Siena ospiterà dal 10 al 12 Luglio una conferenza internazionale OCSE
(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) dal titolo:
Siena modello di sviluppo rurale.
L'OCSE è uno dei tasselli nel mosaico di quelle organizzazioni globali
ademocratiche che comandano questa globalizzazione: da una parte, WTO, BM e
FMI impongono le loro ricette economiche ai governi dei paesi più poveri;
dall'altra, l'OCSE virtualmente studia gli sviluppi e le ripercussioni
delle politiche sociali, economiche ed ambientali che permettano al sistema
globale di funzionare in maniera sostenibile, ma in realtà mira a
legittimare e ribadire con sistematica monotonia le linee di politica
economica di stampo neoliberista già operative: se le prime rappresentano
il farmacista, l'OCSE rappresenta la composizione chimica del farmaco.
La Provincia di Siena ha ottenuto questo privilegio in seguito ad uno
studio OCSE sul modello senese. Lo studio promuove Siena come modello di
gestione del territorio e offre una serie di ricette finalizzate ad un
incremento della produttività ed improntate a stimolare il liberismo. La
Provincia ne ha assimilato la filosofia nel redarre il proprio Piano
Strategico di Sviluppo.
Il cerchio si chiude: le ricette OCSE diventano linee guida
dell'amministrazione locale, la quale ospita un seminario che ne esalta la
bontà delle lineeguida dello sviluppo e indottrina, vero scopo della
kermesse, la platea di ministri, vice, tecnici ministeriali, sulle modalità
tramite cui rendere esportabile tale modello.
Ma questo percorso di autismo politico, di reciproca legittimazione
ademocratica non è l'unico a caratterizzare il paesaggio senese. Da Gennaio
è iniziata una mobilitazione tesa a studiare i documenti dell'OCSE e della
Provincia, elaborare e proporre una lettura alternativa e coinvolgere vari
soggetti sociali e politici, a livello regionale, nella preparazione di un
controevento.
E' un percorso realmente iniziato dal basso, basato su un metodo
trasparente e orizzontale che vuole approfondire dettagli altrimenti
negletti: inquinamento, degrado ambientale, alta velocità, lavoro in un
contesto neoliberista, privatizzazione dell'acqua e dei servizi sociali,
aumento del costo della sopravvivenza, strangolamento dei piccoli
produttori, sradicamento di reti di socialità e di mutua assistenza.
Intorno a questi problemi si sono aggregati comitati cittadini, realtà
politiche, una serie di gruppi sensibili alle tematiche.
Ad una sostenibilità con la sola preoccupazione di aumentare il flusso di
capitali ed il potere di mercato di pochi si vuole opporre una
sostenibilità sociale, ecologica e solidale. Ciò che si propone è una
riappropriazione comunitaria del territorio: il modello è quello
dell'autogestione, senza delegare le linee di sviluppo ad organismi
internazionali e la gestione quotidiana a politici e burocrati
autoreferenziali. I parametri per selezionare le opzioni di sviluppo del
territorio devono essere fondati sui bisogni collettivi e non sui profitti
delle multinazionali!
Questo percorso collettivo si concluderà con un contro evento negli stessi
giorni della parata ufficiale. Si articolerà in testimonianze delle
esperienze locali, seminari e lavoro di gruppi tematici. Ci sarà anche
spazio per concerti ed una street parade.
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