I lavoratori guadagnano meno.
Non
è una denuncia di parte sindacale: lo dice il Corriere della Sera.
Un'occhiata ai dati per comprendere chi sta pagando la crisi. REDS. Giugno
2003.
In aprile è uscito il "Terzo rapporto sulle retribuzioni
in Italia". Non si tratta di uno studio del tutto scientifico, comunque
è abbastanza singificativo della situazione retributiva. Esso si basa
sulle risposte che, via internet, gli utenti del sito http://www.quantomipagano.it
curato dalla società di consulenza Od&M forniscono circa le proprie
retribuzioni. La motivazione ad immettere i propri dati è data dalla
curiosità di paragonare il proprio stupendio con quello degli "altri".
In questo modo hanno risposto, dal 2000 sino a fine 2002, 828.725 utenti così
distribuiti: 501.926 impiegati, 193.202 quadri, 91.788 dirigenti, 41.809 operai.
Come si vede la statistica è poco affidabile per quanto riguarda gli
operai, rappresentati da un campione molto più ridotto degli altri
(gli operai usano di meno internet e dunque hanno risposto in minor numero
al questionario). Dato che l'uso di internet è direttamente proporzionale
al reddito, ne possiamo dedurre che una fetta di operai collocati ai livelli
retributivi più bassi (pensiamo agli operai edili e a tanti migranti)
non è rappresentata e dunque, probabilmente, le retribuzioni operaie
risultano sovrastimate. In ogni caso le statistiche rilevano una diminuzione delle retribuzioni,
ovvero un aumento nominale che non compensa l'inflazione. Si tenga presente
inoltre che il calcolo dell'inflazione è quello dell'Istat (per il
2002: 2,5%; sui due anni: 5,2%), accusato da più parti di sottostimare
l'aumento del costro della vita. Vediamo i dati:
Le
medie annue
in euro annui lordi |
Variazioni
percentuali tenuto conto del tasso di inflazione
|
||
ANNO
|
MEDIA
|
2002/2001
|
2002/2000
|
Dirigenti
|
|||
2000
|
81.726
|
-3,2
|
|
2001
|
81.346
|
0,0
|
|
2002
|
83.401
|
||
Quadri
|
|||
2000
|
41.028
|
-3,4
|
|
2001
|
40.885
|
-0,3
|
|
2002
|
41.775
|
||
Impiegati
|
|||
2000
|
24.655
|
-7,1
|
|
2001
|
24.226
|
-2,7
|
|
2002
|
24.178
|
||
Operai
|
|||
2000
|
18.950
|
-4,9
|
|
2001
|
18.690
|
-0,9
|
|
2002
|
18.998
|
Dai dati dei primi tre mesi di quest'anno la tendenza sembra addirittura aumentare. Il Corriere Lavoro (4 aprile 2003) commenta: "Si certifica la progressiva caduta dell'"appeal" dell'impiegato nel contesto dell'azienda privata. [...] Il mercato del lavoro sembra regalare sempre meno soddisfazioni a queste figure professionali intermedie. Infatti, o le premia passandole alla qualifica di quadri e, quindi, retribuendole meglio, oppure le parcheggia in un limbo salariale poco gratificante, quando, addirittura (come già avvenuto in aree di crisi industriale) non le declassa al livello operaio." Continua poi rilevando che i "bonus" elargiti dai padroni vanno diminuendo, non tanto per quadri e dirigenti, quanto per gli impiegati: nel giro di un anno sono passati dal 35,4% al 30,1%. Il Corriere Lavoro conclude: "evidentemente, allora, il calo dello stipendio totale dei colletti bianchi può essere interpretato così: la parte stipendialwe fissa è restata al palo e quella variabile non ha compensato lo stallo. "
Questi dati non fanno che confermare una tendenza assai visibile verso una proletarizzazione degli impiegati. Siamo al tramonto di un'epoca che vedeva contrapposti operai ed impiegati, un lavoro classicamente impiegatizio come quello di rispondere la telefono, ha assunto nei call center la forma classica della modalità di produzione tayloristica. Si noti inoltre come la retribuzione media degli impiegati sia ormai vicina a quella operaia e come le due si distacchino da quelle dei quadri e ancor di più dei dirigenti.
Anche le retribuzioni dei dirigenti diminuiscono un po', ma forse, visto le entità dei compensi non se ne devono essere accorti. A questo proposito il Corriere della Sera (1° aprile) in una inchiesta sugli stipendi dei manager (sulla base delle retribuzioni lorde -bonus compresi- erogate per l'esercizio 2002) offre un interessante spaccato dei guadagni della nostra classe dominante, anche se non formalmente "proprietaria". Il primo in classifica è Carlo Puri Negri del gruppo Pirelli che porta a casa ogni anno 7.122.000 euro, segue Marco Tronchetti Provera del gruppo Pirelli-Telecom con 6.421.000 euro. Vi sono 48 manager che incassano una "busta paga" sopra il milione di euro e 52 tra i 530.000 e il milione. Tra i primi 50 solo in 13 hanno il doppio cappello di proprietari (di maggioranza o di quote rilevanti) della società e responsabili della gestione. Gli altri 37 sarebbero "dipendenti". Lo stesso quotidiano ricorda le entità delle liquidazioni 2002 di qualche personaggio che ha lasciato il comando: Paolo Cantarella ha ricevuto dalla Fiat una liquidazione di 20 milioni di euro, Christian Merle 4 milioni, Lino Benassi 2,6 milioni, Franco Tatò, ex amministratore delegato dell'Enel 1,1milioni.
E' interessante notare come le classi sociali (che abbiamo analizzato in Le classi sociali in Italia) possano essere facilmente riconosciute anche attraverso lo "stipendio" che ricevono: si vede come tra operai ed impiegati le differenze retribuitive confrontate a quelle dei quadri e dei manager siano assolutamente irrisorie, rivelandone l'appartenenza alla stessa classe. Quelli dei manager sono solo formalmente degli stipendi, e costituiscono invece la "forma" che assume l'appropriazione di plusvalore estratto ai lavoratori. Le liquidazioni milionarie sono a questo proposito assai rivelatrici: questi personaggi se ne vanno con una "fetta" della proprietà che hanno contribuito a edificare. Quanto ai quadri, che percepiscono uno stipendio medio doppio rispetto a quello di impiegati ed operai, possono essere considerati "classe media", o la moderna "piccola borghesia", nel senso di una classe dalla quale non viene estratto plusvalore, ma che non si appropria (per sé) di parti rilevanti di plusvalore.