VENEZUELA: GIUSTIZIA PER LINDA
POTERE POLITICO
E GIUDIZIARIO DIFENDONO GLI STUPRATORI
Novembre 2005,
di Jen Ross (giornalista indipendente, corrispondente
per We News, vive in Cile), trad. M.G. Di Rienzo
CARACAS, Venezuela. Avvolta in una maglietta bianca, con il viso coperto di lentiggini, la ragazza fa frequenti pause mentre mi racconta la sua storia. Ha 21 anni, e quattro anni orsono è stata rapita e torturata. "Mi ha violata in ogni modo possibile", dice Linda Loaiza Lopez con voce soffice. Il suo labbro inferiore pende, mentre parla, rivelando i ferri di cui ha bisogno per tenere insieme i denti: la sua mascella è stata ricostruita tramite diversi interventi chirurgici. "Sono stata brutalmente stuprata e selvaggiamente battuta. Per questo ora il mio corpo è deformato, come lo vedi."
Linda aveva 18 anni all'epoca, ed era appena arrivata a Caracas da Merida, una cittadina dell'interno. Aveva appena terminato i corsi pre-universitari come assistente veterinaria, e si trovava in città per iscriversi all'università. Era pieno giorno, in una strada abbastanza frequentata. Un uomo sconosciuto le si avvicinò e la spinse allinterno di unauto parcheggiata. La portò in una casa in campagna, dove la tenne prigioniera due mesi, violandola e picchiandola tanto che la polizia venne ad investigare a causa delle lamentele dei vicini, che sentivano di continuo grida e rumori. Allora l'uomo la trasferì a Caracas, dove continuò ad aggredirla. Dopo quattro mesi da incubo, il rapitore lasciò un giorno la casa senza legare Linda, che cercò aiuto e fu soccorsa. Era denutrita, le sue orecchie erano state completamente distrutte, un capezzolo tagliato via. Cicatrici e scottature da sigaretta le coprivano il corpo. "Sono stata operata nove volte: una allocchio destro per cataratta traumatica, tre volte per la frattura della mascella, due per la ricostruzione dell'addome, e quattro per la ricostruzione delle labbra."
L'uomo che ha fatto tutto questo è libero: il giudice lo ha rilasciato per insufficienza di prove. Il ricorso in appello di Linda è prossimo al dibattimento. L'uomo in questione è Luis Carrera Almoina, figlio di Gustavo Carrera Damas, un influente politico che era rettore di una delle maggiori università di Caracas al tempo del primo processo, nel 2004. Costui ha forti legami sia con i precedenti governi di destra, sia con quello attuale di sinistra di Hugo Chavez. Dopo essere stato catturato e posto agli arresti domiciliari nell'agosto 2001, l'aggressore di Linda ha tentato di fuggire con l'aiuto del padre. Quest'ultimo è stato poi accusato di ostruzione all'azione giudiziaria. Luis Carrera Almoina, tra l'altro, era già stato arrestato per aver torturato la sua ex compagna, nel 1999. Il primo processo fu posposto dal sistema giudiziario 29 volte. Cinquantanove giudici hanno rifiutato di trattarlo. Nell'agosto 2004, circa tre anni dopo che gli avvocati di Linda Loaiza Lopez lo avevano accusato di tentato omicidio, stupro, rapimento e tortura, il caso stava per raggiungere i limiti della prescrizione, dopo di che le accuse avrebbero dovuto essere lasciate cadere. Per evitare questo, Linda cominciò uno sciopero della fame davanti alla sede della Corte Suprema. Dopo 13 giorni, il processo finalmente iniziò il 22 ottobre 2004, e si concluse con l'insufficienza di prove. Linda è convinta che i forti legami politici del padre del suo aggressore abbiano falsato il processo.
Marta Chacon è la direttrice generale dell'Instituto Nacional de la Mujer (Istituto nazionale delle donne) a Caracas, un ufficio del governo semi autonomo, con status ministeriale. "Il caso di Linda è stato manipolato" dice Marta Chacon. "E' stato usato a tutti i livelli, dall'opposizione e dal governo. Entrambi hanno giocato la loro partita, e Linda è stata la vittima anche di questo. Si è sentita usata dai politici a tal punto che non ha fiducia neppure nel mio gruppo, per essere sostenuta al processo." Marta aggiunge che il Presidente Chavez dovrebbe prendere un fermo impegno per cominciare a sradicare la violenza contro le donne, e aggiunge che il Venezuela ha bisogno di un nuovo codice penale, e di una revisione della legge contro la violenza domestica. "Più di tutto, è essenziale suscitare consapevolezza attorno ai diritti delle donne, fra gli ufficiali di polizia e i giudici, maschi e femmine. Spesso le giudici sono le più dure con le vittime di sesso femminile".
La giudice che ha assolto Luis Carrera Almoina, Rosa Cadiz, ha poi infatti aperto un'indagine su Linda per sospetta prostituzione. La difesa di Luis Carrera Almoina aveva suggerito che Linda fosse una prostituta, e che si fosse procurata le ferite dai suoi precedenti clienti. Questi avvocati tentarono anche di appellarsi ad una clausola del codice penale venezuelano che riduce le pene per i crimini commessi contro prostitute: in questo modo, il loro assistito avrebbe avuto al massimo un quinto della pena. Le accuse di prostituzione, che in tribunale sono miseramente cadute, hanno incendiato i gruppi locali di femministe.
Guadalupe Rodriguez, del Coordinamento Simon Bolivar, che lavora nei sobborghi impoveriti di Caracas, dice che la legge che riduce le sentenze a chi commette crimini contro prostitute rivela un'implicita accettazione della violenza contro le donne: "E' un esempio preciso del ruolo delle donne in questa società. Nota che la giudice ha sostenuto che Linda avesse provocato il suo aggressore. Allora abbiamo detto: E anche se fosse stato così? Lui non aveva comunque il diritto di farle ciò che le ha fatto".
L'International Planned Parenthood Federation di New York ha condotto una campagna internazionale per suscitare consapevolezza attorno al caso di Linda. Più di 40.000 persone hanno inviato lettere alle autorità venezuelane, chiedendo giustizia. E tutto quello che Linda vuole: "Non smetterò mai di lottare per i miei diritti. Io non sto cercando vendetta, voglio giustizia. E ciò va al di là della mia persona: sto lottando per i diritti di tutte le donne."
Maggiori informazioni:
International Planned Parenthood Federation: Justice for Linda: http://www.freechoicesaveslives.org/campaign/Linda
Mujeres En Accion - Asociacion de Mujeres Hispanas contra la Discriminacion y la Violencia de Genero: http://www.mujeresenaccion.com