TURCHIA, SPAGNA, AUSTRALIA, USA:
DONNE GUERRA E DIRITTI, NOTIZIE FLASH
ATTIVISTE TURCHE CONTESTANO LA SEGRETARIA
DI STATO USA
Ottobre
2005. Fonti: Feminist Daily News Wire, The Washington Post, Daily Telegraph, a
cura di M.G. Di Rienzo
Le donne turche contro la guerra in Iraq. (Fonte: Glenn Kessler che si trova ad Istanbul per The Washington Post, 29 settembre)
Un gruppo di attiviste turche per i diritti umani si è confrontato il 28 settembre con la Sottosegretaria di Stato statunitense Karen Hughes. Se lo scopo dell'incontro, come dichiarato da quest'ultima, era mettere in luce la collaborazione fra i due paesi ed i suoi effetti benefici, la discussione ha però preso tutt'altra piega. "La guerra in Iraq ha portato a livello zero ogni sforzo positivo in tal senso", ha esordito Hidayet Sefkatli Tuksal, attivista del Forum delle Donne della capitale turca. Karen Hughes, confidente del Presidente Bush e propagandista dell'immagine degli Usa all'estero, generalmente si incontra con gruppi "selezionati": la stessa settimana aveva potuto magnificare la politica estera americana in Egitto ed Arabia Saudita senza incontrare difficoltà.
Nonostante l'Ambasciata statunitense abbia tentato di riproporre lo stesso modello ad Istanbul, 6 delle 8 donne turche che hanno preso la parola hanno contestato la guerra in Iraq.
"La guerra azzera i diritti delle donne completamente, e la povertà è al seguito della guerra, e di questa povertà le donne pagano il prezzo maggiore", ha detto Fatma Nevin Vargun, attivista curda per i diritti delle donne, che ha anche menzionato l'arresto di Cindy Sheehan a Washington, esprimendo la solidarietà delle donne turche con la madre americana.
Karen Hughes, che durante l'incontro è apparsa sempre più impacciata, ha difeso la decisione di invadere l'Iraq: "A nessuno piace la guerra, ma per mantenere la pace il mio paese pensa che a volte la guerra sia necessaria. Le donne in Iraq stanno molto meglio, ora, rispetto a come stavano sotto Saddam Hussein."
"La guerra non serve alla pace", ha risposto l'attivista per i diritti umani Feray Salman, "La guerra non porta democrazia ne' libertà da un paese ad un altro."
Hidayet Sefkatli Tuksal ha rincarato la dose: "Mi sento insultata e ferita, a sentire questo. Ogni immagine che viene dall'Iraq mostra la paura e il dolore negli occhi delle donne e dei bambini. A questo si deve porre rimedio, e al più presto possibile." Karen Hughes ha messo fine in fretta all'incontro: doveva partecipare ad una riunione di leader religiosi.
L'UNICEF, in collaborazione con il governo turco, sta conducendo dal 2003 un programma chiamato "Haydi Kizlar Okula!" ("Su ragazze, andiamo a
scuola!"). Il programma ha portato a tutt'oggi 120.000 bambine ad accedere all'istruzione scolastica. La frequenza scolastica è obbligatoria, in Turchia, sino al compimento dei 14 anni, ma pure mezzo milione di ragazze ancora non vanno a scuola, principalmente per l'erroneo convincimento che l'Islam proibisca l'istruzione delle femmine. Gli Imam turchi sono stati di grande aiuto alla campagna.
Un giudice spagnolo ha ordinato ad un Imam di studiare la Costituzione del paese e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. (fonte: Daily Telegraph, 1 ottobre u.s.). Mohamed Kamal Mustafa, che ha scritto un libro in cui si insegna agli uomini musulmani come battere le mogli senza lasciar loro addosso cicatrici o lividi, è stato multato ed ha ricevuto una sentenza a 15 mesi di carcere lo scorso anno, perché riconosciuto colpevole di incitare alla violenza contro le donne.
Peacekeepers dell'ONU sospesi dal servizio. (Fonte: Feminist Daily News Wire, 4 ottobre)
11 ufficiali di polizia nigeriani, che prestavano servizio per l'ONU quali "peacekeepers" nella Repubblica democratica del Congo, sono stati sospesi dal servizio perché coinvolti nell'inchiesta relativa agli stupri e agli abusi sessuali patiti da donne e bambine nel paese ad opera dei "mantenitori della pace". La Nigeria aveva ritirato la sua forza di interposizione da Kinshasa, capitale del Congo, a metà settembre, non appena l'inchiesta dellONU aveva avuto inizio.
Le donne australiane che cercano aiuto perché subiscono violenza domestica non lo trovano: secondo il rapporto dell'Istituto australiano per la Salute ed il Welfare circa 100.000 donne si sono rivolte alle agenzie pubbliche durante il 2003 ed il 2004, e circa un terzo di esse stava cercando di fuggire da situazioni di violenza domestica. Più della metà di queste ultime, oltre 15.000 donne, sono state ignorate dai servizi pubblici.
E' morta ad 84 anni Constance Baker Motley, la prima donna afroamericana a diventare giudice federale nel 1966. Nota avvocata per i diritti civili, lottò contro la segregazione razziale nel sud degli Usa e condusse la battaglia legale che portò all'ammissione di uno studente nero all'Università del Mississippi nel 1962.
Nata a New Haven, Connecticut, nel 1921, Motley era la nona di 12 tra fratelli e sorelle. La sua famiglia non poteva permettersi di mandarla al college e fu un attivista bianco a pagare i suoi studi, dopo averla sentita tenere un discorso pubblico quando aveva 18 anni. Motley credeva nel progresso sociale: "Qualcosa che pensiamo impossibile ora, non sarà impossibile fra dieci anni."
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