APPELLO PER I DIRITTI DEI MIGRANTI
UN AMPIO VENTAGLIO DI ORGANIZZAZIONI PRESENTANO UN APPELLO UNITARIO IN CUI LE DIMENSIONI DI GENERE E ETNIA EMERGONO CON FORZA


maggio 2001, dal Coordinamento comasco della Marcia delle Donne

 

Viviamo in un mondo nel quale regna l'ingiustizia sociale. Un mondo che ha prodotto fondamentali innovazioni tecnologiche e scientifiche, sostanziali aumenti della produttività industriale ed agricola, forte espansione delle comunicazioni, ma un mondo nel quale tutto è ridotto a merce. Un mondo in cui l'economia capitalistica ingloba l'ambiente rendendo drammatica la crisi biofisica del pianeta e urgente il bisogno di affermare una globalizzazione diversa da quella economica, la globalizzazione di diritti, solidarietà, mobilitazione.
Miliardi di persone sono senza lavoro e senza un accesso al cibo, ad acqua non inquinata, alla casa, alla salute, all'educazione.
Viviamo in un mondo devastato dalle violenze, in particolare nei confronti delle donne, e dalle guerre che stanno decimando popolazioni e mettendo a dura prova l'economia dei paesi coinvolti (a tutto vantaggio dell'industria degli armamenti).
Dentro questo scenario noi crediamo che sia un diritto fondamentale della persona vivere la miglior vita possibile in qualsiasi luogo della terra, anche se ciò comporta spostamenti e migrazioni.
Oggi, in Italia, forze politiche di destra, Lega e settori dell'integralismo cattolico agitano fantasmi e simboli per generare sull'immigrazione paure, chiusure, discriminazioni.
Fanno leva su un'immagine stereotipata e pregiudiziale della persona immigrata che ruba, spaccia, si prostituisce, non rispetta le regole e addirittura rivendica diritti, per costruire un clima ostile fondato sul rifiuto e l'espulsione piuttosto che sulla positiva convivenza.
Non vogliamo, certo, sottovalutare le difficoltà di incontro fra storie, culture, tradizioni, abitudini differenti. E sappiamo che non è facile accettare le diversità, soprattutto quando sono usate per discriminare e opprimere (la discriminazione di genere delle donne e quella razziale sono esempi significativi).
Vogliamo che si diffonda una cultura, capace di valorizzare le differenze e di riconoscere i conflitti per affrontarli in una logica diversa da quella della repressione e della violenza, delle quali sono esempio i cosiddetti Centri di detenzione temporanea, illegali e incostituzionali.
Crediamo che vada affermata con decisione l'uguaglianza di diritti, di valore e di opportunità per tutte le persone e che questa uguaglianza sostanziale vada, poi, intrecciata al rispetto delle differenze.
I diritti umani, il diritto alla salute, alla casa, all'istruzione, al lavoro, all'assistenza devono essere garantiti a tutte le persone, migranti o native che siano, rispettando contemporaneamente le differenti modalità di pratiche culturali e religiose.
Questi diritti vanno spesso conquistati con la mobilitazione e l'esperienza delle manifestazioni bresciane, che hanno portato alla Carovana dei migranti per la richiesta del riconoscimento del diritto al permesso di soggiorno, ha dimostrato la possibilità di un'azione comune di nativi e migranti.

Acli, Anolf - Cisl, Anpi, Arci, Associazione Verdi di Como, Clas-Cgil, Comunisti italiani, Coordinamento comasco per la Marcia delle donne nel 2000 contro le violenza e la povertà, Democratici di sinistra, Giovani comunisti, KSA, Italia-Cuba, Les Cultures di Erba, Kep, Paco, Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra giovanile, Socialisti democratici italiani, Telaio del cielo, Uds, Uil stranieri.