Thyssen



18 luglio 2014
Siderurgia. Nel piano industriale di ThyssenKrupp il taglio di 550 lavoratori, 100 milioni l'anno di risparmi e chiusura del secondo forno. Fiom, Fim e Uilm: "Irricevibile". Nello stabilimento di Terni i tedeschi progettano una riduzione di costi in tutte le aree di oltre 100 milioni l'anno, il taglio di 550 lavoratori, e la chiusura entro due anni del secondo forno. Appena il mese scorso, in un summit chiesto dagli enti locali umbri, l'autorevole Joachim Limberg, che di mestiere fa il "Ceo Business Area Materials Services", aveva detto: "Thyssen­Krupp crede nelle potenzialità di Acciai Speciali Terni e delle consociate, e sta valutando con molta intensità tutte le soluzioni per il rilancio". Peg­gio di loro stanno gli operai, i tecnici e gli impiegati nel settore della siderurgia italiana, rasa al suolo dalla non politica industriale del governo, e dalla strategia degli affiliati a Federacciai di spartirsi i pochi bocconi pregiati (e a rendimento immediato) di quanto resta delle grandi acciaierie della penisola. Fiom, Fim e Uilm hanno chiamato allo sciopero i lavoratori per l'intera giornata di oggi. Lunedì ci sarà un primo incontro tra azienda e sindacati. Ma certo i tedeschi non sembrano tipi malleabili, a giudicare dai dettagli di quello che definiscono "piano di azione strategico globale, in grado di ristabilire la profittabilità sostenibile dell'azienda, nonostante il difficile quadro del mercato caratterizzato da un'esistente sovracapacità". Visti da Thyssen­Krupp, i rimedi sono la fusione delle società del gruppo Ast e una nuova struttura commerciale in sinergia con quella della multinazionale; l'incremento del laminato a freddo del 30% e il decremento del laminato a caldo del 40%; il mantenimento dei volumi del forgiato, l'incremento della quota tubi del 30% e soprattutto il taglio di 550 addetti e di 100 milioni annui negli investimenti. Con un'avvertenza finale: "La chiusura del secondo forno potrebbe essere riconsiderato solo se le condizioni di mercato miglioreranno notevolmente, e tutti gli obiettivi saranno stati raggiunti".

21 luglio 2014
Dopo l'ampia partecipazione allo sciopero di venerdì scorso che ha bloccato la fabbrica, prosegue a Terni la mobilitazione dei lavoratori di Ast Thyssenkrupp con iniziative per sensibilizzare e informare la città su quanto sta avvenendo nello stabilimento siderurgico. Lo si legge in una nota dei sindacati e delle Rsu nel quale sono annunciate assemblee con sciopero di un'ora e mezzo nel gruppo e nelle controllate da oggi sino a giovedì nei tre turni di lavoro.

23 luglio 2014
Sindacati dei metalmeccanici e rsu diserteranno l'incontro convocato per questa mattina dalla dirigenza dell'Ast di Terni, nella biblioteca aziendale, per discutere della parte commerciale del piano industriale, da 550 esuberi, predisposto da ThyssenKrupp.
Le segreterie di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici hanno inviato una lettera all'amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli, in cui affermano di non essere disponibili a discutere di singole parti del progetto industriale di Tk fino a che lo stesso piano non sara' ritirato. La sede del confronto, sempre secondo i sindacati, deve essere inoltre individuata a livello governativo. Dopo la mobilitazione di venerdì scorso, continuano in fabbrica a Terni le assemblee dei lavoratori, cominciate ieri e programmate fino a domani. Al termine del ciclo di incontri verranno decise eventuali, ulteriori iniziative di mobilitazione in difesa di posti di lavoro e produzioni. Il piano presentato da Tk prevede una riduzione di costi in tutte le aree di oltre 100 milioni di euro l'anno, un ridimensionamento del personale che portera' alla chiusura di un forno. La leader della Cgil Susanna Camusso ha sollecitato il Governo a mettere in moto la diplomazia tra Paesi richiamando la Germania agli impegni europei, e per assicurarsi che la discussione sul piano siderurgico Ue "non si traduca in una riduzione della siderurgia in Italia".

27 luglio 2014
Scatta anche lo sciopero della fame all'Ast di Terni contro il piano di licenziamenti presentato dalla ThyssenKrupp. Ad avviarlo da ieri e' stato un lavoratore 40enne dell'acciaieria. Nei giorni scorsi ci sono stati diversi scioperi e iniziative.  La cartella clinica del dipendente Ast, insieme ad una lettera indirizzata al premier Matteo Renzi in cui si chiede al Governo un intervento urgente per salvaguardare lo stabilimento ternano, e' stata consegnata dal segretario della Cgil locale, Attilio Romanelli, al deputato del Pd Walter Verini durante l'incontro tra parlamentari eletti in Umbria e sindacati che si e' svolto nei giorni scorsi. Nella lettera di invito, spedita a tutti i parlamentari di Roma e Bruxelles, i sindacati ribadiscono di considerare "irricevibile ed inaccettabile" il piano industriale presentato da ThyssenKrupp al Mise. "Tale piano - scrivono - sancirebbe in maniera inaccettabile la deindustrializzazione di Terni e della Regione dell'Umbria, con un impatto occupazionale di oltre 1000 unita'. Inoltre, si metterebbe in discussione un'eccellenza (la produzione di acciai speciali) che costituisce un punto di riferimento fondamentale per uscire dalla crisi che il nostro Paese sta attraversando".

31 luglio 2014
Oggi i lavoratori della Ast di Terni, le acciaierie della Thyssenkrupp si fermeranno di nuovo per tre ore, dalle dieci alle tredici. Intanto, i sindacati hanno spedito una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi, per chiedere un'iniziativa immediata che "blocchi la concretizzazione del piano industriale dell'azienda" e riapra "un confronto in grado di salvaguardare la strategicita del sito siderurgico ternano". Renzi aveva promesso di venire a Terni ad agosto. I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria ribadiscono che il piano della ThyssenKrupp presentato dall'ad Lucia Morselli il 17 luglio scorso al Mise, "irricevibile e inaccettabile, "sta andando avanti a tappe forzate per imporre un business plan che comporta in maniera inaccettabile il dimezzamento dell'attivita produttiva con un taglio d almeno 1.000 unita". "Questa impostazione – continuano i tre segretari - sancirebbe la definitiva deindustrializzazione di Terni e dell'Umbria: un fatto che non possiamo in alcun modo accettare".
I sindacati denunciano che "gli annunci di scioglimento dei consigli di amministrazione delle societa' controllate", il "mancato rinnovo
dei contratti interinali" e "uno stop impiantistico, incomprensibile" rischia di far perdere a Terni clienti e commesse. 
Anche Andrea Maurelli, l'operaio dell'acciaieria da quattro giorni in sciopero della fame, pretende che sul dossier Ast intervenga direttamente palazzo Chigi: "Continuero' nella mia lotta - ha detto - fino a che il premier Renzi non verra' a Terni e prendera' impegni concreti per far ritirare il piano industriale di Tk".

5 settembre 2014
Nella partita della Ast di Terni, in cui si è raggiunto un accordo al ministero, per i sindacati si tratta di "un risultato importante, ottenuto grazie alla determinazione unitaria del sindacato, alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori e di un intero territorio, dalle istituzioni ai cittadini, che si e' mobilitato al loro fianco". Ed in effetti se pensiamo che solo un paio di mesi fa erano addirittura arrivate le prime lettere di licenziamento, aver bloccato il meccanismo degli esuberi non è una cosa da poco.  Nemmeno il responsabile Industria della Cgil nazionale, Salvatore Barone, nel commentare il risultato raggiunto al ministero dello Sviluppo economico parla di "un confronto senza pregiudiziali" fino al 4 ottobre. Insomma, il contenuto dell'accordo è tutto da costruire.  In un comunicato diffuso oggi dall'azienda c'è tutto il profilo del rebus: "Nel caso in cui la trattativa non conduca ad una comune attuazione delle misure, Ast avvierà il 5 ottobre 2014 una nuova procedura di mobilità, atteso che quella attivata il 1 agosto, e già sospesa, è stata ritirata''. Rappresentanti del Governo, sindacati di categoria e il management di Ast, si ricorda nella nota, "hanno firmato un accordo sulla conduzione di ulteriori colloqui, aventi come obiettivo l'attuazione delle misure di ristrutturazione di Ast. Tutti i partecipanti hanno dichiarato la propria volontà di rivitalizzare Ast come competitor efficiente sul mercato europeo dell'acciaio inox. Sono state aperte ulteriori trattative fra tutte le parti interessate. Il management di Ast vede con soddisfazione l'accordo su ulteriori colloqui costruttivi''
L'accordo, puntualizza l'azienda, "stabilisce che la base di tutte le successive trattative sarà il piano industriale di AST e il suo obiettivo di riduzione dei costi da 100 milioni di euro, entrambi i quali sono stati presentati dalla direzione di AST il 17 luglio". "Per confermare ad Ast il ruolo di competitor a lungo termine sul mercato dell'acciaio inox, la direzione della società ha presentato il 17 luglio un piano industriale, che prevede tagli in tutte le aree - operativa, strutturale, vendite e personale - da 100 milioni di euro l'anno. Un nuovo approccio di mercato e di vendita permetterà di ottenere maggiori profitti'', evidenzia l'azienda. Materials Services, chiude la nota, "è convinta che la ristrutturazione della società sia essenziale per garantire ad AST un futuro a lungo termine. Negli ultimi anni la società ha subito perdite nette per diverse centinaia di milioni di euro. AST è consapevole delle implicazioni per i dipendenti e per l'indotto. Pertanto sin da allora gli obiettivi costruttivi sono stati il target da raggiungere, in quanto una società vitale e competittiva rappresenta la migliore prospettiva per tutti gli operatori coinvolti''.

8 ottobre 2014
La lunga trattativa per trovare un accordo sul piano industriale dell'Ast è fallita. Ora si teme che l'azienda possa far partire le lettere di messa in mobilità per i circa 550 dipendenti già ipotizzati, parte di un piano di risparmi da cento milioni di euro l'anno (che comprende anche lo spegnimento di uno dei forni dello stabilimento) annunciato a luglio per "confermare un ruolo di competitor a lungo termine sul mercato dell'acciaio inox". Le procedure di mobilità erano state ritirate all'inizio di settembre dopo l'intervento del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, grazie a un lodo governativo che aveva aperto una fase confronto tra azienda e sindacati. Con l' obiettivo di trovare un'intesa entro il 4 ottobre. Le parti in questo periodo sono sembrate tuttavia sempre distanti.
Ieri pomeriggio i nuovi e decisivi incontri al ministero dello Sviluppo economico, con la strada però apparsa subito in salita. La discussione si è svolta su una proposta con al centro il cambio del piano industriale. Con meno esuberi, da 550 a 290, 110 milioni di investimento, lo spostamento spostamento a Terni della linea di laminazione di Torino, mobilità volontaria e incentivata e ricollocamento dei lavoratori. Una proposta considerata, però, insufficiente dai sindacati. L'incontro si è così concluso senza un accordo. I sindacati hanno intanto indetto da domani mattina assemblee per illustrare la situazione ai lavoratori che ora attendono di conoscere il loro futuro.

9 ottobre 2014
I lavoratori della Ast di Terni dicono no alla proposta del Governo e per protesta invadono i binari della stazione. L'assemblea fuori dai cancelli dello stabilimento, perché l'azienda non ha dato disponibilità all'interno, questa mattina ha manifestato una contrarietà molto netta. Dopo la rottura della trattativa sul piano industriale e l'annuncio dell'azienda della riapertura delle procedure di mobilita' per circa 550 persone, le tute blu hanno deciso di entrare in sciopero dando vita ad una serie di iniziative per richiamare l'attenzione sulla loro situazione. "Una protervia mai vista prima sui tavoli di crisi come quella dimostrata dai tedeschi della ThyssenKrupp ha impedito la ricerca di ogni possibile soluzione",si legge in una nota a firma della Cgil Nazionale. "D'altra parte – prosegue la nota - l'assenza nella proposta del Governo di qualsiasi misura di politica industriale, a partire dalla riduzione dei costi dell'energia, che aiutasse a sbloccare la situazione, ha di fatto reso sterile la mediazione e ha portato all'inevitabile fallimento della trattativa".
Il sindacato di corso d'Italia richiede ora un intervento dell'esecutivo per "contribuire alla soluzione dei problemi intervenendo con misure adeguate sul piano industriale e a tutelare l'occupazione". La mediazione del Governo - prosegue la nota - si e' rivelata "un grave errore". "Se si vuole ricomporre una situazione, che cosi' come si e' determinata non puo' che portare ad uno scontro durissimo, si deve ripartire dai temi del piano industriale e dalle misure di risanamento e rilancio delle acciaierie. Le misure di contenimento dei costi non possono gravare unicamente sulle spalle dei lavoratori. Cosi' come e' inaccettabile che, a fronte di possibili esuberi occupazionali, si proceda con i licenziamenti unilaterali alla fine del periodo di intervento della cassa integrazione. In nessun accordo di crisi si e' finora giunti ad una tale pretesa e il Governo non puo' avallare una simile posizione". La Cgil, conclude la nota, "nel richiamare la proprieta' del gruppo tedesco ad un alto senso di responsabilita'", chiede al Governo di intervenire "con misure adeguate sul piano industriale" e di "tutelare l'occupazione attraverso tutte le misure a disposizione di politica attiva del lavoro".

15 ottobre 2014
" Quanto si sta determinando in questi giorni richiede un impegno straordinario di tutti per evitare l'applicazione del piano industriale di Thyssenkrupp che prevede la cancellazione della storia delle Acciaierie di Terni, che comporterebbe, in un territorio segnato dalla profonda crisi di settori come la chimica, l'edilizia ed il terziario, il punto di non ritorno per il tessuto economico e sociale". Con queste parole Cgil, Cisl e Uil di Terni chiamano l'intera comunita' ternana alla mobilitazione generale per la giornata di venerdì, quando le lavoratrici e i lavoratori della provincia si fermeranno per lo sciopero generale di otto ore. Protesta che sara' accompagnata da una manifestazione cittadina che partira' alle 9 dai cancelli dell'Ast, in viale Brin, per concludersi alle 12 in piazza della Repubblica. Qui sono previsti gli interventi dei tre segretari generali nazionali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Luigi Angeletti.
I segretari provinciali intanto parlano della possibilità di attivare tutte le azioni legali possibili, individuali e collettive, contro i licenziamenti. La normativa prevede 45 giorni di confronto tra le parti in Confindustria, più eventuali altri 30 al ministero del Lavoro.

23 ottobre 2014
Torna a salire la tensione per la vertenza Ast di Terni. L'azienda ha ridotto i turni motivando la decisione con la riduzione di organico. Una riduzione, però, che deriva dal piano di esodi incentivati! Una vera e propria provocazione che ha fatto arrabbiare non poco i lavoratori, scesi in sciopero ieri pomeriggio. La tesione preoccupa palazzo Chigi, che non sa che pesci pigliare. E allora prova a far vedere di interessarsi alla vicenda. Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha convocato l'amministratore delegato dell'Ast per il 29 ottobre.
La decisione è arrivata mentre a Roma il presidente del Consiglio Matteo Renzi ribadiva di essere molto preoccupato per lo stabilimento umbro e il suo impegno per la vertenza. Una vertenza che oggi non è la sola al centro dell' attenzione. Polemiche sono infatti scaturite da un'intervista del presidente di Federacciai Antonio Gozzi sulla Lucchini di Piombino, per la quale ha espresso dubbi sul piano presentato dall'algerina Cevital. Il viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti ha ricordato come si tratti di un'azienda in amministrazione straordinaria. "Nessuno proprio nessuno – ha aggiunto - può permettersi ingerenze in questo processo". Con il sindaco di Piombino Massimo Giuliani che sottolinea: "noi dobbiamo difendere gli interessi di un intero territorio massacrato dalla crisi ed assicurare continuità produttiva alla Lucchini". La Regione sta intanto valutando se agire legalmente, con il presidente Enrico Rossi che ha parlato di "miseri capitalisti".
Da ieri pomeriggio, quindi, le acciaierie Ast sono di nuovo bloccate dopo che l'azienda ha annunciato la riduzione dei turni motivandola con l'insufficienza degli organici in seguito alla decisione di 103 lavoratori di accettare mobilità e licenziamenti incentivati. Decisione inaccettabile per i sindacati che hanno subito proclamato uno sciopero a oltranza dell'intero gruppo. E' stato anche deciso di attuare presidi fissi davanti a Comune e prefettura oltrech‚ ai cancelli della fabbrica. Un centinaio di dipendenti dell'Ast si sono quindi recati in municipio occupando l'aula del Consiglio comunale. Iniziativa che andrà avanti 24 ore su 24. L'obiettivo è di alzarne "il livello mediatico" della protesta portandola "fuori dalla regione e dalla nazione". I dipendenti dell'Ast hanno anche chiesto di bloccare le attività istituzionali al sindaco Leopoldo Di Girolamo. Che si è subito detto disponibile. Così ha annunciato di essere favorevole "ad andare ad Essen (dove c' è la sede della ThyssenKrupp) e il primo pullman lo pago io". Da Di Girolamo anche la proposta di una campagna boicottaggio. "Non si devono vendere - ha detto - prodotti Tk in Italia".

29 ottobre 2014
Pesante carica della polizia ai danni dei lavoratori Ast e dei sindacalisti impegnati a Roma, nel presidio in difesa delle acciaierie ternane sotto l'ambasciata tedesca. I lavoratori, insoddisfatti dell'esito dell'incontro con l'ambasciata, che non ha preso alcun impegno preciso, avevano deciso si spostarsi sotto il ministero dove è in corso un incontro sulla vertenza.  Ma fatti pochi metri la polizia ha sbarrato il passo ed è partita una pesantissima carica. Manganellate hanno raggiunto diversi lavoratori e rappresentanti sindacali che erano in prima fila, con anche dirigenti nazionali, tra i quali Maurzio Landini e parlamentari (Airaudo). A riportare la conseguenze più serie è stato Gianni Venturi, responsabile della Fiom Nazionale per la siderurgia, che, evidentemente colpito alla testa, si è accasciato a terra in visibile stato di sofferenza ed è stato in seguito portato via da un'ambulanza. E' stato ferito anche Rosario Rappa della Fiom. Ecco la testimonianza di un operaio: "Eravamo davanti all'ambasciata, i poliziotti pensavano che volessimo entrare. Hanno iniziato a manganellare ovunque, non sappiamo quantificare il numero dei feriti, non hanno guardato in faccia a nessuno. Abbiamo visto alcune persone con sangue alla testa, non si è capito più nulla. Noi non abbiamo mai fatto nulla di violento, bastava che dicessero di fermarci. Stiamo perdendo il lavoro, non siamo delinquenti", conclude. Dopo le cariche, gli operai, con in testa il leader della Fiom Maurizio Landini, si sono diretti in corteo verso il ministero dello Sviluppo economico dove intorno alle 14 una delegazione è stata ricevuta dai rappresentanti del governo. I lavoratori sfilano con lo slogan "L'operaio non si tocca".

31 ottobre 2014
Almeno trecento lavoratori delle acciaierie di Terni hanno bloccato stasera poco dopo le 20 il raccordo Terni-Orte all'altezza dello svincolo Terni Ovest. L'iniziativa, terminata poco prima di mezzanotte, e' stata presa in seguito alla decisione di proseguire con lo sciopero a oltranza nell'ambito della dura vertenza iniziata con l'annuncio di 537 esuberi da parte della Ast. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato non aver ricevuto rassicurazioni sul pagamento degli stipendi, la turnistica e la situaizone delle ditte esterne. "Non è mai successo che Terni non arrivassero le buste paga", spiega un delegato della Fiom. "Qui c'è gente che non può comprare il pane. Basta. La situaizone è arrivata a un punto di rottura". Il 6 novembre è in programma un incontro al Mise."Non possiamo buttare al vento le lotte e gli sforzi di questi giorni, dobbiamo continuare con la lotta anche se siamo allo stremo", dice Stefano Garzuglia, delegato della Fiom. Con loro è anche il sindaco di Terni Leopoldo Di Girlolamo. I sindacati hanno già chiesto al prefetto di intercedere con le banche per la sospensione delle rate dei mutui dei lavoratori. "La risposta alla mancata corresponsione del salario - sottolinea Rosario Rappa, della segreteria nazionale della Fiom -rappresenta un ulteriore atteggiamento provocatorio da parte dell'amministratore delegato che risponde in questo modo dopo le manganellate di ieri e malgrado la disponibilità mostrata da lavoratori e sindacati". Per il 6novembre, aggiunge Rappa, "se c'è un nuovo piano industriale sulla base delle dichairazioni fatte dalla ministra Guidi per noi si apre un nuovo tavolo negoziale altrimenti andremo avanti con la lotta".

2 novembre 2014
La mobilitazione all'Ast di Terni va avanti. Anche se l'azienda ha detto che non darà le buste paga fino a quando non terminerà lo sciopero, i lavoratori, riuniti oggi in assemblea, hanno deciso di continuare la loro battaglia in difesa dei posti di lavoro anche attraverso nuove iniziative. Come la trasferta organizzata per
martedì a Bruxelles, e il presidio a Roma, dove giovedì ci sarà l'incontro con l'azienda presso il tavolo istituito dalla ministra Guidi. L'assemblea, alla quale hanno partecipato almeno un migliaio di lavoratori, alcuni con famiglie al seguito, ha deciso che la prima azione sarà un sit-in davanti alla sede degli organismi europei, con una delegazione che incontrerà alcuni parlamentari italiani. La speranza è anche quella di essere ricevuti da qualche rappresentante dell'Unione, della Commissione industria o dell'antitrust.
Il piano originario dell'Ast prevedeva risparmi per circa 100 milioni di euro l'anno con 550 esuberi ma dopo la mediazione del governo e del ministro Guidi il gruppo si è detto disponibile a "irrobustire" il piano industriale per scendere a 290. Il nuovo piano, ammesso che venga presentato, dovrà contenere la riaccensione del forno, altrimenti sarà un bluff.
"Se giovedì non ci saranno risposte, volenti o nolenti, si alzerà il livello della protesta", ripetono i lavoratori. "Il lodo Guidi non diventi improvvisamente accettabile", aggiungono riferendosi alla proposta di accordo tra le parti fatta dal Governo e raccogliendo consensi. "Deve contenere - sottlineano- qualcosa di più". Su questo punto i sindacati hanno annunciato che l'eventuale proposta del ministro verrà sottoposta a un referendum tra i lavoratori. Fischi, invece, accompagnati da qualche momento di tensione, per chi, proponeva di "rimodulare la protesta".

6 novembre 2014
Il primo round della trattativa sulla Ast di Terni è sicuramente a favore dei sindacati che oggi al Mise hanno portato a casa il pagamento degli stipendi e la modifica del piano industriale. Ancora non si è entrati, però, nella fase della modifica degli esuberi che, al netto delle "dimissioni spontanee" dovrebbero agirarsi intorno ai 400. Lo sciopero è stato quindi mantenuto e anche il blocco delle portinerie. Gli stipendi ai dipendenti dell'Ast di Terni saranno pagati lunedi'. "Oggi abbiamo portato a casa il pagamento degli stipendi che è un diritto e ripristinato le basi per un tavolo di trattativa, cosa si deciderà lo vedremo con i lavoratori", dice il leader Fiom Maurizio Landini al termine del tavolo su Ast al Mise. Lunedi' pomeriggio azienda e organizzazioni sindacali si sono gia' dati appuntamento per riprendere la trattativa e cominciare ad entrare nel merito del nuovo piano industriale. L'incontro di oggi, che si e' concluso con la firma di tutte le parti in calce ad un verbale d'incontro, e' stato presieduto dal ministro Federica Guidi. Presenti anche il Vice Ministro al Mise Claudio De Vincenti, la Sottosegretaria al Lavoro Teresa Bellanova, la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, il Sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, i sindacati di categoria nazionali (con i Segretari di Fiom Maurizio Landini, Fim Marco Bentivogli, Uilm Mario Ghini, UGl Metalmeccanici Maria Antonietta Vicaro, Fismic Paolo Di Giovine) territoriali e RSU.

12 novembre 2014
Governo ambiguo, azienda ferma nelle sue posizioni. Non è un quadro quello della vertenza Ast che ieri sera ha dovuto registrare l'ennesimo rinvio. La nuova data è il 18 novembre. Intanto, stamattina a Terni è stata convocata l'assemblea delle tute blu.
"Se il piano della Ast rimane cosi' com'e', si va alla rottura", sottolinea il segretario nazionale della Fiom, Rosario Rappa, al termine dell'incontro al Mise con governo, istituzioni locali e vertici dell'azienda ternana, ieri sera. L'ad Lucia Morselli non ha presentato "nulla di nuovo, tranne alcune precisazioni sugli investimenti: si tratta di 150 milioni in quattro anni e per la prima volta e' stato quantificato il trasferimento della linea di Torino, che varrebbe 30-40 milioni di euro". L'azienda avrebbe confermato la mobilita' per 150 lavoratori, che dopo due anni di cassa integrazione verrebbero licenziati: "Questo per noi – ha sottolineato Rappa - e' un punto insormontabile". "Siamo di fronte ad un governo capace di intervenire sul piano politica industriale - e' il pensiero del segretario nazionale Fiom - e ad una azienda 'assistita' dall'esecutivo".

18 dicembre 2014
Grande partecipazione al voto e una netta affermazione dei sì. Con circa l'80% dei voti favorevoli i lavoratori di Ast hanno approvato l'accordo siglato dai sindacati con l'azienda presso il Mise lo scorso 3 dicembre. Su rassegna.it i dettagli del voto: hanno partecipato al voto che si è svolto nelle giornate di lunedì martedì e ieri,1951 lavoratori su 2398 aventi diritto, pari all'81,4%. Di questi, 1520 si sono espressi per il sì, mentre 386 hanno detto no all'accordo. Otto le schede bianche e 37 le nulle, per un totale di 1906 voti validi. "Aver modificato il piano industriale e rafforzato l'assetto produttivo con investimenti e nuovi sbocchi di mercato – ha detto ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso a proposito dell'esito del referendum alle acciaierie ternane - significa aver riaperto una prospettiva positiva per un'azienda strategica del sistema industriale italiano. Un successo così netto nel referendum non solo permetterà di affrontare con ampio consenso e autorevolezza un percorso comunque difficile di gestione dell'accordo, ma premia anche il ruolo del sindacato, la sua capacità di rappresentanza degli interessi dei lavoratori e di un'intera comunità". La vertenza su cui si sono espressi ieri i lavoratori della Ast si era chiusa all'inizio del mese. "E' stata una tra le vertenze più dure e complesse della storia sindacale italiana – aveva commentato il 3 dicembre scorso responsabile Industria della Cgil nazionale, Salvatore Barone - con l'accordo si è riaperta una prospettiva per un'azienda strategica dell'industria italiana. Un risultato reso possibile dalla determinazione dei lavoratori che, a costo di enormi sacrifici, hanno lottato per costringere la multinazionale tedesca ad un profondo ripensamento del piano industriale". E' stato così evitato un drastico ridimensionamento dell'assetto produttivo e dell'occupazione, ridando allo stabilimento ternano una più stabile collocazione nel mercato nazionale ed internazionale. Una lotta, quella dei lavoratori della Ast e del sindacato che preserva un importante patrimonio della siderurgia e dell'intera economia italiana a partire da quella territoriale umbra".