Infatti al generale Wiranto, capo delle forze armate di Jakarta, ed alle sue bande paramilitari è stato concesso il tempo "necessario" per completare i massacri e le deportazioni.

I caschi blu dell’Onu arriveranno in seguito...

Per concludere si puo’ dire che l’Occidente, dopo aver inaugurato con l’aggressione degli Usa/ Nato alla Jugoslavia una "Nuova Era" per quel che concerne il rispetto dei diritti umani nel mondo, non poteva sottrarsi dall’intervenire a Timor Est, per non dover rispondere un giorno a domande imbarazzanti.

Forse non è piu’ solo tempo di analizzare, denunciare e dibattere, forse è venuto il tempo, per dirla con le parole dello scrittore portoghese José Samarago, di sollevarsi.

Mendez