ABORTO E DIRITTI UMANI
IN GRAN BRETAGNA, POLONIA, AUSTRALIA
Febbraio 2006. Fonte Reuters. A cura di M.G.Di Rienzo
La Gran Bretagna ha pianificato uno stanziamento in due anni di 5,3 milioni di dollari, al fine di sostenere i gruppi che offrono pianificazione familiare e interruzioni di gravidanza sicure nei paesi in via di sviluppo.
Nel giorno in cui il Dipartimento britannico per lo sviluppo internazionale ha preso questo impegno, la Fondazione "International Planned Parenthood" ha resto pubblico il proprio studio che stima in 19 milioni le donne e ragazze al mondo che rischieranno quest'anno un aborto non sicuro e in più di 70.000 il numero di coloro che moriranno di tali aborti. La Fondazione spiega che dal 2001, quando l'amministrazione Bush ed altre hanno deciso di ritirare i sostegni finanziari ad ogni organizzazione che menzioni l'aborto (se non per sconsigliarlo), dozzine di cliniche in Perù, Kenya ed altre parti del mondo hanno dovuto chiudere.
Gareth Thomas, del Dipartimento di cui sopra, ha dichiarato al Guardian: "Sappiamo per esperienza che l'assenza di servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva dà come risultato gravidanze indesiderate e un maggior numero di aborti. Vorremmo che altri donatori seguissero il nostro esempio."
Fonte: Reuters, 6 febbraio 2006
Una donna polacca, a cui è stata rifiutata l'interruzione di gravidanza nonostante fosse stata avvisata dai medici che portandola avanti avrebbe messo seriamente a rischio la propria vista, si è appellata alla Corte per i diritti umani di Strasburgo. Dopo aver messo al mondo il figlio, la vista di Alicja Tysiac si è deteriorata al punto da farne una disabile.
La legge polacca sull'aborto, decisamente restrittiva, prevede la possibilità di interrompere la gravidanza in caso di stupro, di grave minaccia per la salute della donna o di gravi deformazioni del feto. Alicja Tysiac chiede alla Corte di considerare che tale legge ha violato i suoi diritti umani.
Fonte: Reuters, 7 febbraio 2006
Il senato australiano ha votato, il 9 febbraio, la revoca della possibilità per il Ministro della salute di regolare l'uso della pillola abortiva RU-486, ed ha conferito tale possibilità ad un corpo governativo di medici e scienziati che regola l'uso di tutti gli altri farmaci. Il Ministro australiano Tony Abbott, che è contrario all'aborto, ha proibito l'importazione e la vendita della RU-486, impedendo alle compagnie farmaceutiche di acquistarla ed ai medici di prescriverla.
La revoca dell'autorità al Ministro è passata al Senato con 45 voti favorevoli contro 28, ma prima di aver effetto deve passare dalla Camera dei Deputati.
Fonte: Reuters, 9 febbraio 2006
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