Il Perù di fronte al comitato per i diritti umani

Il giorno 23-10-00 si riunirà il Comitato dei Diritti Umani per trattare l'argomento della violazione dei Diritti Umani in Perù, con la delegazione peruviana.
Manda una lettera al Sr. Sayas, con domande sulla violazione dei diritti umani in Perù, ti inviamo qui un rapporto presentato nei giorni scorsi.
Indirizzo: OHCHR-Palazzo Wilson, 52 rues des Paquis, Ch-1201 Ginevra

Comitato dei Diritti Umani Ginevra-2000
Rinnovando la preoccupazione per il continuo deterioramento dello Stato di Diritto e per l'instituzionalità democratica, lo stato peruviano disattende le raccomandazioni del Comitato dei Diritti Umani, del Comitato contro la tortura e della Sottocommissione di Promozione e Protezione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite che durante le ultime sessioni ha raccomandato al governo del Perù di accettare la competenza della Corte Interamericana dei Diritti Umani.
Negli ultimi mesi di quest'anno il Perù sta soffrendo un clima di violenza causata dalla volontà politica del governo di restare al potere, cosa che non rappresenta più la volontà della popolazione peruviana, che successivamente ha manifestato per l'eliminazione di ogni forma di dittatura o di regimi che intendono restare al potere indefinitivamente.
Nel 1980 la Costituzione Politica ha riconosciuto la non rielezione come una necessità per garantire la validità permanente della democrazia. Tuttavia dopo l'autogolpe realizzato nel 1992, che delegittimò il governo eletto nel 1990, per legalizzare l'autogolpe è stata emanata una nuova costituzione che permette la rielezione per una volta del presidente, costituzione grazie alla quale è stato rieletto nel 1995 Alberto Fujimori. Fujimori si è rieletto per una seconda volta con meccanismi fraudolenti nei quali egli è esperto e che il mondo ha potuto conoscere in tutta la sua dimensione il 28maggio di quest'anno, prendendosi gioco della volontà popolare. Ma questa volta si è trovato di fronte alla protesta organizzata di tutta la popolazione peruviana che, facendo uso del proprio diritto di mobilitazione, è uscita in strada per dimostrare il suo rifiuto verso un presidente per due volte incostituzionale, per due volte illegale.
Gli atti di protesta della popolazione furono del tutto pacifici, si sono registrati però atti di violenza provenienti dai settori del governo, che sfortunatamente hanno provocato la morte di alcune persone, per cui esigiamo la più esauriente ed indipendente indagine, poiché questo rappresenta un cattivo precedente per mobilitazioni future o per future forme di protesta, cosa che diventa ancora più grave per la proposta della parlamentare filogovernativa Carmen de Lozada di punire come terrorismo la "violenza di strada", per cui siamo sicuri che le uniche cose che aumenteranno nei prossimi anni in questo castigato paese saranno le carceri per prigionieri politici per aver protestato contro un governo che chiaramente si è costituito in modo illegale e contro il quale si sta lottando con la Costituzione tra le mani.

Diritti civili e politici

Il Tribunale Costituzionale continua ad essere disarticolato, è impossibile con denunce di incostituzionalità impugnare leggi che violano la Costituzione. L'ingerenza del Servizio di Intelligence negli argomenti politici viola i diritti politici, l'amministrazione della giustizia è controllata dalle "Commissioni Esecutive" prorogate fino al dicembre dell'anno 2000. Il Potere Giudiziario continua ad essere sottomesso al Potere Esecutivo e lavora come strumento di osteggiamento e persecuzione degli oppositori. Il Potere Legislativo è sottomesso al Potere Esecutivo, ha ceduto poteri e ha rinunciato al suo ruolo fiscalizzatore. Il Tribunale Nazionale delle Elezioni, massima autorità elettorale, è sottomesso al Potere Esecutivo, come hanno ben evidenziato le ultime elezioni fraudolente, che hanno generalizzato lo scontento del popolo.
La giurisdizione del foro civile continua a perdere competenze , mentre crescono quelle dei tribunali militari, persiste la legislazione sulla "sicurezza nazionale", militarizzando la giustizia, violando le garanzie processuali e il giusto processo. Il Consiglio Supremo della Giustizia Militare ha dichiarato "non eseguibile" la sentenza della Corte Interamericana dei Diritti Umani che ha ordinato un nuovo processo con le dovute garanzie per 4 cittadini cileni condannati per il delitto di tradimento della patria. Dimostrando la sua mancanza di indipendenza, la Corte Suprema di Giustizia si è rifiutata di eseguire la sentenza di risarcimento della CIDH in favore di Maria Elena Loayza Tamayo e in favore dei famigliari dello scomparso studente Ernesto Castillo Paez, commettendo il delitto di dolo del magistrato e mettendo in moto una responsabilità internazionale per lo Stato Peruviano. Nel luglio del 1999 lo stato peruviano ha ritirato il riconoscimento della competenza contenziosa della Corte Interamericana, questo atto è incostituzionale e nullo e costituisce un precedente che mina il sistema regionale e universale di protezione dei diritti umani. Nel settembre del 1999 la Corte Interamericana ha emesso due sentenze di amissibilità nei casi Ivcher Bronstein e del Tribunale Costituzionale, nelle stesse sentenze la Corte ha dichiarato inammissibile la pretesa dello stato peruviano di ritirarsi immediatamente dalle competenze della Corte.

Tortura

Nel 1998 è stata promulgata la legge 26926 che sanziona il delitto di tortura. Comunque, persiste la pratica sistematica della tortura, fino ad arrivare alla morte delle vittime. Le aurorità giudiziarie, i giudici non vogliono applicare la legge contro la tortura, ricorrendo a formule più sfumate come lesioni lievi o abuso di autorità e a volte arrivano all'assurdo di affermare che le lesioni causate alle vittime non hanno la gravità richiesta per configurare il delitto di tortura. Risulta deplorevole che il primo caso di tortura giudicato secondo la nuova legge, in data 5 ottobre 1999, assolve il torturatore, nonostante l'evidenza del delitto. Preoccupa il comportamento dei medici legali, ancora pressati dalla legge di "apologia del terrorismo",che non fanno gli esami adeguati per evidenziare gli effetti della tortura. Le autorità di polizia sono orientate a nascondere i fatti, sostenendo che si tratta di atti di autolesione delle vittime. Perché la legge sia realmente effettiva si richiede volontà politica, affinché le forze dell'ordine non incorrano in questa pratica delittuosa. Nella maggior parte dei casi di furto, furto aggravato e nella totalità dei casi politici le autorità non applicano la legge e si pratica la tortura come forma di repressione e per ottenere informazioni, questi atti sono giudicati come delitti di lesioni o abuso di autorità. Il Coordinamento Nazionale dei Diritti Umani (CNDDHH) in una nota al Comitato contro la Tortura-1999, sottolinea che sono pochi i casi che sono stati denunciate investigati come tortura, seguendo l'abitudine di classificarli come delitto di "abuso di autorità, lesioni e omicidio". Confermando la mancanza di indipendenza del Potere Giudiziario, quello che continuiamo a denunciare è che sono proprio i tribunali militari quelli che celebrano il processo ai torturatori sostenendo che si tratta di delitti di funzione, trasformandosi così in giudici con il chiaro obiettivo di lasciare i colpevoli impuniti o stabilire pene minime in relazione al grave danno inflitto alle vittime. In caso di prigionieri politici, speciali o casi di terrorismo, la situazione di impunità è totale. Di 20 casi registrati dalla CNDDHH da quando la legge è in vigore, solo in 10 casi si è ammessa la denuncia per delitto di tortura, negli altri 10 la denuncia è stata ammessa per abuso di autorità o lesioni. In 5 casi la vittima è morta in seguito alla tortura, nella maggioranza dei casi i torturatori sono la Polizia Nazionale del Perù.

Situazione carceraria

Il regime penitenziario dei detenuti per crimini politici, tradimento della patria, si è leggermente ammorbidito nel 1997, con il Decreto Supremo 005-97-JUS ma ha continuato a suscitare proteste dei prigionieri e dei loro familiari per la sua durezza. Il suddetto ammorbidimento non è stato però applicato ai reclusi del carcere militare della Base Navale del Callao che si trovano in isolamento perpetuo, nonostante il fatto che la legge stabilisca che è applicabile solo durante il primo anno di reclusione, le visite sono limitate ai soli famigliari diretti e una sola volta al mese e non settimanalmente come stabilisce la nuova legge. Le condizioni carcerarie continuano ad essere deplorevoli, i casi di tortura fisica e psicologica continuano ad essere preoccupanti, le botte e le punizioni in celle di punizione totalmente oscure, senza aria dove i reclusi devono stare in piedi perché non c'è spazio; la scarsità di cibo, la precarietà delle condizioni igieniche costituiscono un attentato alla condizione di esseri umani e forme di tortura fisica e psicologica. Persistono i regimi penitenziari speciali per diversi gruppi di reclusi nei quali si eliminano o si limitano diritti elementari. L'affollamento nella maggioranza delle carceri continua ad essere una condizione infraumana, per questo i prigionieri hanno più volte effettuato scioperi della fame in varie carceri.
Prigione di Massima Sicurezza di Yanamayo e Challapalca. Le condizioni climatiche determinate dalla collocazione a oltre 4200 metri sul livello del mare costituiscono una tortura permanente, aggravata dalle condizioni delle celle e dall'atteggiamento del personale di custodia. A Yanamayo, le celle misurano 2x3 metri, con una latrina e un letto di cemento, un piccolo tubo attraverso il quale si distribuisce l'acqua, le porte e le finestre con le sbarre permettono il passaggio del vento gelido dell'altipiano. Le pessime condizioni di alimentazione, la mancanza di assistenza medica e le basse temperature hanno causato malattie broncopolmonari, bronchiti, polmoniti, TBC, gastroenteriti, ulcere, artriti e deformazioni ossee; in questa regione le temperature oscillano tra i 5 gradi del giorno e i -15 della notte.
Sottomessi a vessazioni permanenti, maltrattamenti fisici, come il pestaggio delle donne prigioniere in questo carcere Maria Concepcion Pincheira, Gladiz Espinoza Gonzales, Tomasa Quispe, Maria Cumpa Miranda con il pretesto di portar loro via una radiolina con la quale ascoltavano notizie e musica. Hanno realizzato uno sciopero della fame dal 22 settembre fino all'11 ottobre per protestare contro le cattive condizioni di vita e contro l'isolamento totale al quale sono sottomessi i prigionieri della Base Navale del Callao. I famigliari denunciano le perquisizioni vessatorie fatte dagli agenti di custodia, segnalano di essere stati minacciati, che sarebbe stato ristretto l'orario di visita e che se i prigionieri avessero continuato lo sciopero della fame"si sarebbe prodotto l'ultimo genocidio del millennio".
A Challapalca, per protestare per le condizioni inumane di questo centro penitenziario e per sollecitare la sua chiusura, i prigionieri hanno iniziato uno sciopero della fame il giorno 26 novembre e ripreso il 15 dicembre. Challapalca si trova nel dipartimento di Tacna, a 4600 metri sul livello del mare, è una prigione militare per persone civili all'interno del Forte Inclan dell'esercito peruviano. A dicembre si trovavano richiusi 151 prigionieri. La zona è di difficile accesso per i famigliari dei detenuti, per la maggior parte di Lima.
I servizi basilari di acqua potabile e alimentazione si sono considerevolmente deteriorati, i detenuti denunciano che l'acqua contiene particelle di minerali. I servizi medici sono scarsi e di scarsa qualità. Le celle hanno le pareti umide, per cui c'è una proliferazione di funghi. Queste condizioni ambientali obbligano il personale a ruotare ognoi 3 mesi, mentre ci sono reclusi che si trovano lì da quasi due anni. A causa dello sciopero della fame sono state sospese le visite dei famigliari e degli avvocati dall'11 di dicembre, inoltre alcuni prigionieri si trovano in isolamento. Gli organismi dei diritti umani non sono stati autorizzati ad entrare nel carcere. I famigliari, oltre a denunciare le vessatorie perquisizioni degli agenti, hanno segnalato di essere stati minacciati di vedersi ristretta la visita a una sola volta all'anno.
"Il 22 novembre, militari incappucciati sono entrati nei padiglioni minacciando con armi da guerra, mentre noi ci trovavamo nelle nostre celle e ci limitavamo ad osservarli, aspettando di essere uccisi, prendendo come pretesto un tentativo di fuga o un ammutinamento; spesso sentiamo spari e scoppi di bombe, a qualunque ora del giorno e della notte, cosa che ci fa continuamente pensare che arriverà il giorno in cui entreranno a sterminarci" denunciano i prigionieri. I familiari hanno portato a conoscenza dei fatti il rappresentante del Ministero Pubblico della zona, Giudice provinciale di Tarata, dottor Americo Chaparro Guerra e il Tribunale della Nazione. Il caso è stato documentato e portato all'attenzione della Associazione per la Difesa dei Diritti Umani di Tacna (ADDEH-T) e della Fondazione Ecumenica per lo Sviluppo e la Pace (FEDEPAZ).
Prigione Militare della Base Navale del Callao. In questa prigione militare le condizioni di repressione e tortura fisica e psicologica raggiungono livelli estremi che ci ricordano epoche di barbarie in cui la vendetta e non la ricerca della giustizia era la motivazione degli uomini e della società. Qui si trovano detenute 7 persone, tra le quali tre dirigenti del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru, i quali dal 20 settembre al 20 ottobre, con ripresa il giorno 1 di maggio, passati hanno intrapreso due lunghi scioperi della fame con lo scopo principale di porre fine al lungo isolamento e alle condizioni subumane ai quali sono sottomessi, condizioni che violano la Costituzione peruviana, sono incompatibili con l'ordinamento internazionale in materia di prigioni e con i trattati e le convenzioni esistenti a livello internazionale in materia di trattamento dei reclusi. I familiari e gli stessi detenuti hanno in varie occasioni inoltrato reclami affinché il loro isolamento cessi, in accordo con la legge il regime di isolamento nella cella non deve durare più di un anno. Qui si viola il principio basilare della legalità nell'esecuzione della pena, così come pure il principio di umanità nelle pene. Questa situazione che viola i diritti umani è già stata segnalata gli anni scorsi dal Comitato dei Diritti Umani.
Le celle misurano 2x1,80 m. hanno le pareti di cemento armato spesse 60 cm per impedire il rumore proveniente dalle altre celle, hanno un letto di cemento, una latrina e porte blindate spesse 60mm, sono sempre in penombra, con una sola finestrella di 10x10cm. che appena permette il passaggio della luce; queste celle sono state mostrate nel 1996 nel programma Rivista Domenicale dal giornalista Nicolas Lucar, con l'autorizzazione delle autorità civili e militari del carcere. Hanno anche mostrato le immagini di Victor Polay in condizioni molto simili a quelle dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale, estremamente magro, con problemi di deambulazione. La signora Otilia Campos de Polay ha dichiarato che "ha perso in modo considerevole la vista e si trova in condizioni di tortura perpetua per l'isolamento totale uditivo, visivo e sensoriale nel quale è tenuto da 7 anni". Su Victor Polay, il governo ha anche disatteso le raccomandazioni del Comitato dei Diritti Umani avanzate nel 1998 che miravano alla realizzazione di un nuovo processo con garanzie processuali e se questo non fosse contemplato dalle leggi del Perù, avrebbe dovuto essere messo in libertà. Peter Cardenas Schulte ha gravi problemi di salute e ha bisogno di continue cure mediche; dei problemi degli altri prigionieri non si sa nulla. Durante gli scioperi della fame, come è abitudine vengono sospese le visite dei famigliari, le visite degli avvocati e non sono nemmeno permesse le visite degli organismi di difesa dei diritti umani. I famigliari diretti possono far visita solo una volta al mese attraverso un parlatorio; le condizioni di salute dei prigionieri sono ulteriormente peggiorate con gli ultimi due scioperi della fame realizzati. Le torture psicologiche vanno dal continuo far notare che sono sepolti vivi fino alle detonazioni e agli spari.
Stabilimento Penitenziario di Huamancaca (Huancayo). In questo carcere non si sa quante persone siano recluse, ma si calcolo circa 1500, anche donne. Solo il 35% ha avuto un processo concluso con una sentenza. I delitti più frequenti sono i seguenti: politici o terroristici, contro la sicurezza dello stato 40%, contro il patrimonio 25%, contro la vita, il corpo e la salute 15%, altri 20%. Ultimamente la lentezza dei processi si è acuita ancora di più perché i giudizi devono essere celebrati in Sale Corporative situate a Lima. Questo fatto costituisce una grave violazione del diritto a un giusto processo . Il giorno 20 dicembre 1999, dopo un pestaggio sono state trasferite un gruppo di prigioniere al carcere di Ayacucho, restando per un certo periodo in qualità di scomparse.
Stabilimento Penitenziario di Pucallpa. Durante il secondo trimestre dell'anno, nella città di Pucallpa i detenuti hanno effettuato varie ribellioni e avanzato varie richieste per denunciare la precarietà delle strutture con il risultato di vari feriti. Le informazioni attorno a questi avvenimenti sono state ricevute tramite il Comitato Vicariale dei Diritti Umani di Pucallpa che è venuto a conoscenza della situazione nel carcere e dei continui scioperi della fame. Una lettera, ricevuta il 31 agosto 1999, firmata dal prigioniero Calixto Valdizan Figueroa, comunica che lo sciopero della fame che era in corso aveva un carattere indefinito ed era stato deciso per denunciare i carenti servizi del carcere.
Stabilimenti Penitenziari di Cajamarca. Nella provincia di Jaen si trova il carcere di San Rafael, costruito per ospitare 70 detenuti ora ne rinchiude 168, tra i quali 4 donne, 10 sono condannati a pene detentive di 15 anni. Nel carcere di Huacariz le condizioni sono simili.

La situazione delle donne

La situazione delle donne è sempre relativamente peggiore poiché oltre alla pratica generale delle torture, in quanto donne sono anche oggetto di violenze sessuali, con gravi conseguenze per la loro salute fisica e psichica. La molestia sessuale contro le donne si realizza per lo più durante i primi giorni di detenzione, ma può anche continuare per tutta la detenzione; molte donne hanno denunciato di essere state violentate dalle guardie e hanno anche denunciato di aver sofferto l'introduzione di oggetti come manici di scopa e armi che hanno danneggiato gli organi interni. Le donne del carcere di Chorillos, Lima, tanto le detenute politiche quanto le condannate per delitti comuni, hanno denunciato di essere state oggetto di torture e tra queste la violenza sessuale. Le conseguenze sono: gravidanze non desiderate e altre malattie degenerative.
La situazione nel carcere femminile di Trujillo è subumana, celle di 1x2m. a forma di loculo, nelle quali arrivano a stiparsi fino a 3 detenute; attualmente se ne trova una sola per cella; non hanno acqua né tantomeno una latrina, sono le detenute stesse che devono comperare dei recipienti di plastica per portare via gli escrementi durante l'unica ora d'aria alla quale hanno ora diritto, prima era solo mezz'ora al giorno. L'ultima nota che abbiamo ricevuto dice che si trovano ancora in questa situazione di tortura permanente 9 donne accusate di appartenere a movimenti guerriglieri, la maggioranza di queste donne nemmeno conosce l'esistenza di questi movimenti.
Il caso di Nancy Gilvonio Conde, detenuta a Lima dal novembre del 1995 senza prove incriminatorie, salvo quella di essere la moglie di Nestor Cerpa Cartolini e la madre dei suoi due figlioletti, è emblematico. Trasferita alla prigione di Yanamayo a 4200 m. sopra il livello del mare nel quale carcere è stata punita con l'isolamento e le torture fisiche continue per aver cercato di comunicare con suo fratello, l'avvocato Americo Gilvonio, è stata di nuovo trasferita nel 1999, in mezzo a pestaggi e alla somministrazione di iniezioni.Quando è arrivata alla sua nuova destinazione aveva una cicatrice al polso che la polizia ha giustificato attribuendola ad un tentativo di suicidio che, se non è stato inscenato dalla polizia stessa, dimostrerebbe uno stato di deterioramento della salute della reclusa. Il fatto grave è che, invece di essere portata in ospedale, è stata trasferita nel carcere di massima sicurezza di Socabaya- Arequipa completamente drogata e con i ceppi alle mani e ai piedi. A questo proposito la detenuta nordamericana Lori Berenson, anche lei reclusa nel carcere di Socabaya, ha fatto una denuncia. Pper due settimane è stata torturata psicologicamente con la minaccia di essere trasportata nella prigione militare della Base Navale del Callao. Durante questo periodo i suoi famigliari ignoravano dove si trovasse, nessun organismo ufficiale dava informazioni; alla fine Nancy Gilbonio è stata localizzatadai suoi famigliari nel carcere di massima sicurezza Miguel Castro Castro di Canto Grande, prigione maschile nella quale ella è l'unica donna detenuta in uno stato di isolamento totale nel quale si trova tuttora. I suoi famigliari e i suoi due figlioletti temono per la sua vita e per la sua integrità fisica e mentale.

Negli ultimi anni ci sono stati vari scioperi della fame per protestare contro le condizioni sopra descritte nelle carceri di Picsi (Chiclayo), Yanamayo (Puno), Carcere Femminile di Chorillos, Miguel Castro Castro di Lima, Challapalca (Tacna), Lurignacho e nella Base Navale del Callao, in cerca di migliori condizioni di vita e rispetto della condizione di esseri umani.

Conclusioni e raccomandazioni:
1- Promuovere la creazione di posti di lavoro e studio all'interno dei centri penitenziari attraverso progetti di educazione a distanza con un programma integrale di riabilitazione. La sottoscrizione di accordi tra le autorità penitenziarie e le istituzioni pubbliche e private per promuovere la vendita dei prodotti fatti dai detenuti. Il lavoro influisce positivamente sulla riabilitazione e permette ai prigionieri di aiutare, seppur minimamente, i propri famigliari.
2- Sarebbe necessaria l'annullamento delle sentenze realizzate dai tribunali civili e militari con giudici senza volto poiché non sono state rispettate le norme processuali né il diritto di difesa; sarebbe anche necessario dare assistenza legale ai detenuti che non hanno possibilità economiche.
3- Eliminare le forme di tortura all'interno delle prigioni: chiusura delle celle di punizione. L'assenza di acqua è una forma di tortura poiché è impossibile la vita senza acqua e la maggioranza delle carceri ha l'acqua razionata a un secchio per persona o anche di meno.
4- Terminare con l'isolamento in cella nel caso dei prigionieri del carcere militare Base Navale del Callao e nel caso di Nancy Gilbonio Conde nella prigione Miguel Castro Castro di Canto Grande. Bisogna chiudere le celle di punizione senza aria, luce, acqua e servizi igienici. Le condizioni di reclusione per i detenuti politici, sebbene si siano leggermente ammorbidite, restano su livelli subumani.
5- Raccomandare la decentralizzazione dei processi, rimandando le cause ai distretti giudiziari d'origine. Eliminazione delle sale corporative. Il ritorno dei detenuti che vengono dalle province alle carceri dei loro distretti giudiziari d'origine, al fine di alleviare il grave problema dell'affollamento e la conseguente tortura e pellegrinaggio dei familiari dei prigionieri.
6- Raccomandare la chiusura definitiva delle carceri di Challapallca, Yanamayo e della Base Navale del Callao.