Uranio impoverito: un veleno del militarismo

LA NATO E LE SUE ARMI RADIOATTIVE.


STORIA SEGRETA. LE ARMI ALL'URANIO DELLA NATO SONO UN AUTENTICO VELENO PER L'AMBIENTE E PER L'UOMO.
di Bruno Odient



Uno dei vecchi esperti del Pentagono denuncia la gravità delle contaminazioni radioattive e chimiche. Armi già provate durante la guerra del golfo i cui effetti collaterali si lamentano in Iraq. La nato ha utilizzato munizioni all'uranio impoverito nei suoi bombardamenti sulla Yugoslavia. Questa nuova arma, utilizzata per la prima volta durante la guerra del golfo, ha avuto ripercussioni, comprovate, sull'ambiente e sulla salute delle popolazioni, delle regioni contaminate in Iraq. Da lì lo zelo dell'Alleanza nel cercare, in un primo momento, di occultare le informazioni. Oggi, quando risulta impossibile negare la sua utilizzazione in territorio yugoslavo, la NATO tenta di "banalizzare" il suo prodotto.
"Questo uranio, dice il generale tedesco Walter Jertz, uno dei portavoce dell'Alleanza, non è molto radioattivo. Si può trovare nel suolo e nelle rocce".
Il problema è che queste affermazioni sono pienamente smentite da un fisico che ha lavorato fino al 1997 per...il Pentagono.
Doug Rokke è stato l'incaricato, per 10 anni, di formare i soldati USA nel comportamento da adottare in presenza di armi all'uranio impoverito. Più tardi, questo professore all'Università di Jacksonville (Alabama)  fu nominato capo di un'inchiesta sull'esercito USA in Iraq per valutare le conseguenze del suo utilizzo sulla salute dei soldati in campo di battaglia.
Il resoconto, che descriveva i considerevoli pericoli corsi dalle popolazioni contaminate, fu secretato e si chiese al fisico di tacere.
Senza dubbio, da un po' di tempo (da prima dello scoppio della guerra in Yugoslavia), Doug Rokke considera che non può mantenere il segreto.
Ha deciso di parlare, e anche di alzare la voce, da quando ha avuto conferma dell'uso di queste armi nel conflitto yugoslavo.
Intervistato dal Tageszeitung, un giornale tedesco, dichiara di aver chiesto un colloquio con il presidente USA per avvisarlo del pericolo che rappresentano queste munizioni (che ingenuità, ndt).
"Come tutti i metalli pesanti, l'uranio è un pericolo", spiega il fisico. Quando il proiettile scoppia e brucia, il metallo si polverizza sotto forma di biossido di uranio. Il particolato, più minuscolo di un granello di sabbia, può essere inalato dagli esseri umani. A seconda della temperatura a cui viene sottoposto il metallo, si formano due tipi di polveri. " Le prime, afferma Doug Rokke, sono solubili nel sangue e negli umori corporei e quindi agiscono come elementi tossici. " I secondi portati a temperatura più elevata, assumono le proprietà della ceramica e sono insolubili, entrando nell'organismo emettono radioattività per anni.
I proiettili all'uranio impoverito usati sugli aerei A10 e sugli elicotteri Apache, si vaporizzano in parte quando colpiscono l'obiettivo. Le polveri si incendiano spontaneamente creando un aerosol di uranio che può estendersi per una cerchia di  centinaia di metri a seconda del vento e delle condizioni atmosferiche.
Il suolo e le acque, sono contaminati, in maggiore o minor misura, solo in funzione della quantità dei proiettili sparati.
L'effetto a lunga scadenza di queste armi è più pernicioso delle mine " giacchè almeno alcune sono scoppiate, considera il fisico, mentre le munizioni all'uranio possono sviluppare i loro effetti radioattivi e tossici per anni".
Lo stesso Doug Rokke fu contaminato durante le sue inchieste nei campi di battaglia irakeni, concretamente nella celebre " autostrada della morte" da Bassora a Bagdad dove " circa 950000 proiettili da 30 mm, che contengono una libbra di uranio, furono sparati sui mezzi corazzati della guardia presidenziale irakena. Ho proporzioni astronomiche di uranio nelle urine, dichiara. L'esercito USA non lo ha rivelato per quattro anni. "E' l'atteggiamento tipico che il Ministero della difesa ha tenuto di fronte a questo problema".
Quando Doug Rokke arrivò in Arabia Saudita con la sua squadra, nessuno, compreso l'esercito USA aveva la minima idea delle conseguenze dell'uso di queste armi. Alla luce delle conclusioni scientifiche del rapporto " si tratta, spiega il professore,  delle direttive  ( per l'esercito USA )  che prevedevano  che solo i soldati provvisti dell'abbigliamento di protezione potevano andare nei campi di battaglia dove erano state utilizzate queste armi" Ma  questo, naturalmente avrebbe diminuito la capacità di movimento degli uomini. Fu questo il momento in cui si diede al fisico l'ordine di tacere.
Senza dubbio, il segreto cominciò a svelarsi a partire dalla misteriosa sindrome del golfo della quale soffrono 100000 dei 700000 uomini implicati nel conflitto. "Una parte dei soldati affetti, stima Doug Rokke, presentano sintomi correlati direttamente con l'avvelenamento da uranio"  Precisamente si deve citate il caso dei 120 soldati feriti  dopo essere stati, per errore, bersaglio dell'aviazione USA. O anche quello dei 200 soldati che lavorarono per ritirare i tanks irakeni e che soffrono degli stessi traumi.
Le conseguenze per la popolazione non sono minori. Si è constatato una recrudescenza delle patologie cancerose nelle regioni contaminate, Gina Mertens, membro di una associazione di medici tedeschi contro la guerra nucleare, si indigna per il "puro cinismo" delle confortanti spiegazioni della NATO.
Enumera alcune delle patologie riconosciute provocate dalla polvere di uranio. " Vanno dalle affezioni renali al cancro, dice, leucemia o tumori ossei, incluse le malformazioni sugli embrioni".

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