NASCERE DONNA IN IRAN
NOTIZIE FLASH


Febbraio 2006. Di M. G. Di Rienzo

 

La colpa è delle madri. Fonte: Iran Focus, 19 dicembre 2005
Abdol-Nabi Namazi, chierico sciita anziano e membro dell'Assemblea degli Esperti, ha spiegato che in accordo alla legge islamica la presenza delle donne in istituzioni quale l'Assemblea non è necessaria, nemmeno se esse sono teologhe. La legge islamica, ha aggiunto Namazi, prevede che le donne stiano in casa ad allevare i bambini: "La ragione più importante per la diffusione della corruzione morale nella società è il ruolo debole giocato dalle madri nelle famiglie. Se diamo altri lavori alle donne, le famiglie si indeboliscono."


Ma che musica, maestro? Fonte: Associated Press, 20 dicembre 2005
La musica occidentale è stata bandita dal Presidente Mahmoud Ahmadinejad nelle televisioni e radio gestite dallo stato (che occasionalmente usavano brani strumentali di musica occidentale come sottofondo ad alcuni programmi). "Siamo preoccupati per le politiche culturali di questo governo.", ha dichiarato Hamid Vafaei, direttore di un conservatorio a Teheran, "La storia ha provato che le politiche restrittive non funzionano a lungo."


Crimine capitale. Fonte: United Press International, 25 dicembre 2005
Ramesh Sepehrrad, la presidente del "Comitato Nazionale delle Donne per un Iran democratico", ha lamentato che le donne iraniane sembrano essere state abbandonate dal sostegno femminista. Nonostante vivano in un paese in cui si può essere lapidate, e nonostante un‚anonima dissidente abbia dichiarato alla stampa che nascere donna in Iran è "un crimine capitale ed una condanna a morte", la scorsa estate le donne hanno invaso le strade di Teheran, cantando "la misoginia è la radice della tirannia".
Queste azioni non sono state sostenute dalle femministe in occidente, ha detto Sepehrrad. "L'apartheid di genere può essere sconfitto", ha aggiunto, "Ma abbiamo bisogno del sostegno esterno alle nostre voci, perché il regime cambi. Tuttavia, il silenzio dell‚occidente è assordante."


Crimine minore. Fonte: State-run daily Iran, 28 dicembre 2005
Un uomo coinvolto nel traffico di giovani ragazze iraniane, ciascuna delle quali venduta per 50 milioni di rial (4.600 $) nei paesi arabi, ha ricevuto una sentenza di detenzione di circa cinque mesi. La Corte d'appello, tuttavia, ha mutato la sentenza in una semplice multa di 275 dollari.
Centinaia di ragazze e bambine iraniane vengono vendute nel Golfo Persico e in Pakistan ogni mese, ma nelle rare occasioni in cui un trafficante viene arrestato, è subito rilasciato dietro pagamento. Iran Website nota che minorenni maschi e femmine sono stati mandati a morte per questioni ben meno gravi, ed accusa i mullah di essere coinvolti nel traffico.


Purificazione. Fonte: Iran Focus, 4 gennaio 2006
Due studentesse dell'Università di Shahroud, di 21 e 22 anni, sono state le vittime dell‚ultimo (in ordine di tempo) "attacco all'acido" degli islamisti radicali alle donne considerate "impropriamente" vestite. Le due ragazze stavano camminando in Ferdowsi Street quando uomini in motocicletta le hanno affiancate ed hanno lanciato acido sui loro volti. Gli assalitori se ne sono andati tranquillamente e non sono stati arrestati. Gli islamisti radicali operano queste azioni con la protezione delle forze paramilitari Bassij e Ansar-e Hezbollah, che hanno dato inizio alla campagna contro le donne e le ragazze non velate o "velate impropriamente" sin dall'elezione di Ahmadinejad. Il Presidente iraniano presenzia regolarmente alle assemblee di tali gruppi e loda i loro sforzi volti a "purificare la Repubblica islamica dalle vestigia della corrotta cultura occidentale".


Se sono paramilitari, che stuprino pure. Fonte: Iran Focus, 7 gennaio 2006 e State-run daily Etemad, 8 gennaio 2006
Un tribunale iraniano ha condannato alla pena capitale (impiccagione) una ragazza di 18 anni per aver involontariamente ucciso l'uomo che tentava di stuprarla. La ragazza, identificata come Nazanin, fu assalita da tre uomini quando aveva 17 anni e si trovava assieme alla nipote Somayeh, minore di un anno. Ai giudici Nazanin ha descritto come i tre uomini le gettassero a terra e tentassero di violentarle. Nella zuffa lei aveva estratto da tasca un coltello e ferito uno degli aggressori ad una mano. Le ragazze tentarono quindi di fuggire, ma gli uomini le inseguirono e a quel punto Nazanin ne colpì uno al petto. "Ho commesso un omicidio tentando di difendere me stessa e mia nipote", ha detto la ragazza in lacrime, "Non volevo uccidere quell'uomo. In quel momento non sapevo cosa fare, perché nessuno veniva ad aiutarci."
Il tribunale ha ignorato la testimonianza della ragazza e quella dei testimoni oculari che confermavano la sua versione e l'ha condannata a morte: gli aggressori erano membri della forza paramilitare Bassij di stanza nella città di Karaj.


Marciapiedi separati. Fonte: Iran Focus, 10 gennaio 2006
Come parte del programma governativo iraniano chiamato "Favorire la cultura del velo e la castità femminile", il Ministro dell'edilizia e dello sviluppo urbano ha ricevuto l'ordine di costruire marciapiedi separati per uomini e donne. Questa nuova misura di apartheid di genere è stata giustificata con la necessità di "riportare la Repubblica ai giorni della rivoluzione islamica", ma se ne annunciano altre su cui il Presidente Ahmadinejad ed alcuni deputati stanno lavorando. Il programma sul velo e la castità femminile viene infatti presentato come "il più avanzato e completo".