Comunicato 2 maggio 2003



Sono gli anarchici!

"Non sono l'uno per cento ma credetemi esistono" diceva Ferrè...esistono eccome! Da un pò di tempo ormai imperversano in tutte le strade e piazze italiane, da molto tempo sono di scena in Africa, America Latina, ovunque ci siano conflitti, da un mese poi il loro capolavoro: la conquista di Baghdad e il rovesciamento della "pax americana" in tutto l'Iraq.

L'Anarchia è al suo apice.

Tutti i giornali titolano: "sono gli anarchici", "anarchia a baghdad", "anarchia libertà e petrolio", "sono stati i soliti, gli anarchici". Alla società dello spettacolo piace coniugare etichette e racchiudere dentro di esse ogni genere di concetto insespresso e soprattutto sconosciuto. La paura crea odio, mostri e incomprensioni.

"Sono gli anarchici" è un buon modo di liquidare le cose, "c'è l'anarchia", che equivale alla confusione, ad una guerra di tutti contro tutti, è un ottimo metodo per mettere a tacere i fatti reali. Poco importa il reale significato di anarchia, poco importano Malatesta, Berneri, Kropotkin,

Tolstoj, Chomsky, o il libertario Latouche. E' meglio parlare di black block, di mostri, bombe, distruzioni. I più colti potrebbero citare anche Bonnot, Caserio e anche su Piazza Fontana alla fine...se erano tanto calmi, anche quasi a quarant'anni di distanza, perché in mezzo ci sono finiti proprio loro, gli anarchici? E poi si sa," Bombe sangue anarchia"

La storia di un pensiero che si è inserito nei fatti più dinamici del secolo scorso, la storia delle conquiste dell'anarchia, la capacità di raccogliere milioni di aderenti in Europa, l'accesa critica del fascismo e dello stalinismo, del militarismo, della società borghese e le sue manie e moralismi, non vengono presi in considerazione.

Perché sarebbe difficile, molto difficile, per fini osservatori e puntuti divulgatori di teorie "liberal" e progressiste, mettersi in gioco ripercorrendo un pensiero che, radicato in un periodo preciso della storia, ha saputo coinvolgere temi di straordinaria attualità, come la burocrazia, la partitocrazia, lo strapotere della tecnologia, il controllo sociale, le diseguaglianza crescenti: tutti problemi che il pensiero anarchico ha anticipato e continua a trattare.

"Gli anarchici li han sempre bastonati", cantava qualcuno e il bastone era il semplice simbolo di una non volontà a comprendere le dinamiche di un pensiero non classificabile. Come tale, quindi, facile etichetta di qualcosa che è sconosciuto.

"Sono gli anarchici", "Anarchia a Bagdad", perché è facile.

Anarchici e anarchia, però, sono parole che evidentemente piacciono, fanno colpo, sono "da prima pagina", dire "sono gli anarchici" sembrerebbe ormai linguisticamente, un gesto illocutorio (altra parola difficile...chissà un bel titolo "sono stati gli anarchici, il gruppo illocutorio, i più cattivi!") La leggerezza con cui la parola "anarchia" è enunciata non sorprende, sinceramente un pò diverte e un pò stanca, ma come continuava Ferrè: "Non son l'uno per cento ma credetemi esistono, Stretti l'uno con l'altro e se in loro non credi Li puoi sbattere in terra ma sono sempre in piedi, Sono gli anarchici"

CIRCOLO ANARCHICO PONTE DELLA GHISOLFA