Merloni


29 settembre 2014
Bloccare l'uscita di macchinari indispensabili al futuro produttivo della Jp Industries (ex Merloni) di Colle di Nocera (Pg) e al tempo stesso ricordare a tutti che il prossimo 12 ottobre scadrà la cassa integrazione straordinaria per 620 ex dipendenti della fabbrica di elettrodomestici. Sono queste le ragioni della mobilitazione avviata da Fiom, Fim e Uilm della provincia di Perugia proprio di fronte allo stabilimento umbro e che mercoledì si trasformerà in un presidio permanente. "Un presidio per controllare con i nostri occhi che macchinari che noi consideriamo indispensabili non lascino la fabbrica", spiega Luciano Recchioni membro della Rsu ex Merloni oggi Jp Industries. Se infatti il ridimensionamento consistente previsto nel piano industriale della Jp rende inevitabile la fuoriuscita di parte del patrimonio strumentale, non tutto può essere portato via, pena l'impossibilità di riavviare l'attività con il riassorbimento del personale previsto, ovvero 250-280 unità entro la fine del 2014, "promesse ad oggi assolutamente tradite", spiega ancora Recchioni.  Ma i lavoratori e i sindacati chiamano in causa anche il governo nazionale che si era impegnato a convocare le parti entro la metà di settembre. "Ancora invece non si muove foglia – denuncia ancora Recchioni – eppure sul tavolo ci sono questioni di un'urgenza assoluta come la scadenza della Cigs per 620 ex dipendenti che resteranno senza alcuna forma di sostentamento e al contempo la riattivazione dell'accordo di programma che non ha assolutamente funzionato, tanto che i 35 milioni di euro di soldi pubblici messi sul piatto sono rimasti completamente inutilizzati". 

13 ottobre 2014
"Con l'esaurimento della cassa integrazione per circa 1400 operai della Antonio Merloni di Umbria e Marche si apre da oggi una fase di ulteriore drammatizzazione di una delle crisi più antiche e dolorose del nostro territorio e dell'intero centro Italia". E' quanto affermano in una nota Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria e Simone Pampanelli, segretario della Fiom Cgil di Perugia che hanno preso parte oggi, 13 ottobre, alla riunione convocata d'urgenza presso la Regione Marche, ad Ancona, con il presidente Gian Mario Spacca, l'assessore allo Sviluppo Economico della Regione Umbria Vincenzo Riommi, l'imprenditore Giovanni Porcarelli (titolare della Jp Industries, subentrata in parte nelle attività della Antonio Merloni dopo il fallimento) e i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Umbria e Marche, insieme alle categorie Fiom, Fim e Uilm delle province di Perugia e Ancona. "La drammaticità della situazione è ormai sotto gli occhi di tutti – affermano Bravi e Pampanelli – con circa 2000 persone (oltre ai licenziati ci sono infatti i lavoratori riassunti dalla Jp, fermi anche loro e con la cassa integrazione bloccata per mesi, ndr) nella fascia appenninica umbro-marchigiana che sono letteralmente sul lastrico. L'imprenditore Porcarelli – proseguono – arrivato al terzo anno del suo progetto quadriennale è fermo, in attesa dello sblocco della vicenda giudiziaria, mentre sul fronte dell'accordo di programma che doveva lanciare nuove attività sul territorio per creare occupazione siamo a zero".  In tutto questo, sottolinea la Cgil, manca clamorosamente un intervento del governo nazionale: "Tutte le parti presenti al tavolo di oggi hanno concordato sull'assoluta necessità di un intervento immediato del premier Renzi in prima persona – concludono Bravi e Pampanelli – per scongiurare l'esplosione di una bomba sociale di proporzioni inaudite. O questo governo comincia davvero a prendere di petto l'emergenza industriale del paese, oppure il fallimento sarà totale e irreversibile".  A sostegno della richiesta di intervento immediato su questa ennesima emergenza del lavoro, Cgil, Cisl e Uil di Umbria e Marche, insieme alle categorie dei metalmeccanici, hanno indetto una manifestazione unitaria a Fabriano (Ancona) per il prossimo 7 novembre. .