L’invasione dell’Iraq da parte delle imprese multinazionali americane.
Da International Socialist Review, n. 30, luglio-agosto 2003. Di Rania Masri. Traduzione di Loris Brioschi. Seconda parte. Novembre 2003.


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Le conseguenze sul piano economico

Per comprendere le conseguenze del piano di trasformazione dell’economia irakena, abbiamo bisogno di conoscere che cosa si sta facendo ora in Iraq. Come sono attrezzati gli irakeni per gestire i cambiamenti pianificati dagli occupanti americani?
Nella III fase della guerra contro Iraq, più di 240.000 bombe cluster furono lanciate sul paese (12). Le bombe cluster sono munizioni, ognuna delle quali contiene approssimativamente 200 piccole bombe; allora, 240,000 bombe cluster possono essere potenzialmente 48.000.000 di piccole bombe inesplose – che hanno minato il territorio. In aggiunta, un terzo delle bombe lanciate sull’Iraq furono di quelle ti po vecchio chiamate"dumb weapons"– a differenza di quanto dichiarato dal Pentagono, che il 90% delle munizioni usate dovrebbero essere quelle “intelligenti”, di precisione.
Se consideriamo l’uccisione di almeno 3.000 persone l’11 settembre come un massacro, allora dobbiamo ammettere che ci furono dei massacri in Iraq. Almeno 7.000 civili Irakeni – forse 10.000– furono uccisi dai bombardamenti (come riportato sul sito www.iraqbodycount.net) (13), almeno altri 8.000 furono feriti – solamente a Baghdad (18 maggio, 2003, Los Angeles Times). Questi numeri non includono le migliaia di soldati irakeni che morirono combattendo per difendere il loro paese dalle forze d’invasione.
Contemporaneamente, come riporta l’organizzazione umanitaria CARE, "gli esperti dicono che le condizioni per un’epidemia di colera sono perfette. Il cibo viene venduto su bancarelle vicino a pozzanghere stagnanti e i bambini giocano in gruppi, attorno all’acqua sporca. A Baghdad, con una popolazione di 5 milioni e una temperatura regolarmente di 113 F° gradi e oltre, una epidemia di colera potrebbe svilupparsi in città." (14)
Il programma dell’ ONU World Food Program (WFP) riporta che al sud e al centro dell’Iraq, "un irakeno su cinque di 4.6 milioni di persone è un povero cronico."(15) "se uno su cinque irakeni del centro e del sud non erano in grado di soddisfare i bisogni elementari prima della recente guerra, è possibile che questo numero aumenti ora con l’incertezza economica presente sia nel settore privato che in quello pubblico," osserva Torben Due, rappresentante del WFP in Iraq.
Tutta questa sofferenza si aggiunge a più di 12 anni di sanzioni soffocanti che il popolo irakeno è stato costretto a sopportare, sanzioni – o guerra economica– che direttamente ha provocato la morte di almeno 500.000 bambini irakeni sotto i cinque anni (dati UNICEF). Frederick Barton, commissario ONU per i rifugiati, ha detto che i cambiamenti prodotti dalle sanzioni potrebbero essere una buona preparazione per la flessibilità richiesta dal libero mercato (27 maggio, 2003, Chicago Tribune).

Flessibilità del libero mercato?

In altre parole, la guerra economica continua
Già, 400.000 irakeni sono diventati disoccupati quando Bremer ha sciolto l’esercito lo scorso 23 maggio. Il 23 di giugno, gli amministratori civili Usa annunciarono la creazione di un nuovo esercito irakeno, "sperando di contenere la collera e la disperazione dei disoccupati e limitare la crescita degli attacchi contro le forze armate Usa." (16) Questo esercito dovrebbe impiegare 12.000 uomini in un anno, e aumentare a 40.000 in tre anni, lasciando i restanti 350,000 disoccupati. Presumibilmente , "più di 250,000 ex soldati saranno necessari per supportare le forze di occupazione, con salari da 50 a 150 dollari al mese". Le forze di occupazione Usa hanno fatto promesse simili ai lavoratori pubblici irakeni fallendo l’obiettivo di innalzare il loro livello di vita.
Bremer ha anche disciolto il Ministero dell’Informazione, ed ha emesso un decreto preventivo per 30.000 Baatisti di alto livello, per impedire loro ogni lavoro nel futuro Governo dell’Iraq.
Quanti perderanno il loro lavoro, con l’ulteriore dissolvimento delle compagnie, e quando i servizi pubblici saranno privatizzati ed i lavoratori licenziati? Ricordiamo che con i contratti stanno vendendo ogni cosa nel campo della tecnologia petrolifera, i trasporti, le telecomunicazioni ed i ministeri irakeni.
Come Humeira Iqtidar annota su Znet, "L’orrendo assalto alla vita degli irakeni con le bombe cluster, farà impallidire le precedenti privazioni, non solo riguardo le risorse petrolifere ma la sanità, l’acqua, l’elettricità, i trasporti , l’educazione e le comunicazioni” (17)

L’invasione dell’Iraq da parte delle Corporation

Il punto delle relazioni delle compagnie Usa e il Pentagono è stato molto discusso e pubblicizzato. (18) Più importante del conflitto di interessi tra di loro per accordarsi sui contratti, è che cosa queste compagnie faranno in Iraq. La cosa che unisce tutte queste compagnie è l’agenda delle privatizzazioni.

Halliburton: Privatizzazione delle risorse petrolifere

A Halliburton è stato assegnato dal Pentagono un contratto senza che ci fossero altre offerte, del valore di più di 7 milioni di dollari. Mesi prima che i militari usa inondassero l’Iraq di bombe e missili, il Ministero della guerra stava lavorando in secreto con il vecchio Vice Presidente della Halliburton Dick Cheney, per l’affare che porterà la seconda compagnia petrolifera al mondo, al controllo totale del petrolio irakeno. Alla compagnia sono state affidate le operazioni di estrazione del petrolio, incluso la distribuzione.

Bechtel: privatizzazione dell’acqua.

Bechtel ha ricevuto un contratto dall’Agenzia Usa per lo Sviluppo Internazionale (USAID) il 17 aprile 2003. Il contratto prevede la fornitura di servizi di riparazione e riabilitazione dell’energia elettrica, degli acquedotti comunali, delle fognature, dei servizi aeroportuali. Lo sminamento, e le riparazioni del porto di Umm Qasr (prima che il porto fosse occupato dai militari americani) e la ricostruzione di ospedali, scuole, ministeri edifici, sistemi di irrigazione e collegamenti. L’obiettivo dichiarato è quello di riparare e recuperare più di 100 ospedali, 6,000 scuole (su approssimativamente 25,000), sei aeroporti ed un porto al sud. Il contratto, inizialmente di 34, 6 milioni di dollari , è aumentato a 680 milioni di dollari dopo 18 mesi e potrebbe eventualmente arrivare a 100 miliardi di dollari, in questo modo diventerebbe il più grande contratto per la ricostruzione dell’Iraq.
Del tutto sbagliato – se uno dei parametri per la scelta della compagnia è la sua storia – per Bechtel avere ricevuto questo contratto. Nel passato Bechtel ha eseguito male progetti in Usa e in altri paesi. A Boston, dopo aver preventivato 2.5 milioni di dollari per lavori per un tunnel, il costo del progetto diventò $14.6 miliardi, $1.8 miliardi a miglio. In California Bechtel installò un reattore di una centrale nucleare montandolo nel senso sbagliato.
In Bolivia Bechtel faceva parte di un consorzio che doveva gestire la fornitura dell’acqua: aumentò i prezzi in media del 35 %. Prezzi che molti abitanti di Cochabamba non potevano permettersi di pagare, nelle dimostrazioni che seguirono si ebbero diversi morti. Bechtel fu cacciata, ma citò in giudizio il governo boliviano per 25 milioni di dollari, a causa della cancellazione del contratto. "Bechtel non è una compagnia che ha sensibilità sociali o ambientali nel suo lavoro," ha detto Juliette Beck dell’associazione Public Citizen. "Non dovrebbe essere coinvolta nello sforzo della ricostruzione umanitaria in Iraq…. Bechtel e le privatizzazioni vanno d’accordo."
"Infatti essi privatizzano il servizio, incrementano i prezzi e solamente chi può permetterselo lo ottiene" ha detto Antonia Juhasz, direttore di progetto all’International Forum sulla Globalizzazione, un’istituto di ricerca di San Francisco. "Se uno definisse questa, come una scelta su cui la popolazione potrebbe decidere, su faccende come l’acqua e l’energia e l’informazione dovrebbe proprio essere così" scrive Benjamin Barber, autore del nuovo libro "Le paure dell’Impero: Guerra Terrorismo e democrazia". "E’ una parte importante del modo di governare."(19)

Research Triangle Institute: non così innocui (20)

Al Research Triangle Institute (RTI) della Nord Carolina, è stato assegnato un contratto da parte dell’USAID l’11 aprile, 2003. Il contratto, inizialmente di 7.9 milioni di dollari, è aumentato a 167.9 milioni dopo 12 mesi. Il contratto del RTI prevede "il rafforzamento della professionalità del management e la capacità delle amministrazioni locali e delle istituzioni civiche di effettuare cessioni di servizi pubblici essenziali come l’acqua, la sanità pubblica e il governo dell’economia, include corsi sulle comunicazioni, risoluzione dei conflitti, esperienze di guida e analisi politica." Apparentemente non c’è nessun conflitto su questo contratto, lo ha ottenuto nonostante RTI non abbia finanziato i repubblicani. Nessun alto dirigente del RTI sembra sia legato al Pentagono. Cheney non è sul suo libro paga. Sembrerebbero innocenti, vero? Niente affatto.
Il presidente e capo del Consiglio di Amministrazione del RTI, Victoria Franchetti Haynes, apertamente presenta il RTI come veicolo per far avanzare gli interessi delle Corporation. Sotto la sua guida, l’RTI ha mantenuto strette relazioni con industrie farmaceutiche, della cura della salute e biotecnologiche, in aggiunta ai buoni contratti governativi non profit.
Diamo ancora uno sguardo al contratto dell’RTI. Uno dei punti principali del lavoro del RTI sta nella costruzione di "un governo indigeno forte e democratico." Sono queste semplicemente le relazioni pubbliche per eliminare i contrasti tra il popolo irakeno e le forze d’occupazione? Ogni passo del progetto del RTI–"identificare leaders locali," "formare amministratori politici"– apre una porta per la propaganda pro Usa e costruisce una politica irakena filo Usa.
Il secondo punto è collegato con il "programma di designazione ed implementazione dei servizi di base alla persona" con il quale RTI porterebbe avanti gli interessi delle persone o gli interessi dell’elite affaristica (straniera e locale). RTI probabilmente spingerà fortemente per il controllo delle Corporation opponendosi al controllo pubblico dei servizi municipali, come fecero nell’Europa dell’Est. Poi, RTI ha storicamente ricevuto molti contratti governativi per lavorare sulla "ricostruzione" dei paesi per supportare la globalizzazione. A livello internazionale, alcuni dei più grandi contratti del RTI nell’ultimo decennio sono stati dati per assistere i paesi del passato blocco sovietico con "riforme favorevoli al mercato", nella loro "transizione al capitalismo." Il fatto che questi paesi siano ora economicamente in crisi, con governanti assillati dagli scandali e dalla corruzione, potrebbe essere una causa di preoccupazione.
La loro politica fondamentale è spingere per privatizzare – cambiare i programmi governativi e servire le Corporations. In Sud Africa, questa politica è stata un totale disastro. Per esempio, una grande multinazionale francese prese la gestione degli acquedotti durante la fine gli anni 90’, rapidamente aumentò i prezzi della fornitura dell’acqua a tutta la città, provocando rivolte e scioperi. Una recente relazione dell’International Consortium of Investigative Journalists denuncia che la privatizzazione dell’acqua in Sud Africa ha portato ad una epidemia di colera, perché la popolazione, impossibilitata a pagare gli alti prezzi, ha iniziato a bere da fiumi inquinati, stagni e laghi. Nella rivolta sono state uccise circa 300 persone. (21)
Se l’RTI preme per fare la stessa cosa in Iraq– e non ci sono ragioni per credere che RTI agirà in modo diverso – allora RTI sarà il garante del controllo Usa (e in misura minore, dell’Europa) sulla società irakena dopo che le forze armate se ne saranno andate. E’ l’occupazione neoliberale, ma sempre occupazione. Ormai RTI è "specializzata nell’identificare e a provvedere a corto e a lungo termine assistenza nella privatizzazione della fornitura e della distribuzione dell’acqua in Iraq, e a provvedere alle controparti irakene la conoscenza la professionalità e la tecnica di gestione degli acquedotti.”
"Le ragioni dell’apartheid sono cadute perché i bianchi non hanno nessun bisogno di mantenere il controllo," ha detto un attivista sudafricano a Chris Kromm, direttore esecutivo dell’Institute for Southern Studies: "Essi privatizzano tutto, e chi pensi utilizzeranno le corporations? Non hanno avuto bisogno dell’apartheid, hanno il capitalismo." Iraq potrebbe essere il nuovo capitolo di questa storia.
Il principio di tutto è la storia dell’USAID, la quale ha dato il contratto all’RTI. Come fosse un pezzo del governo, perché sviluppa progetti in linea con gli interessi politico-militari americani. E’ stato a lungo criticato per aver chiuso i legami con le Corporation in America, e i suoi progetti sono un grimaldello per aiutare gli affaristi a penetrare nei nuovi mercati. (22)
L’RTI ha anche ricevuto un subcontratto dall’USAID, per mezzo di Creative Associates International di Washington D.C., per riformare il sistema scolastico" questo contratto ha dato luogo a molte controversie, quando è stato rivelato che c’era un piano per riscrivere i libri di testo irakeni, per esempio, in senso favorevole all'invasione americana, anche se questo aspetto del contratto è stato ora tagliato e diminuito.

Altri colpevoli da controllare.

Alla DynCorp Aerospace Operations (UK), una sussidiaria della Computer Sciences Corporation (CSC), è stato concesso dal Dipartimento di Stato Usa Ufficio Narcotici e Affari Giudiziari, un contratto di 22 milioni di dollari che potrebbe crescere a 500 milioni per "reistituire” nelle funzioni polizia , giustizia e sistema penitenziario dopo il conflitto irakeno." Come nota l’Observer: "con l’assunzione di militari come quelli della DynCorp, il Governo usa ha trovato il modo effettivo per condurre la politica estera con una procura segreta. Queste procure non possono essere controllate, i militari sono effettivamente immuni da sanzioni, e sono difficili da controllare, essi rispondono solo ai loro capi, non agli ufficiali militari" (13 Aprile, 2003). In Bosnia, il personale della DynCorp fu coinvolto in un commercio di giovani donne, rese schiave e fatte prostituire, ed in un alto numero di atti illegali. In Ecuador, i contadini denunciarono l’azione illegale della DynCorp che sprezzantemente inondarono le loro case e le loro fattorie con prodotti che causarono malattie e morti, distruggendo i raccolti.

Alla Stevedoring Services of America (SSA), ferocemente antisindacale, fu assegnato dall’USAID un contratto iniziale di 4.8 milioni di dollari per "provvedere all’iniziale risistemazione del porto di Umm Qasr , per facilitare in un tempo limitato la consegna di forniture umanitarie ed altri materiali necessari per la ricostruzione; sviluppare il piano di ricostruzione del porto; assumere piloti per guidare le navi nel canale; facilitare le operazioni di attracco e magazzinaggio delle navi frigorifero e delle altre; coordinare le operazioni di carico dal porto alla città di Umm Qasr." SSA ottenne questo contratto prima che le forze armate americane occupassero la città.

Decostruzione più che giustizia economica

In aggiunta alla trasformazione dell’economia in un libero mercato per le corporations, gli Usa pianificano la costruzione di tre basi militari permanenti. Chiaramente, queste basi limiteranno significativamente la sovranità irakena, assicurando che, dirigenti locali filo Usa rimangano al potere e limitando la vera battaglia democratica in Iraq. Le basi avranno conseguenze di vasta importanza nella regione, ed un ulteriore sviluppo della presenza militare dell’Impero Usa.
Il Governo Usa progetta di cambiare la posizione Irakena verso i Palestinesi. Il nuovo Governo irakeno, ogni volta che gli Usa vorranno, dovrà acconsentire alle richieste Israeliane, (23) aprendo un oleodotto verso Israele (24) e rinunciando ad ogni supporto ai Palestinesi. Non è una coincidenza che la prima (e finora unica) missione estera diplomatica che le forze Usa hanno invaso e distrutto, i primi diplomatici arrestati e le prime licenze di porto d’armi confiscate, erano palestinesi.
Inoltre, 90.000 palestinesi sono minacciati di espulsione in Iraq. Molti dei palestinesi minacciati sono famiglie di Haifa che furono spostate nel 1948, quando solamente lo stato di Israele fu costruito sulla terra dei palestinesi. Essi non possono ritornare nella loro terra ed alle loro case, perché sono diventate israeliane e perché il governo israeliano non riconosce il loro diritto a ritornare. Non sono benvenuti, in quanto cristiani o musulmani e non ebrei.
Le somiglianze tra l’Iraq e la Palestina crescono quotidianamente. Entrambi i popoli fanno le stesse richieste: la fine dell’occupazione, fine del ladrocinio sulle loro risorse naturali e pieno rispetto delle leggi internazionali (incluso il diritto al ritorno di 6.5 milioni di palestinesi).

Che cosa fare?

Ci sono numerosi modi per esaminare questa occupazione dell’Iraq: attraverso le lenti dell’occupazione militare e la spinta imperiale; il razzismo che permette la deumanizzazione delle persone; o il motore del potere delle Corporations. Tutti sono esatti. Le prime due sono state discusse interamente; il potere delle Corporations e la loro influenza sui popoli locali o straniere – necessitano di essere ulteriormente inserite nella discussione sull'Iraq.

Cosa può essere fatto attorno al potere delle Corporations? Che cosa è stato fatto prima?

Dopo la prima guerra mondiale, una commissione senatoriale fu formata sotto la guida di Gerald Nye per indagare sulle attività delle industrie delle munizioni durante la guerra. Una pubblica audizione del Munitions Investigating Committee iniziò il 4 settembre 1934. Nel rapporto pubblicato dalla commissione si affermò che c’era stato un forte legame tra la decisione del governo americano di entrare in guerra e la lobby dell’industria delle munizioni.
Un esempio storico più forte , è l’uso della tassazione degli eccessivi profitti di guerra. Durante la guerra Civile, ci fu un pubblico risentimento in Georgia contro i profittatori durante la guerra. L’assemblea Generale della Georgia reagì promulgando una tassazione speciale dei profitti. Nel 1917 il governo federale Usa adottò una tassa sui profitti di guerra, che continuò in varie forme aumentando le percentuali fino al 1921. Fu resuscitata dalla legislazione federale durante la Seconda Guerra Mondiale e durante la Guerra di Corea. La tassa fu imposta sui guadagni eccedenti anche in tempo di pace e sull’incremento arbitrario dei guadagni. Anche la Gran Bretagna riscosse una tassa sui profitti eccedenti nel 1915—21, con un tasso variante dal 40 all’80 percento. Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale la tassa fu resuscitata, con una percentuale aumentata del 100 percento.
Attualmente nel Congresso, alcuni senatori hanno introdotto la” Sunshine” nei contratti per la ricostruzione dell’Iraq del 2003, per portare trasparenza nell’assegnazione dei contratti. L’atto non è sufficiente ma è un inizio. Più importante è la risoluzione urgente approvata nel Consiglio Cittadino di Berkeley "i nostri membri al congresso, sia alla Camera che al Senato chiedano di introdurre una legge per un’alta tassazione sui profitti eccedenti di ogni contratto condotto con le forze militari Usa in Iraq e per la "ricostruzione" dell’Iraq, includendo una rinegoziazione di tutti quei contratti fatti per includere questa tassa” (25)

E’ un inizio

L’Istituto per gli Studi Meridionali ha lanciato una campagna contro i profittatori, per fare luce ed attaccare i vari modi con cui le Corporations stanno approfittando della distruzione della guerra e della ricostruzione dell’Iraq – dei molti contratti milionari e della connessione tra Bush e le Corporations, per tessere la privatizzazione del petrolio dell’acqua e delle altre industrie in Iraq, il cui controllo è stato garantite alle multinazionali Usa ed Europee dopo la fine dell’occupazione militare.(26)
Nessun reale cambiamento può avvenire per far terminare il potere delle Corporations, in modo semplice, qui in Usa. E all’estero, senza richieste dei popoli, senza organizzazione. La sola liberazione è la "liberazione" delle risorse dell’Iraq dalle compagnie americane. Le stesse compagnie che stanno rubando le risorse del paese, stanno rubando soldi ai contribuenti americani, e si stanno muovendo per privatizzare tutto, all’estero ed in Usa, dall’acqua alle prigioni. Entrambi i paesi –Iraq e Usa (e altri)– sono apertamente taglieggiati dalle Corporations. Qui in Usa, le nostre strade non sono ancora percorse dai militari. Non abbiamo posti di blocco. Noi non abbiamo una guerra civile. E molti di noi rimangono perplessi, tuttavia molti potrebbero odiare i guardiani (27) di questo complesso penitenziario- militare –industriale - congressuale che sta rubando e uccidendo in Iraq, e dovunque vada.
Come contro i guardiani, rivoltatevi contro questo sistema.

Note
12. Mark Forbes, "‘Dumb’ bombs used to topple Saddam," The Age (Melbourne, Australia), 3 Giugno, 2003. .
13. Vedere anche Simon Jeffery, "War may have killed 10,000 civilians, researchers say," Guardian, 13 Giugno, 2003.
14. "Iraqis living in limbo struggle to keep hope alive," CARE, June 22, 2003, disponibile in rete su www.care.org.
15. "One in five Iraqis suffers from chronic poverty: Survey," World Food Program,
19 Giugno, 2003, disponibile su www.wfp.org.
16. Jim Krane, "U.S. announces creation of new Iraqi army," Associated Press, 23 Giugno, 2003.
17. Humeira Iqtidar, "Celebration in Iraqi streets," Znet, 23 Aprile 2003, disponibile su www.zmag.org.
18. Per esempio, si veda Stephen Shalom, "Iraq war quiz," Znet, 26 Marzo, 2003 e "The corporate invasion of Iraq: Profile of U.S. corporations awarded contracts in U.S./British-occupied Iraq," U.S. Labor Against the War, 15 Giugno, 2003, disponibile in rete su www.uslaboragainstwar.org.
19. David Baker, "Debate rages over who will run Iraq’s utilities. Privatization vs. public control emerges as key issue in shaping future of country," San Francisco Chronicle, 8 Giugno, 2003.
20. Chris Kromm, direttore esecutivo dell’istituto per gli Studi Meridionali, ha contribuito significativamente al paragrafo sull’ RTI.
21. Baker.
22. Per un approfondimento della storia dell’USAID, see Communications for a Sustainable Future Web su www.csf.colorado.edu.
23. "Fonti del Dipartimento di Stato hanno affermato che la conclusione di un trattato di pace con Israele deve essere ai primi punto del nuovo Governo Irakeno e Chalabi è conosciuto per aver discusso il riconoscimento dello Stato d’Israele daparte dell’Iraq." Ed Vuillamy, "Israel seeks pipeline for Iraqi Oil," Guardian, 20 Aprile, 2003.
24. Si veda Hoomam Peimami, "In the pipeline: More regime change," Asia Times, 4 Aprile, 2003, disponibile in rete su www.atimes.com/atimes/Middle_East/ED04Ak01.html e Akiva Eldar, "The pipeline to Haifa: Israeli minister dreams of Iraqi oil," CounterPunch, April 1, 2003, disponibile su www.counterpunch.org/eldar04012003.html.
25 E’ possibile approfondire la” Cities for Peace Campaign” sul sito www.citiesforpeace.org.
26. Per contattare L’ Institute for Southern Studies per avere informazioni sulla “ War Profiteers Campaign” si veda sul sito www.southernstudies.org o contattare l’autrice a rania@southernstudies.org.
27 Questa frase–"guardiani del sistema"– deriva da Howard Zinn, che scrisse in conclusione del suo libro” Twentieth Century: A People’s History: "I prigionieri del sistema continueranno a ribellarsi, come prima, in modi che non possono essere previsti, in tempi che non possono essere predetti. Il fatto nuovo della nostra era è la possibilità che essi possano essere uniti dalle guardie. Noi lettori e scrittori di libri siamo stati, per la maggior parte, tra le guardie. Se noi comprendiamo che, e agiamo, non solamente perché la nostra vita sia più soddisfacente, senza incertezze, ma perché i nostri nipoti, o i nostri bisnipoti, possano vedere un mondo differente e meraviglioso"