CUBA E GLI ANARCOSINDACALISTI (da ilgallonero@libero.it)



Non tutti sanno che a Cuba, in uno dei carceri famosi, è rinchiuso un  anarcosindacalista; si tratta di Angel Donato Martinez aderente al gruppo  "Emiliano Zapata": una formazione di contadini costituitosi nell'isola  all'inizio degli anni ottanta sviluppando un importante lavoro d'agitazione  e di sindacalizzazione; il sindacalismo indipendente (sindacalismo di base)  non è tollerato a Cuba e i membri del sindacato si diedero alla  clandestinità. Il gruppo organizzò vari scioperi e le autorità, come  ovunque, decisero di reprimere. In un'azione di polizia furono arrestati  venti elementi "zapatisti" con l'accusa di "organizzazione di sindacato e  sabotaggio della produzione".

Cinque furono condannati a morte, una donna  Caridad Pavon morì in carcere: la sua morte misteriosa fu classificata dalle  autorità come "suicidio". Il regime cubano, nei confronti dei sindacalisti  contadini che rivendicano terra e libertà ha un comportamento di repressione  e di persecuzione. La storia del gruppo "Emiliano Zapata" rappresenta solo  una piccola parte della continua lotta degli anarchici a Cuba.

 L'anarcasindacalismo non è nuovo a Cuba; dall'inizio del '900 fino al 1959  gli anarchici cubani sono stati in prima linea contro i regimi corrotti così  come in tutta l'America Latina. La prima organizzazione operaia sorse a Cuba  grazie ad anarcosindacalisti, furono presenti nelle principali lotte  dell'epoca: scioperi di lavoratori degli zuccherifici, tabacchifici, così  come nell'edilizia, nelle ferrovie, ecc? rivendicando la giornata di otto  ore organizzando movimenti contro l'istaurazione del servizio militare di  leva obbligatoria.

La repressione non risparmiò vite umane ed incarcerazioni  di militanti, alla caduta della dittatura di Batista nel 1959, gli anarchici  si trovarono a scontrarsi con i comunisti all'interno del movimento  sindacale che portarono all'espulsione, nello stesso anno, degli  anarcosindacalisti non solo dalla direzione sindacale ma anche dagli stessi  sindacati. Dopo questo momento la dirigenza governativa cubana adotta il  progetto comunista; andando verso la progressiva riduzione delle libertà  pubbliche, la chiusura del "El Libertario" e di "Solidaridad Gastronomica"  organo del sindacato lavoratori della ristorazione, decreta la fine della  breve esperienza rivoluzionaria: portando i militanti anarcosindacalisti  verso la clandestinità oppure in esilio.

In tutta Europa negli anni passati,  ma anche oggi gruppi di sinistra parlamentare e non hanno portato avanti  lotte contro l'istallazione di centrali nucleari, contestando quel piano  energetico favorendo referendum per la chiusura di centrali termonucleari;  mentre nessuna parola riguardo alla centrale nucleare di Cienfuegos e di un  reattore all'Avana; nessuno ha sollevato mai (non ho notizia a riguardo) la  violenza dei diritti delle lesbiche e degli omosessuali, a Cuba esistono  campi di lavoro forzato per omosessuali; lottato per una società  smilitarizzata e contro la ferma obbligatoria, o levare una voce di dissenso  contro la pena di morte a Cuba, o dissentito contro le prigioni  sovraffollate che hanno visto il passaggio di spie della CIA, di infiltrati  controrivoluzionari, di anarcosindacalisti, di socialisti rivoluzionari, di  trotzkisti, di maoisti?? A Cuba il regime autoritario è realtà, come lo è  anche il blocco economico e la minaccia imperialista che vuole Cuba  nell'occhio del ciclone di un'imminente (?) invasione da parte dell'esercito  americano.

Cuba, da più di 40 anni ha l'ardire di resistere ad un blocco  economico voluto dagli U$A, resiste ad una sorta di varie invasioni armate  di piccoli gruppi di "dissidenti" provenienti dalla Florida? con l\'intento  di sabotare e creare movimenti di dissidenti per rovesciare Castro e il suo  regime. In questo periodo, (durante la guerra all'Iraq nel 2003) Fidel  Castro ha avuto l\'idea di far fucilare dei dissidenti attirando su di se  l'attenzione di tutta l'opinione pubblica mondiale, sul problema dei diritti  civili nell'isola, che ancora una volta l'anno additato come nemico, come  dittatore da eliminare dalla scena politica mondiale.

Cuba oggi è minacciata  dal capitalismo nord americano, dalla volontà del presidente Bush che vuole  chiudere i conti con Cuba inserendola nella lista dei   paesi terroristi, è  necessario continuare a sostenere Cuba senza dimenticare però, la natura del  regime cubano; essere contro quanti a destra e non solo sparano a zero su  tutto quello che è la realtà cubana, contro quanti si ricoprono di  "democrazia" e "diritti umani" vedendo di buon occhio un'invasione  dell'isola da parte dell'esercito U$A per riportare la democrazia così come  ci vogliono far credere che sta succedendo in Iraq.

                                                          GIU' LE MANI DA  CUBA! Non può essere solo uno slogan ma un atto di mobilitazione che  favorisca discussioni per delle manifestazioni contro possibili attacchi  militari all'isola caraibica, a favorire concreta solidarietà al popolo  cubano non al regime di Fidel Castro; una lotta che veda definitamene a  spezzare quel blocco economico che porta miseria alla popolazione. La  solidarietà internazionale non deve venire a mancare per quanti a Cuba  lottano nei campi, nelle università, nei quartieri per una vera  trasformazione politica antiautoritaria.

L'alternativa a Fidel Castro non  può avere una società basata sul capitalismo, bensì il mantenimento delle  conquiste rivoluzionarie, in una ripresa dell'azione di tutti quanti i  gruppi politici antiautoritari che possono e devono essere la speranza per  una Cuba che continui la Rivoluzione.