no ocse siena 10 11 12 luglio 2002

[ Articolo per il quotidiano "il manifesto" ]

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Siena ospiterà dal 10 al 12 Luglio una conferenza internazionale OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) dal titolo: Siena modello di sviluppo rurale.

L'OCSE è uno dei tasselli nel mosaico di quelle organizzazioni globali ademocratiche che comandano questa globalizzazione: da una parte, WTO, BM e FMI impongono le loro ricette economiche ai governi dei paesi più poveri; dall'altra, l'OCSE virtualmente studia gli sviluppi e le ripercussioni delle politiche sociali, economiche ed ambientali che permettano al sistema globale di funzionare in maniera sostenibile, ma in realtà mira a legittimare e ribadire con sistematica monotonia le linee di politica economica di stampo neoliberista già operative: se le prime rappresentano il farmacista, l'OCSE rappresenta la composizione chimica del farmaco.

La Provincia di Siena ha ottenuto questo privilegio in seguito ad uno studio OCSE sul modello senese. Lo studio promuove Siena come modello di gestione del territorio e offre una serie di ricette finalizzate ad un incremento della produttività ed improntate a stimolare il liberismo. La Provincia ne ha assimilato la filosofia nel redarre il proprio Piano Strategico di Sviluppo.

Il cerchio si chiude: le ricette OCSE diventano linee guida dell'amministrazione locale, la quale ospita un seminario che ne esalta la bontà delle lineeguida dello sviluppo e indottrina, vero scopo della kermesse, la platea di ministri, vice, tecnici ministeriali, sulle modalità tramite cui rendere esportabile tale modello.

Ma questo percorso di autismo politico, di reciproca legittimazione ademocratica non è l'unico a caratterizzare il paesaggio senese. Da Gennaio è iniziata una mobilitazione tesa a studiare i documenti dell'OCSE e della Provincia, elaborare e proporre una lettura alternativa e coinvolgere vari soggetti sociali e politici, a livello regionale, nella preparazione di un controevento.

E' un percorso realmente iniziato dal basso, basato su un metodo trasparente e orizzontale che vuole approfondire dettagli altrimenti negletti: inquinamento, degrado ambientale, alta velocità, lavoro in un contesto neoliberista, privatizzazione dell'acqua e dei servizi sociali, aumento del costo della sopravvivenza, strangolamento dei piccoli produttori, sradicamento di reti di socialità e di mutua assistenza.

Intorno a questi problemi si sono aggregati comitati cittadini, realtà politiche, una serie di gruppi sensibili alle tematiche. Ad una sostenibilità con la sola preoccupazione di aumentare il flusso di capitali ed il potere di mercato di pochi si vuole opporre una sostenibilità sociale, ecologica e solidale. Ciò che si propone è una riappropriazione comunitaria del territorio: il modello è quello dell'autogestione, senza delegare le linee di sviluppo ad organismi internazionali e la gestione quotidiana a politici e burocrati autoreferenziali. I parametri per selezionare le opzioni di sviluppo del territorio devono essere fondati sui bisogni collettivi e non sui profitti delle multinazionali!

Questo percorso collettivo si concluderà con un contro evento negli stessi giorni della parata ufficiale. Si articolerà in testimonianze delle esperienze locali, seminari e lavoro di gruppi tematici. Ci sarà anche spazio per concerti ed una street parade.