L'APPALTO

Il 23 - 8 - 2000 il Comune di Bergamo emette un bando di gara per asta pubblica per l'affidamento del servizio di installazione e gestione del sistema di telesorveglianza urbana.

Si tratta dell'installazione di telecamere di controllo in luoghi considerati a rischio della città, ma che per la quasi totalità riguardano il centro, e di gestione delle informazioni visive che si riceveranno mediante una sala operativa collegata alle centrali dei carabinieri, polizia di stato, vigili urbani e di una società portavalori di Bergamo, la Fidelitas.

Si tratta di un progetto riguardante l'introduzione di un sistema di videosorveglianza gestito da privati che dovrebbe monitorare 24 h su 24 alla Grande Fratello punti nevralgici della città, e che secondo il sindaco forzista Cesare Veneziani porterebbe Bergamo all'avanguardia dal punto di vista della cosiddetta "sicurezza" mediante una politica che prevede tra l'altro l'equiparazione dei vigili urbani alle forze di polizia e l'introduzione dei vigili di quartiere.

Nel verbale di asta pubblica del Comune di Bergamo per l'appalto ai lavori di installazione e gestione del sistema di telesorveglianza del 2 - 11 - 2000 viene disposto l'appalto nell'osservanza del dettato del d.l. 157/95 con aggiudicazione (ai sensi dell'art. 23 comma 1 lettera b) secondo il criterio dell'offerta economicamente vantaggiosa valutata in base a punteggi e criteri espressamente previsti dal bando di gara, quali: le caratteristiche metodologiche e tecniche del progetto per lo svolgimento del servizio con precisazione del numero di addetti al servizio, modalità di reclutamento e organizzazione del personale, procedure, metodologie e luogo di lavoro, e l'offerta economica, a cui viene (arbitrariamente) attribuito dalla commissione tecnica il punteggio massimo di 20/100.

L'importo complessivo a base d'asta è di £ 3.220.000.000 suddivisi in £ 2.000.000.000 per la gestione dell'impianto e £ 1.220.000.000 per l'installazione delle telecamere.

I requisiti per la partecipazione alla gara sono assai stringenti: spicca subito la necessità di avere svolto servizi di sorveglianza nell'ultimo triennio - antecedente al bando - per un importo non inferiore ai 2 miliardi, con l'effetto di escludere dalla gara due degli istituti di sorveglianza operanti da anni in provincia e di restringere in modo esagerato il numero dei possibili partecipanti alla gara.

Due degli istituti (CVB e Istituto Sorveglianza Provincia di Bergamo) si riuniscono in associazione temporanea d'impresa (ATI), ma il Comune li esclude dalla gara applicando il decreto legislativo n.° 157 del 17 - 3 - 1995 che vieta l'associazione temporanea d'impresa e ignorando invece il decreto legislativo n.° 65 del 25 - 02 - 2000 che lo modifica in senso favorevole alle associazioni temporanee d'impresa. Dopo un ricorso al TAR (accolto) le due società vengono riammesse alla gara.

Presentano così offerte solo 3 soggetti: FIDELITAS, MONDIALPOL e la ATI (CVB e ISPB). Il 2 - 11 - 2000 il presidente della gara, il comandante della polizia municipale Cargnelli apre la gara e si esaminano i plichi ricevuti.

La gara viene sospesa e le relazioni tecniche vengono trasmesse al responsabile del procedimento (arch. Mazza) affinchè questi, avvalendosi di una commissione tecnica informale, proceda al loro esame e all'attribuzione del punteggio previsto dal bando - massimo 80 punti su 100. Il 22 - 12 - 2000 si procede all'apertura delle buste contenenti le offerte economiche da cui risulta che Mondialpol offre un ribasso del 5 %, la Fidelitas del 6,8 % e la ATI del 20,175 % (!!!).

La gara viene vinta dalla Fidelitas in quanto la commissione tecnica "informale" le attribuisce un punteggio tecnico complessivo maggiore rispetto alle altre concorrenti.

L'intera procedura seguita dal Comune di Bergamo viola in modo grossolano i principi generali dell'ordinamento in materia di scelta del contraente, dei principi del giusto procedimento amministrativo, di buon andamento della pubblica amministrazione e del principio di proporzionalità.

Configura violazione di legge (art.1 c.2 L. 7/8 n.° 241) e (art.23 c.2 d.l.g.17 - 3 - 1995 n.° 157) erronea e falsa applicazione di legge (n.°157), eccesso di potere per sviamento, travisamento dei presupposti di fatto, carente istruttoria, contraddittorietà, disparità di trattamento, illogicità, irragionevolezza e ingiustizia manifesta.

Le accuse al Comune riguardano anzitutto il fatto che nella gara ad asta pubblica, non essendoci un appalto concorso in cui assumono rilevanza i requisiti di efficienza e adeguatezza tecnica, appare innaturale attribuire valore prioritario alle relazioni tecniche, in quanto valore primario discriminante assume l'elemento economico, a cui invece è stato attribuito solo il 20 % del punteggio massimo complessivo.

Attribuire l'80 % del punteggio totale all'adeguatezza tecnica rende inutile l'offerta economica e rappresenta un'innovazione assoluta in questo campo almeno in ambito locale, in quanto la stessa amministrazione in una gara recentissima attribuisce il 40 % del punteggio all'adeguatezza tecnica.

L'80 % del punteggio è criterio che vanifica ogni possibilità di attribuzione del servizio secondo criteri di economicità, tant'è che il ribasso offerto dalla ATI avrebbe consentito un risparmio netto al Comune e a tutti i cittadini bergamaschi di £ 428.000.000 (ribasso ATI £ 645.000.000, ribasso Fidelitas £ 217.000.000).

I molteplici vizi che inficiano il procedimento amministrativo riguardano inoltre la commissione tecnica e la sua attività posta in onere nello sprezzo più assoluto per le leggi e i principi dell'ordinamento.

E'stato violato anzitutto il principio di immutabilità della composizione della commissione di gara, che nelle sedute del 2 - 11 - 2000 e 2 - 12 - 2000 presentava soggetti diversi, è stato violato il comma 2 art.23 d.l.s. 17 - 3 - 1995 n.°157 che impone la predeterminazione dei criteri di valutazione sull'offerta economicamente più vantaggiosa.

I parametri di valutazione delle offerte tecniche e i meccanismi di attribuzione del punteggio sono arbitrariamente determinati da un organo incompetente (la commissione tecnica informale) e comunque dopo la presentazione delle offerte, mentre per le esigenze di trasparenza di cui all'art. 24 lett. B legge 8 - 8 - 1977 n.°584 e art.8 c.3 legge 30 - 3 - 1981 n.° 113 gli elementi tecnici ed economici delle offerte e i parametri applicati nell'esame devono essere noti preventivamente alla presentazione delle offerte.

Il Comune inoltre da ottima prova di illogicità e irragionevolezza (ma si può usare anche un'altra parola….) allorchè attribuisce il punteggio sull'offerta tecnica della Fidelitas, sebbene questa non indichi il numero di addetti nel servizio d'intervento, sebbene gran parte dei suoi allegati siano scritti in inglese senza traduzione e sebbene siano evidenti alcune discordanze nei dati forniti sugli effettivi di uomini e mezzi: a pag. 19 della relazione Fidelitas vengono indicate 534 guardie giurate e 153 automezzi radiocollegati, mentre nella licenza prefettizia in base a cui può operare la società vengono indicate 320 guardie e solo 95 auto.

Viene ignorata l'offerta delle concorrenti riguardo a ispezioni aggiuntive gratuite, e mentre queste indicano per il servizio di centrale l'impiego di 3 addetti per turno con l'avvallo di personale tecnico e la Fidelitas si limita ad indicare solo 3 addetti senza ulteriori specificazioni, la commissione tecnica informale le attribuisce 30 punti, 20 in più di Mondialpol e dell'ATI.

L'ultima frontiera nelle indagini sul gruppo Berlusconi riguarda una maxitangente da 91 miliardi di lire versata in occasione della legge Mammì e delle concessioni TV alla Fininvest.

Le norme sull'emittenza TV vengono approvate il 5 - 8 - 1990, ben prima dell'affare dei 91 miliardi, ma per mesi al ministero delle poste e telecomunicazioni fu in ballo il piano sulle frequenze, varato poi nel '92.

Furono mesi delicatissimi per il futuro della Fininvest. E proprio in quel periodo altri dirigenti del gruppo si attivarono per trovare i 91 miliardi di fondi neri dal misterioso destino.

La caccia al tesoro comincia il 28 - 11 - 1995, quando le Fiamme Gialle bussano alla porta della Fiduciaria Orefici, a due passi dal Duomo di Milano.

I finanzieri hanno in mano un ordine di sequestro firmato dal P.M. Greco in cui vengono citate 13 società offshore della Fininvest.

Il pacchetto di controllo di almeno 4 di queste è detenuto fiduciariamente dalla Orefici per conto del Biscione. Fra le migliaia di documenti sequestrati spunta un dossier chiamato "mandato 500".

E' il mandato fiduciario personale di Silvio Berlusconi, sul quale soltanto il responsabile della cassa centrale della Fininvest ha una procura per operare. Tutto l'affare dei 91 miliardi ruota intorno a questa cartelletta, infatti… Nel '91 vengono date disposizioni per aprire un mandato fiduciario intestato a Silvio Berlusconi e su tale mandato dovevano essere acquistati titoli di Stato.

La dirigenza Fininvest (Moranzoni, Manzo, Scabini) per ritirare i CCT si serviva di una società portavalori di Bergamo, la Fidelitas.

I titoli, stando a quanto stabilito dai magistrati, diventavano denaro contante grazie a 5 istituti di credito di San Marino.

E da San Marino il denaro liquido veniva trasportato sempre attraverso i furgoni blindati Fidelitas fino a Milano 2.

Il responsabile della Fidelitas Luigi Ferrara racconta al P.M. Greco (6 - 3 - 1993) che la società veniva utilizzata sia per trasportare a San Marino plichi contenenti valori sia per trasportare da San Marino denaro contante consegnato a Scabini in Fininvest. In due singoli viaggi viene dichiarato un valore di denaro trasportato per £ 3.500.000.000 e £ 6.700.000.000. In tutto vennero effettuati 14 viaggi, ma con modalità singolari.

La Fidelitas infatti lavorò in nero. Ferrara dice che Moranzoni gli diede in pagamento denaro contante.

Altri dipendenti della società portavalori ricordano come in occasione del primo trasporto nessuno in Fininvest voleva firmare le ricevute di avvenuta consegna. Scabini viene interrogato dal P.M. Greco il 12 - 3 - 1993.

Scabini era già stato interrogato il 28 - 2 - 1993 sui titoli, sul denaro contante e sul mandato 500 ma non ha mai parlato di trasporti Fidelitas e assicura di aver assistito solo a 2 consegne.

La procura gliene contesta 14. Il 20 maggio a San Vittore viene interrogato Raffaele Maria Zenoni, braccio destro di Moranzoni; secondo lui i 91 miliardi hanno seguito un percorso tortuoso e incomprensibile.

Prima i bonifici dall'estero diretti alla Fiduciaria, poi la trasformazione in CCT, poi la conversione in contanti a San Marino, infine la consegna a Milano 2 e da qui, sempre in contanti, il trasporto verso il Canton Ticino.

A chi finirono i 91 miliardi in ritirati in contanti da Silvio Berlusconi?


L'appalto