EGITTO: LE MADRI PROCLAMANO UNA GIORNATA DI LUTTO NAZIONALE E CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL MINISTRO DELL'INTERNO
RADUNO PER SOSTENERE LE DONNE EGIZIANE MALTRATTATE DURANTE LE CONTESTAZIONI CONTRO IL RIMANEGGIAMENTO ANTIDEMOCRATICO DELLA COSTITUZIONE


giugno 2005, dall'associazione delle Madri Egiziane. Traduzione a cura di Monica Lucci


Noi, donne in lotta contro il patriarcato e per l'uguaglianza dei diritti, organizziamo un raduno mercoledì 1° giugno 2005 alle ore 18.00 davanti all'Ambasciata egiziana (56, Avenue d'Iena, fermata metropolitana Iena) per esprimere tutta la nostra collera, indignazione e preoccupazione di fronte ai raggiri attuati dagli uomini di fiducia del partito, al potere al Cairo, nei confronti di donne egiziane, manifestanti e giornaliste, molestate in mezzo alla strada nella città del Cairo, il 25 maggio scorso, durante delle manifestazioni di protesta organizzate in occasione del referendum sulle modifiche della costituzione.
Per noi questi comportamenti sono paragonabili a degli atti criminali che colpiscono tutte le donne nel mondo, nella loro dignità, e non capiamo come mai le forze dell'ordine siano rimaste impassibili di fronte a tanta inciviltà. Per tutti questi eventi riteniamo che i responsabili siano le autorità egiziane e veglieremo che i loro atti non restino impuniti.
Aggiungiamo in questo comunicato l'invito delle madri egiziane ad una giornata di lutto nazionale, per le quali sosteniamo le rivendicazioni e la lotta.
Con la nostra presenza davanti all'Ambasciata egiziana, vestite di nero, dimostriamo la nostra solidarietà.
La nostra azione di oggi è solo la prima tappa. Saremo molto vigili sullo sviluppo della condizione di libertà in Egitto, e la seguiremo presso le rappresentanze diplomatiche in Francia.

L'intero Egitto sarà vestito di nero mercoledì 1° giugno 2005
Avviso a tutti i cittadini egiziani, uomini e donne

Il 25 maggio scorso, giornata del referendum sulle modifiche della costituzione, le donne che hanno partecipato alla manifestazione pacifica per la democrazia, che si è svolta nella città del Cairo, di fronte al sindacato dei giornalisti hanno subito, sotto gli occhi di tutti, molestie sessuali da parte di uomini pagati dal Partito Nazionale Democratico (PND), ora al potere; con l'accordo dei generali del ministro dell'Interno.
Noi, madri egiziane, che sogniamo un futuro migliore per il nostro Paese e per nostri figli, abbiamo deciso di chiedere a tutto il popolo egiziano, mercoledì prossimo, di vestirsi di nero, senza tralasciare le proprie attività quotidiane.
Invitiamo tutti, mercoledì 1° giugno 2005, donne e uomini, anche se non sono militanti ma che condannano questi eventi, ad uscire vestiti di nero. Bisogna diffondere questa iniziativa e spiegare l'importanza di questa protesta simbolica.
Invitiamo i militanti ad organizzare raduni in tutte le regioni d'Egitto davanti ai loro sindacati o all'interno delle università, o nei luoghi pubblici, sempre in silenzio e vestiti di nero.
Noi, madri egiziane, non siamo un movimento politico. Siamo la voce della maggioranza silenziosa delle donne, casalinghe o lavoratrici. Prendiamo atto, che oggi, il ministro dell'Interno ha oltrepassato tutti i limiti. Attualmente, stare in silenzio è reato, bisogna essere solidali per difendere le donne e le figlie egiziane.
La nostra rivendicazione è chiara: le dimissioni del ministro dell'Interno
Il 1° giugno tutto il popolo d'Egitto sarà vestito di nero, in segno di protesta contro gli abusi e molestie sulle donne, che sono state maltrattate, denudate, umiliate solo perché hanno avuto il coraggio di parlare, di dire "basta". Questa volta ci riuniremo, noi, che non apparteniamo al movimento Kifaya, per notificare al ministro dell'interno - che aveva il ruolo di difenderci - che il gioco è finito.
Sarà un giorno di lutto, in silenzio, centrato in una sola richiesta: le dimissioni del ministro dell'Interno.
Alla fine di questa giornata, rientreremo nelle nostre case, alle nostre faccende, alla nostra lotta di tutti i giorni, per il pane quotidiano, per i figli e la famiglia, o ancora, rifletteremo a come procedere se la nostra richiesta non verrà ascoltata.