Nestlè-Perugina


18 febbraio 2014
Altro che Baci, è sciopero alla Perugina Nestlè di San Sisto, dopo che l'azienda ha comunicato la decisione di procedere all'attivazione della cassa integrazione ordinaria per 867 lavoratori (con gli stagionali si arriva a un migliaio). I lavoratori, come riferiscono in una nota congiunta Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil e Rsu hanno annunciato un pacchetto di 8 ore chiedendo contratti di solidarietà e non cassa integrazione. L'azienda invece ha deciso e comunicato in modo «unilaterale» la Cig ai dipendenti che sono scesi subito in stato di agitazione. Secondo i sindacati il contratto di solidarietà applicato lo scorso anno presuppone un accordo su un piano industriale «che deve dare una prospettiva seria».

7 aprile 2014
Nestlè ha interrotto il tavolo delle trattative e i sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione del gruppo. Il Coordinamento Sindacale e le Segreterie nazionali Fai, Flai e Uila accusano l'azienda di voler come pregiudiziale la soluzione di alcune problematiche organizzative in tre siti (Perugia, Frosinone, Parma) prima di affrontare la discussione dei punti della piattaforma dell'integrativo. Ad avviso dei sindacati, la proposta dell'azienda per tre siti risulta impraticabile in quanto prevede di trasformare il contratto di lavoro da tempo indeterminato e tempo pieno in altre forme contrattuali per centinaia di lavoratori. Ciò "intaccherebbe i diritti dei singoli dal punto di vista del reddito e previdenziali". "Il coordinamento sindacale e le segreterie nazionali Fai, Flai e Uila hanno ripetutamente chiesto di tenere separate le discussioni del rinnovo dell'integrativo – si legge in un comunicato - dai temi della riorganizzazione ma - prosegue la nota - la Nestlè ha dichiarato la propria indisponibilità, assumendosi così la responsabilità di interrompere le trattative. Per queste ragioni dichiariamo lo stato di agitazione del gruppo, il blocco delle flessibilità e degli straordinari e convochiamo le assemblee dei lavoratori". Sara Palazzoli, segretaria Flai dell'Umbria, spiega così la vertenza. "La questione - ricorda - e' sempre quella della cosiddetta 'curva bassa' produttiva che riguarda sia il cioccolato prodotto nello stabilimento Perugina di San Sisto", dove si producono i 'Baci', "sia il gelato dei siti di Parma e Ferentino, in provincia di Frosinone. Su questa problematica, da tre anni la dirigenza Nestle' torna alla carica con ricette diverse per risolvere il problema costituito, dal loro punto di vista, dall'eccesso di dipendenti full time in questa fase di calo produttivo. Prima - ricorda ancora Palazzoli - ha cominciato proponendo il cosiddetto 'patto generazionale' tra padri dipendenti e figli, poi quest'anno la cassa integrazione. Ora subordina il confronto sull'integrativo alla riorganizzazione del lavoro nei tre siti italiani: una soluzione - ribadisce la segretaria di Flai Umbria - per noi inaccettabile, prima di tutto per la differenza di situazioni fra i tre stabilimenti. E poi perche' - prosegue Palazzoli – il nostro obiettivo e' che Nestle' ci dica quali sono le sue intenzioni per quanto riguarda il proprio futuro in Italia, con tutto cio' che segue per le strategie di mercato. Vogliamo parlare anche, e soprattutto, di questo, nell'incontro gia' fissato per il 16 aprile prossimo in Confindustria a Perugia. Un fatto e' certo - conclude Palazzoli - e cioe' che Nestle' non puo' scaricare sui lavoratori un calo produttivo e di vendite dovuto anche alle scelte del management".