no ocse siena 10 11 12 luglio 2002

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L'OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, non è altro che un tassello entro un mosaico composto da organizzazioni globali vuote da un punto di vista strettamente propositivo, ma tese a legittimare e ribadire linee di politica economica di stampo neoliberista già operative.

La differenza fondamentale fra WTO e FMI, da una parte, ed OCSE dall'altra è che mentre i primi impongono le ricette economiche e sociali ai governi (vedi situazione Argentina), l'OCSE studia gli sviluppi e le ripercussioni delle politiche sociali, economiche ed ambientali che permettano al sistema globale di funzionare in maniera "sostenibile". Se il WTO ed il FMI rappresentano il farmacista, l'OCSE non può rappresentare altro che la composizione chimica del farmaco.

L'OCSE, in seguito ad "approfonditi" studi, ha scelto il "modello senese" come parametro di riferimento per lo sviluppo di politiche agricole che riescano a coniugare uno sfruttamento sostenibile del territorio con la capacità di essere competitivi sul mercato globale. Mentre il Presidente della Provincia riusciva a far nominare, dall'OCSE, Siena come modello di gestione del territorio, il Presidente della Regione Toscana andava a Porto Alegre a sostenere il modello Toscano come esempio di sostenibilità e democrazia. I DS sono impazziti o forse i DS reputano la ricetta dell'OCSE democratica e sostenibile? Vediamo di capirci di più. Le leggi del mercato e quelle dei vari governi (comunali, provinciali, regionali, nazionali e globali - di cui l'OCSE fa parte) stanno trasformando sempre più il territorio senese in quella che dovrebbe essere un'oasi felice e che in realtà è una vetrina per turisti ricchi, soprattutto stranieri.

I prezzi di accesso ai beni e ai servizi offerti da questo territorio sono sempre più alti: salgono i prezzi delle case, quelli degli affitti, i negozi si fanno sempre più alla moda e inaccessibili. Si creano veri e propri borghi ad uso esclusivamente turistico, estranei al territorio (Pentolina, Villa Arceno). La gente comune, i lavoratori che offrono i servizi, hanno sempre maggiore difficoltà a trovare uno spazio di vita e di socialità in questo territorio. Alcuni servizi fondamentali, come la salute, vengono "riformati" ossia tagliati, come è successo nella Val d'Elsa con l'accorpamento di tre ospedali in un'unica struttura.

E' un modello di sviluppo che produce esclusione: chi ha un reddito medio-basso non si può permettere di vivere nel territorio e viene o decentrato nelle aree periferiche della Provincia, lontano da Siena, o viene fatto emigrare (Siena ha un elevato tasso di emigrazione). Questa linda isola felice è sostenibile per i turisti ricchi, per le multinazionali e per gli affaristi nostrani; gli altri devono cercare di ritagliarsi un'esistenza su un territorio pensato per esigenze che non sono quelle della collettività. Oltre a produrre esclusione questo modello di sviluppo non può essere considerato sostenibile perché non è esportabile.

La presenza del Monte dei Paschi, annoverata anche tra le banche armate secondo i dati ministeriali del 2000 (vedi anche relazione della Campagna di pressione contro le banche armate del 2002), è un tassello importante in questo modello di sviluppo in quanto finanziatore-controllore delle amministrazioni locali e beneficiario, insieme a tutti gli altri istituti di speculazione finanziaria, del modello neoliberista, consigliato dall'OCSE e reso operativo dalla Provincia.

I servizi di elite offerti dalla provincia necessitano e generano zone marginali, industriali, inquinate. La bellezza della campagna senese si basa sulla dislocazione altrove di attività che danneggiano e degradano il territorio che sono semplicemente trasferite altrove. La stessa Provincia di Siena è divisa in città d'arte e paesaggi turistici da un lato e quartieri dormitorio e poli industriali (Pian dei Mori, Val d'Arbia, Val d'Elsa) dall'altro. All'interno della provincia questo modello produce barbarie, contraddizioni, esclusione su vari aspetti che vale la pena analizzare singolarmente.

SALUTE

I parametri utilizzati dall'OCSE per esaltare la Provincia sono esclusivamente finanziari ed economici. La salute dei cittadini non rientra nelle preoccupazioni dell'OCSE. Negli ultimi anni nel territorio di Siena si sono formati decine di comitati per protestare contro progetti di sviluppo che minacciavano la salute dei cittadini. Si può ricordare l'inquinamento del Merse, la discarica di Monteroni, l'inceneritore di Poggibonsi, l'elettrodotto di prossima costruzione nell'area di Pian della Speranza-Rosia. Le amministrazioni pubbliche hanno invariabilmente ignorato le motivazioni dei comitati e hanno proceduto nel loro modello di sviluppo.

TRASPORTI

La rete di trasporto è pensata per una utenza di ceto alto. Si tagliano i pullman di linea per le zone periferiche, peggiora la fruibilità dei servizi ferroviari sulla tratta Siena-Firenze, si moltiplicano i parcheggi a pagamento intorno al centro di Siena ma i servizi per i turisti ricchi sono sempre più presenti; l'esempio più eclatante è la folle perseveranza con cui si cerca di ampliare l'aeroporto di Ampugnano che avrebbe come principale scopo quello di collegare le regioni europee di provenienza dei turisti direttamente con il territorio senese.

AGRITURISMI

Gli agriturismi sono stati e continuano ad essere una opportunità di reddito per alcune famiglie. Alcune zone, soprattutto quelle periferiche (Amiata, Val d'Elsa), si sono salvate anche grazie alla diffusione di agriturismi. La moltiplicazione degli agriturismi e le dinamiche attuali destano però preoccupazione. Come servizi offerti, la loro accessibilità è estremamente ridotta (si parla di 50 euro a notte minimo nel senese e nel Chianti). Se è vero che alcune famiglie hanno ristrutturato le proprie case per condurre agriturismi a gestione familiare, è altrettanto vero che si stanno diffondendo sempre più vere e proprie catene di agriturismi. I costi iniziali di investimento sono alti e quindi gli agriturismi spesso beneficiano di un proprietario assenteista che si limita ad investire il capitale, dirigere l'impresa e intascare i guadagni. Le condizioni di lavoro negli agriturismi sono preoccupanti: i lavori di ristrutturazione sono spesso portati avanti disponendo di manodopera in nero di lavoratori pendolari meridionali o mediante il lavoro di immigrati gestiti secondo i metodi del caporalato (per verificare basta fare una visita a Colonna S. Marco e ai Due Ponti la mattina presto). Una volta messa sù la struttura lo sfruttamento riguarda i dipendenti.

CASE

Una logica conseguenza della diffusione degli agriturismi è 'aumento del prezzo delle case e conseguentemente degli affitti. Strutture che potrebbero ospitare gente che abita tutto l'anno sul territorio vengono tenute chiuse per mesi con la speranza di farci un ingente profitto nei soli mesi estivi. I luoghi di vita si riducono e quelli che rimangono sono sempre più cari. Siena è probabilmente uno dei posti più cari in Italia, in particolare per ciò che concerne gli affitti e i costi delle case, sia in centro sia in campagna. La morsa del mercato caccia le persone dai posti più pregiati rinchiudendola nei quartieri dormitorio che si stanno moltiplicando attorno a Siena (ma non troppo vicino per non rovinare l'estetica del centro): S. Miniato, Ruffolo, San Martino, cementificazione della Cassia e della Siena-Bettolle. La proprietà degli immobili si concentra in poche mani e gli stessi senesi vengono cacciati dal centro storico, perché rende di più vendere la casa a ricchi stranieri o affittarla agli studenti. Coloro che guadagnano stipendi normali si trovano a spendere buona parte del proprio salario per l'affitto; altrimenti ci si deve autoconfinare ai margini della provincia dove gli affitti sono rimasti relativamente più bassi.

PRODUZIONI DI QUALITA'

La diffusione dei marchi di qualità, in questi ultimi decenni, ha avuto uno stimolo parzialmente positivo, creando nuove opportunità ai piccoli agricoltori. Anche in questo caso, esistono però importanti controindicazioni. Si assiste ad un accentramento della proprietà terriera, con le grosse aziende (per il vino- Banfi, Zonin, Rocca delle Macie) che scalzano i piccoli produttori. I piccoli produttori si trovano a doversi necessariamente allineare con il modello di sviluppo prevalente, perché i modi di produzione "tradizionali" non sono più economicamente sostenibili. I piccoli vengono o espulsi (tramite l'acquisto) o proletarizzati (le grosse aziende comprano la loro uva). La direzione dello sviluppo agricolo è sempre più decisa dai burocrati europei che decidono dove indirizzare le sovvenzioni, dove istituire zone DOC; gli agricoltori devono rassegnarsi ad allinearsi con le tendenze imposte. Trasformarsi in agriturismo per alcuni e' una necessità per sopravvivere. Inoltre, la creazione di zone DOC, si limita ad esportare altrove la produzione di prodotti a prezzi più bassi; quei produttori di altre regioni - o anche produttori che sono appena fuori dal limite della zona di qualità - che non hanno avuto la fortuna di beneficiare di un marchio DOC, si trovano a dover vendere i loro prodotti (magari di ottima qualità) a prezzi notevolmente più bassi.

La politica provinciale coniuga il neoliberismo all'ipocrisia perché sostiene di fondarsi sulla "sostenibilità" ma nei fatti è una sostenibilità esclusivamente economica e finanziaria che non offre alcuna garanzia sociale, sanitaria ed ambientale. Contro i parametri OCSE (che considerano solo il profitto) proponiamo una riappropriazione comunitaria del territorio. Chiediamo che siano i cittadini e non l'OCSE o le grandi imprese a dettare i parametri della sostenibilità. Il modello che pensiamo è quello dell'autogestione, senza delegare le linee di sviluppo ad organismi internazionali quali l'OCSE e la gestione quotidiana a politici e burocrati. I parametri per selezionare le opzioni di sviluppo del territorio devono essere fondati sui bisogni collettivi e non sui profitti delle multinazionali. La democrazia radicale che rivendichiamo non si riconosce nelle operazioni di facciata condotte dalle amministrazioni locali toscane. Non basta la consultazione di qualche associazione o organismo non governativo "amico" per confermare linee di sviluppo già definite nei loro tratti essenziali. Domandiamo un confronto con tutte le realtà sociali attive nel territorio, anche quelle più "scomode", nella formulazione delle scelte amministrative; la possibilità di essere presenti in tutte le sedi decisionali tecniche e politiche; un accesso trasparente e immediato alla documentazione in possesso degli enti locali; mezzi per sensibilizzare la cittadinanza sulle scelte delle amministrazioni; forme di democrazia diretta per invalidare le decisioni prese dai politici: una democrazia realmente partecipata.

In previsione di una attività di approfondimento critico nel periodo del seminario OCSE a Siena il 10-11-12 luglio, chiediamo a chi si vive quotidianamente sulla pelle gli effetti di queste politiche, ai comitati cittadini, agli agricoltori, alle realtà politiche toscane e nazionali che hanno affrontato problematiche legate all'ambiente un dialogo per approfondire questa piattaforma, per migliorarla, per correggerla e per riempire il contro-seminario di contenuti e di socialita'.

Ad oggi, 27 giugno 2002, siamo:

Attac Siena,
Attac Val d'Elsa,
Cobas Scuola Siena,
Collettivo "il Bradipo Tiratore" Siena,
Collettivo "La Realidad" Poggibonsi,
Coordinamento provinciale senese dei comitati ambientali,
Coordinamento dei Social Forum Toscani,
Giovani Comunisti Siena,
Giovani Comunisti Grosseto,
Giovani Comunisti Toscana,
Indymedia Siena,
La Corte dei Miracoli Siena,
Manitese Siena,
Movimento Antagonista Toscano,
Partito della Rifondazione Comunista Siena,
Partito della Rifondazione Comunista Toscana,


Per informazione potete scrivere a: NOCSE Siena