Facchini Ikea
19 maggio 2014
I lavoratori dell'Ikea di Piacenza continuano lo sciopero contro la sospensione e la minaccia di licenziamento di 33 loro compagni. E oggi hanno portato la loro battaglia nel punto vendita di Bologna. Questa mattina una parte dei lavoratori, insieme ad altri lavoratori e studenti solidali di Bologna, hanno organizzato un presidio davanti al deposito Ikea di Casalecchio, su cui Ikea ha dirottato parte del traffico merci. Si sono create lunghe file di camion tra le 6 e le 14.
Successivamente,nel corso di un corteo, è stato effettuato un volantinaggio tra i clienti del negozio Ikea di Casalecchio, "per informarli della politica anti-operaia e anti-sindacale di Ikea a Piacenza", come si legge nella nota del Si Cobas. I 33 lavoratori "sono stati colpiti perche' rivendicano l'applicazione integrale del contratto nazionale di lavoro, con pagamento al 100% di 13esima, 14esima, ferie, permessi, malattia e infortunio, e il riconoscimento del loro sindacato e il rispetto dei diritti sindacali". Altre analoghe azioni di sensibilizzazione e boicottaggio dei negozi Ikea sono state effettuate sabato in diverse citta' d'Italia.
Il corteo solidale ha attraversato i vari reparti, gridando al megafono le ragioni della protesta e esibendo bandiere e uno striscione con la scritta: 'Boicotta Ikea, la lotta non si ferma'.
Secondo Marco, attivista del laboratorio Crash che ha partecipato al presidio, "Ikea scarica le responsabilita' sulle cooperative, ma e' responsabile di quello che succede. E a Piacenza, insieme ai sindacati confederali, e' responsabile anche del tentativo di mettere gli operai gli uni contro gli altri".
21 maggio 2014
"Le coop sottoscrivano il contratto nazionale di settore in vigore dal primo agosto 2013". La Cgil di Piacenza lancia il suo segnale nella vicenda Ikea. Dopo il via libera dato dal segretario Susanna Camusso, che in vari discorsi da un paio di mesi a questa parte ha richiamato il mondo coop alle sue responsabilità, ora è il turno delle varie Camere del lavoro, a cominciare da quelle dell'Emilia Romagna, che fino ad oggi avevano tenuto un atteggiamento piuttosto defilato.
Nel caso Ikea a Piacenza, l'organizzazione dei lavoratori finalmente dopo mesi si accorge che c'è una lotta dura in corso, e chiede un nuovo tavolo alle istituzioni. Il punto, finalmente, è che "le tre centrali cooperative non hanno ancora sottoscritto il Ccnl merci e logistica in vigore dall'1 agosto 2013. La stessa cooperativa che ha in appalto i lavori presso Ikea e' associata ad una delle tre centrali cooperative che non vogliono sottoscrivere questo Ccnl", come scrive il sindacato in una nota firmata anche dalla categoria Filt. Le due sigle affermano dunque "con ragionevole certezza" che "se si portasse a termine la trattativa aperta da qualche mese con le categorie territoriali confederali", sottoscrivendo l'accordo che contempla l'applicazione integrale del contratto in questione "senza alcun vincolo a criteri di produttivita'", le condizioni dei lavoratori del sito e il clima interno "potrebbero migliorare".
Nella nota si riafferma il diritto allo sciopero ma si prende le distanze dal Si Cobas, il sindacato di base che sta guidando da mesi la lotta dei facchini. "Noi non siamo assolutamente d'accordo con chi pratica azioni che impediscono ad altri il libero accesso al posto di lavoro - si legge - e coerentemente non siamo d'accordo con chi pensa che mettere i lavoratori gli uni contro gli altri sia la strada giusta da percorrere". E comunque, sul caso Ikea bisogna "attivare un vero tavolo di trattava coordinato dalle istituzioni locali nel quale tutti i soggetti coinvolti (Ikea, San Martino, sindacati confederali) facciano due passi in avanti". Il sindacato considera anche il contesto. Posto che in Emilia-Romagna "da recenti dati risulta che vi sia un terzo di imprese dormienti che vengono attivate al momento del cambio d'appalto", per non dire della "preoccupante presenza massiccia di cooperative spurie, del "rischio diffuso di sub-appalti fittizi e irregolari con effetti immediati sulle buste paga proprio dei lavoratori", viene chiesta una svolta. In particolare, "la presenza di quattro realta' forti nella provincia di Piacenza quali Le Mose, Castel San Giovanni, Monticelli, Pontenure, deve portare a una riflessione complessiva su come creare rete e sinergie tra questi insediamenti".
24 agosto 2014
Napoli, Firenze, Pisa, Padova, Parma e Bologna.
Ieri la protesta "smontaikea" (promossa da SiCobas ed ADLCobas, a cui hanno aderito i Cobas ed il CWW) contro i licenziamenti dei facchini a Piacenza ha rappresentato una bella pagina di "cattiva pubblicità" per la multinazionale svedese. Presidi con slogan,striscioni, e megafoni davanti a diversi punti vendita per sottolineare che nessun intimidazione riuscirà a fermare la lotta dei 24 dipedenti, di una delle tante cooperative "utilizzate" dalla multinazionale svedere, messi fuori con un pretesto perché iscritti al sindacato di base Si.Cobas. L'iniziativa di ieri fa seguito a quella del 26 luglio, organizzata sugli stessi contenuti.
Nei cambi di appalto sovente vengono espulsi i lavoratori sindacalizzati e piu' combattivi e la normativa in materia permette ai padroni e alle cooperative di assumere e licenziare senza alcuna regola, nel disprezzo di elementari diritti. La lotta che i lavoratori del polo logistico dell'IKEA a Piacenza stanno portando avanti almeno dal 2012 "ha evidenziato – si legge in un comunicato del sindacato - alcune delle pratiche, dirette o preferibilmente indirette, che il colosso del mobile mette in campo per accumulare maggiori profitti", attraverso il dumping sociale,e quindi sulle spalle dei lavoratori. "In Italia, fino a questo momento, si tratta dell'utilizzo del sistema delle cooperative – scrive il Si.Cobas - che permette all'IKEA di non comparire come diretta controparte dei lavoratori, potendo così scaricare sulla cooperativa di turno tutte le responsabilità e di ergersi, magari, a madre caritatevole, volenterosa di appianare i conflitti che dovessero sorgere".
Nonostante il ruolo degli intermediari – le cooperative – i lavoratori hanno sempre individuato l'IKEA come reale controparte. Da qui la lunga serie di lotte che va avanti da mesi.
La vicenda sta assumendo un rilievo internazionale. Due sindacati dei trasporti, uno belga e l'altro olandese che nei giorni scorsi hanno organizzato diverse mobilitazioni davanti ai centri Ikea.
Sono state peraltro lanciate campagne internazionali online, di cui probabilmente la più importante è quella di Labour Start, che ha già raccolto 11.000 messaggi di solidarietà con i lavoratori dei trasporti vessati dall'IKEA.
12 settembre 2014
Sabato 13 Settembre si terrà una manifestazione nazionale a Piacenza con una parola d'ordine : reintegro dei 24 facchini licenziati dalla cooperativa San Martino che opera nei magazzini di IKea. Tra luglio e agosto decine sono state le iniziative (presidi, volantinaggi,blocchi) davanti ai punti vendita\magazzini della multinazionale Ikea per denunciare il mancato reintegro dei facchini e il sistematico sfruttamento dei lavoratori della logistica. Grazie ai blocchi, alle manifestazioni e agli scioperi oggi i facchini e le facchine in alcune realtà come la Granarolo hanno riconquistato dignità e consapevolezza."Eliminare i lavoratori sindacalizzati, protagonisti di lotte per rivendicare la semplice applicazione del contratto nazionale e condizioni di vita\lavoro dignitose - scrivono in un comunicato i Cobas del lavoro privato - è il solo modo con cui i padroni rispondono alle nostre istanze. Non esiste solo la Fiat , Marchionne è stato un esempio anche per il mondo cooperativo che resta lo strumento privilegiato attraverso il quale ridurre il costo del lavoro e abbattere tutele collettive. Per continuare a sfruttare i lavoratori le cooperative hanno fatto ricorso ad ogni strumento non ultimo quello della criminalizzazione delle lottte, della repressione (denunce, licenziamenti) trovando nelle istituzioni locali e nel Governo ampio sostegno". Nella logistica, e non solo, le cooperative vincitrici di appalti abbassano il costo del lavoro, applicano contratti sfavorevoli, tagliano le ore aumentando i ritmi e i tempi di lavoro. Ulteriore strumento coercitivo è la condizione di socio e i regolamenti delle cooperative sono spesso costruiti ad arte per espellere i soci scomodi facendo loro perdere il posto di lavoro, magari per avere pubblicamente chiesto aumenti salariali e contratti favorevolil. Il Si-Cobas da almeno due anni ha organizzato la lotta per opporsi a questa situazione. Il connubio tra cooperative e sindacati come cgil cisl uil ,nelle ultime settimane, ha cercato di vanificare le conquiste operaie provando a rientrare nei magazzini dai quali erano stati espulsi dai lavoratori e dalle lavoratrici "stanchi di un sindacato asservito alla controparte, disponibilea codeterminare con le aziende orari massacranti e una condizione di vita insostenibile", scrivono ancora i Cobas. L'appuntamento è a Piacenza alle ore 15,00, presso Giardini Margherita. Corteo a sostegno dei 24 facchini licenziati da Ikea nel deposito logistico di Piacenza. Domenica 21 settembre ore 16,00: Assemblea nazionale dei lavoratori delle cooperative che si terrà in video conferenza a Milano, Torino, Brescia, Piacenza, Parma, Bologna, Ancona, Roma, Napoli, Padova, Verona, Treviso, Vicenza. Organizzano SI COBAS, ADL COBAS , COBAS del lavoro privato. "per rivendicare una normativa in materia di appalti che non consenta piu' a cooperative e aziende di decidere arbitrariamente di non assumere parte dei lavoratori o di assumerli\e con una riduzione salariale e di ore lavorate. Gli appalti fanno l'interesse dei padroni ma precarizzando la nostra vita". L'assemblea discuterà la nuova piattaforma sindacale e le iniziative di lotta a sostegno di essa:Documento e piattaforma nazionale della logistica.
16 ottobre 2014
Questa mattina oltre 80 tra lavoratori, precari, COBAS, realtà sociali e collettivi di Pisa, Lucca e Massa, e studenti, hanno dato vita ad un blocco dei cancelli di Ikea di Pisa impedendo l'ingresso e l'uscita delle merci tra le ore 5 e le ore 8 in occasione dello sciopero nazionale della logistica promosso da SI Cobas, ADL, e Cobas Lavoro Privato. Non è la prima volta che sono organizzate iniziative davanti ad Ikea, ormai simbolo di un modello di precariato e di sfruttamento intensivo di una forza lavoro costantemente ricattabile e ricattata. Lo sciopero della logistica vuole raggiungere obiettivi importanti quali reali garanzie occupazionali nei cambi di appalto, il pagamento della malattia e dell'infortunio al 100%, eliminazione dei bassi livelli, retribuzione del lavoro notturno maggiorato del 25% sino all'applicazione di tutti gli ammortizzatori sociali nella logistica. Lo sciopero della logistica, a Pisa, è stata anche occasione per contestare l'operato dell'amministrazione comunale e del sindaco Filippeschi che a tempo di record hanno garantito l'apertura dello store presso Navicelli, senza ottenere in cambio un solo posto di lavoro stabile e duraturo, anzi. Proprio nei giorni scorsi sono stati "non riconfermati" molti lavoratori presi nel circuito del lavoro interinale. La giornata del 16 ottobre prosegue con le iniziative dello sciopero sociale e in collegamento con tutte le realtà attivate a livello nazionale. I promotori della manifestazione hanno chiesto un incontro ad Ikea di Pisa per richiedere il reintegro dei lavoratori interinali della Logistica il cui contratto non è stato rinnovato dal 1 ottobre, garanzie per il personale alle dipendenze di cooperative per il quale chiediamo l'applicazione del CCNL della logistica e rispetto delle normative di sicurezza nei luoghi di lavoro. Durante il presidio i Cobas hanno riscontrato come i lavoratori delle cooperative alle dipendenze di Ikea siano costretti a movimentazioni manuali di carichi assai pericolosi, tali da pregiudicare la salute degli addetti. A IKEA è stato chiesto un incontro.